- #
- 11
- Nome
- Kyrie Irving
- Nazionalità
- Stati Uniti
- Posizione
- PM
- Altezza
- 191 cm
- Peso
- 88 kg
- Squadra corrente
- Brooklyn
- Compleanno
- 23/03/1992
- Anni
- 32
La storia di Kyrie Irving
L’NBA è una lega nella quale, forse più che in qualsiasi altro campionato professionistico, si susseguono campioni che, per un motivo o per l’altro, riescono a rendere iconici determinati momenti attraverso caratteristiche e attitudini spesso uniche e inimitabili. Come si suol dire, di gente così ne nasce uno ogni mille anni.
E, seppur non ancora considerabile pienamente nel gotha degli immortali della NBA, Kyrie Irving si è sicuramente conquistato uno spazio più che ragguardevole nella memoria degli appassionati. Cercando un qualsiasi montage a tema NBA su YouTube, state pur certi che una delle magie presenti in quel video sarà ad opera di Kyrie Andrew Irving.
Caratteristiche uniche, si diceva. Provate a pensare al miglior trattatore di palla della lega. All’unanimità (o quasi, permetteteci) alla mente ci verrà Kyrie Irving. I suoi crossover sono ormai diventati iconici, la sua capacità di palleggio ha davvero pochi eguali nell’intera storia della NBA. Addirittura, per molti, nessuno è mai stato ai suoi livelli, tanto da meritarsi una serie di spot pubblicitari da cui è addirittura stato tratto un film. Ma di questo se ne parlerà più avanti.
Kyrie, checché ne dicano le medaglie d’oro conquistate al Mondiale 2014 e alle Olimpiadi del 2016 con Team Usa, non è nato sul suolo americano. Suo padre Drederick era infatti a sua volta un giocatore professionista di pallacanestro. Falliti i sogni di conquistare un posto in NBA, Irving senior si trasferisce in Australia con l’amata Elizabeth Larson, giocatrice di pallavolo e pianista. L’idillio tra i due li vede spostarsi ripetutamente tra America e Oceania, precisamente a Melbourne. E’ qui che nasce, il 23 marzo 1992, Kyrie Irving. Due aspetti della vita di Kyrie vengono subito stravolti: la permanenza in Australia è breve, appena due anni, prima del ritorno nuovamente negli States. E poi, nel 1996, il più tragico: mamma Elizabeth muore nel 1996, quando il figlio ha solamente quattro anni. Kyrie riceve in eredità dalla madre una parte di sangue dei nativi americani, i Sioux del celebre Toro Seduto. Elizabeth era infatti, per metà, di sangue indiano.
Papà Drederick è quindi costretto a crescere Kyrie e sua sorella aiutato solamente dai parenti. Nel settembre 2001, precisamente l’11, il fato prova a mettere ancora alla prova la famiglia Irving: Drederick in quel periodo lavorava al World Trade Center ma, fortunatamente, si salvò. Il motivo? Un ritardo al lavoro.
High School
I primi momenti di Kyrie a contatto con la palla a spicchi avvengono nel New Jersey, dove papà Drederick spesso e volentieri si porta dietro il figlio ad assistere alle sue partitelle. Alla Montclair Kimberley Academy Irving prosegue il suo percorso di studi. La scuola è però famosa più per il lato accademico che per quello sportivo e, viste le già evidenti qualità cestistiche, Irving si trasferisce alla St. Patrick High School. Insieme a Michael Kidd-Gilchrist, ora in forza agli Charlotte Hornets, Kyrie guida la squadra a vincere il campionato statale, venendo selezionato per il McDonald’s All-American team e vincendo anche il premio sponsorizzato da Gatorade come giocatore dell’anno a livelli di high school dello stato del New Jersey.
College
L’esperienza al college è tanto breve quanto fulminante: Kyrie elettrizza subito il leggendario coach Mike Krzyzewski. L’acuto più alto è sicuramente la prestazione da 31 punti contro Michigan State, ma purtroppo un infortunio lo costringe a mettere fine anzitempo alla propria stagione, dopo aver giocato solamente 11 partite. Nonostante ciò, mezza NBA è pronta a fare carte false per accaparrarselo. Questo dovrebbe far capire chiaramente che quando si parla di Irving, ci si trova davanti ad un giocatore decisamente unico.
NBA: Cleveland Cavaliers, 1° parte
Kyrie viene scelto alla numero 1 del Draft 2011 dai Cleveland Cavaliers. Nell’Ohio il momento è nerissimo: la stagione appena conclusa è la prima senza LeBron James, partito in direzione Miami, Florida. Ovviamente, senza il 23, i Cavs colano a picco e concludono con un pessimo record di 19 vinte e 63 perse. Non tutto il male vien per nuocere: Cleveland è “ricompensata” con la prima scelta assoluta.
L’arrivo di Irving è una grande scintilla nel buio di Cleveland: le sue grandi doti tecniche sono evidenti fin da subito e gli valgono la convocazione per la Rising Star Challenge del 2012. Kyrie regala spettacolo: citofonare a Brandon Knight, caduto impotente sotto i suoi crossover letali, per averne conferma. Manco a dirlo, viene eletto MVP della partita, dopo aver chiuso a quota 34 punti segnati.
Chiude la stagione a 18,5 punti di media, vincendo il premio di Rookie of the Year. Irving, nonostante sia solo alla sua seconda stagione, è evidentemente già una stella: viene richiamato alla Rising Star Challenge anche nel 2013, dove segna 32 punti. Inoltre si aggiudica la vittoria al contest del tiro da 3 punti. Ovviamente, un giocatore capace di giocate da stropicciarsi gli occhi come lui, non può venire ignorato per l’All Star Game: ed è così che Kyrie chiude il suo All Star Weekend partecipando anche alla sfida delle stelle NBA. Nonostante delle cifre ottime in stagione (22.5 punti e 6 assist di media), i Cavaliers restano ancora una volta fuori dai Playoff.
Kyrie ha ormai raggiunto lo status di superstar e all’All Star Game dell’anno successivo vince il premio di MVP, segnando 31 punti e smazzando 14 assist. Purtroppo, in gran parte per colpa della mancanza di un supporting cast adeguato, i Cavs devono rinunciare ancora una volta ai Playoff.
Cleveland Cavaliers, 2° parte
Quando a spostarsi è un nome del calibro di LeBron James, spesso anche le carriere degli altri giocatori vivono momenti di svolta in ambito cestistico. E nemmeno Kyrie, per quanto superstar già di suo, ne è stato esente. Dopo aver rinnovato con un contratto quinquennale a 90$ milioni complessivi, LeBron James annuncia il clamoroso ritorno: il Re è tornato a Cleveland ed è pronto a portare il titolo alla sua città, sicuramente attratto dalla possibilità di avere un supporting cast adeguato. Oltre alla presenza di Irving, i Cavs riescono ad ottenere infatti anche Kevin Love, sacrificando una prima scelta come Andrew Wiggins. Nell’Ohio è tutto pronto per spezzare la maledizione del titolo mancante.
Liberato dal peso di essere l’unico vero giocatore di talento all’interno del roster, Kyrie gode di maggiore libertà in ambito offensivo, pur vedendo ridotto il tempo con la palla in mano. Le difese si concentrano su LeBron e Irving si adatta a giocare anche da “bocca di fuoco” dell’attacco Cavs. Ne è la dimostrazione la partita contro i Portland Trail Blazers del 28/1/15, in cui segna 55 punti mandando a bersaglio ben 11 triple. Un mese e mezzo più tardi ritocca ulteriormente il suo career-high, segnandone 57 ai San Antonio Spurs. Una partita decisa interamente da Kyrie, che fa registrare anche il record di franchigia per i Cavaliers.
Cleveland riesce a qualificarsi per i Playoff: Irving, all’esordio nella post-season, ne fa 30 ai Boston Celtics. Eliminati con uno sweep, tocca ai Bulls prima e agli Hawks salutare i Playoff. Ne nasce il primo atto di una rivalità storica: Cleveland Cavaliers contro Golden State Warriors. Kyrie, purtroppo, si rompe la rotula all’overtime di Gara 1 delle Finals: i Cavs, anche senza Love, crolleranno per 4-2 sotto i colpi degli avversari nonostante un LeBron James straordinario.
Dopo il recupero dall’infortunio, Irving torna in campo a dicembre della stagione successiva contro Philadelphia. Dopo aver marciato praticamente indenni su tutte le avversarie della Eastern Conference, i Cavs si ritrovano davanti, ancora una volta, Golden State. Sotto 3-1, per Cleveland l’epilogo sembra già scritto. Poi succede l’incredibile.
LeBron e Kyrie si trasformano in Batman e Robin: ad Oakland si gioca la decisiva Gara 5 e i due segnano 41 punti a testa, una prestazione letteralmente mai vista nella storia dei Playoff da parte di due compagni di squadra. Gara 6, in una Quicken Loans Arena infuocata, è nuovamente dei Cavs. Si va a Gara 7.
È qui che Irving vive probabilmente il momento più alto della sua carriera: sull’89 pari, con le squadre bloccate nel punteggio dalla tensione, Kyrie si gioca l’isolamento contro Stephen Curry. Stepback e tripla: solo rete. Cleveland è campione NBA per la prima volta nella sua storia.
La stagione successiva vede Irving chiudere la regular season col suo career-high (25.2 punti). La post-season è un altro episodio dell’infinita sfida tra Cavs e Warriors, che però hanno dalla loro parte un Kevin Durant in più. Cleveland strappa una sola vittoria ed esce sconfitta.
Boston Celtics
Quando si vive all’ombra di una presenza più che ingombrante come quella del 23, può capitare di porgersi delle domande. E a quelle domande Irving trova una sola risposta: diventare a sua volta Batman. L’estate 2017 è infatti quella dell’addio a Cleveland: Kyrie vuole essere ceduto e diventare primo violino da qualche altra parte. Per Irving è il momento di crescere e caricarsi un’intera squadra sulle spalle, non una squadra qualunque. I Cavs lo spediscono infatti a Boston, in cambio di Isaiah Thomas e altri asset.
L’inizio di stagione, nonostante il terrificante infortunio di Gordon Hayward all’esordio stagionale, è fulminante. I Celtics ottengono ben 16 vittorie consecutive e danno l’impressione di essere l’unica squadra in grado di poter porre fine al dominio incontrastato di LeBron James nella Eastern Conference. Purtroppo per Irving, la sorte è ancora una volta non benevola: un’operazione al ginocchio lo costringe a concludere anzitempo la sua stagione. I compagni giocheranno dei Playoff stoici, arrendendosi solo a Gara 7 contro i Cavaliers.
La stagione 2018-2019 è un’altalena continua per i Celtics, ricca di alti e bassi e anche di episodi controversi, del quale Irving è malgrado protagonista. Le critiche pubbliche allo scarso impegno dei compagni più giovani non fanno altro che minare un ambiente già poco tranquillo, visti i risultati al di sotto delle aspettative. L’epilogo è l’amara eliminazione al secondo turno dei Playoff per mano dei Milwaukee Bucks. Irving gioca una serie molto sottotono e viene additato come uno dei principali colpevoli della disfatta.
Nazionale
Nel Mondiale 2014 vinto con Team USA, Kyre viene eletto anche miglior giocatore della competizione. Un altro successo arriva nel 2016, quando gli Stati Uniti vincono le Olimpiadi. Solo altri tre giocatori nella storia hanno vinto il titolo NBA e la medaglia d’oro olimpica nello stesso anno: LeBron James, Michael Jordan e Scottie Pippen.
Curiosità su Kyrie Irving
Irving è la star degli spot pubblicitari della Pepsi in cui interpreta un anziano signore che, a suon di crossover, domina gli street-court americani ricordandosi dei bei tempi passati. Dal celebre personaggio, Uncle Drew, è stato tratto anche un omonimo film uscito nelle sale nel giugno del 2018.
Kyrie è salito agli onori della cronaca anche per alcune controversie: nel 2017 sostenne che la Terra fosse piatta, e dei personaggi non meglio definiti controllassero il flusso di informazioni dei media per nascondere la verità. Successivamente ha corretto il tiro, affermando che la teoria della terra piatta fosse solo una provocazione, per far notare come l’opinione pubblica demonizza chiunque provi a criticare lo “status quo”. Irving è padre dal 2015 e ha vissuto una relazione con la celebre cantante R&B Kehlani. Dalla stagione 2017-2018 ha annunciato di seguire una dieta vegana.
Premi e riconoscimenti Kyrie Irving
NBA
- Campionato NBA: 1 / Cleveland Cavaliers: 2016
- MVP dell’All-Star Game: 2014
- Rookie dell’anno (2012)
- McDonald’s All American (2010)
- Rising Stars Challenge MVP (2012)
- NBA All-Rookie First Team (2012)
- All-NBA Team: Third Team, 2015
- Convocazioni per l’All-Star Game: 6
NBA All-Star (2013, 2014, 2015, 2017, 2018, 2019)
- Vincitore del Three-point Shootout: 2013
Nazionale
- Medaglia d’oro ai FIBA World Cup 2014
- FIBA World Cup MVP: 1, 2014
- Membro del quintetto ideale ai Mondiali: 1, 2014
- Medaglia d’oro ai Giochi Olimpici Rio 2016
Contratto di Kyrie Irving
Kyrie Irving ha firmato un contratto di 4 anni / $136,490,600 con i Brooklyn Nets di cui $133,490,600 garantiti,
Anno | Squadra | Età | Salario |
2019-20 | Brooklyn Nets | 27 | $30,742,000 |
2020-21 | Brooklyn Nets | 28 | $32,329,100 |
2021-22 | Brooklyn Nets | 29 | $33,916,200 |
2022-23 | Brooklyn Nets | 30 | $36,503,300* |
2023 | Brooklyn Nets | 31 | UFA |
*player option
NBA
Stagione | Team | G | PPG | APG | RPG | SPG | BPG |
---|---|---|---|---|---|---|---|
2011/2012 | Cleveland | 51 | 18.5 | 5.4 | 3.7 | 1.1 | 0.4 |
2012/2013 | Cleveland | 59 | 22.5 | 5.9 | 3.7 | 1.5 | 0.4 |
2013/2014 | Cleveland | 71 | 20,8 | 6.1 | 3.6 | 1.5 | 0.3 |
2014/2015 | Cleveland | 75 | 21.7 | 5.2 | 3.2 | 1,5 | 0.3 |
2015/2016 | Cleveland | 53 | 19.6 | 4.7 | 3.0 | 1.1 | 0.3 |
2016/2017 | Cleveland | 72 | 25.2 | 5.8 | 3.2 | 1.2 | 0.3 |
2017/2018 | Boston | 60 | 24.4 | 5,1 | 3.8 | 1.1 | 0.3 |
2018/2019 | Boston | 67 | 23.8 | 6.9 | 5.0 | 1.5 | 0.5 |
2019/2020 | Brooklyn | 20 | 27.4 | 6.4 | 5.2 | 1.4 | 0.5 |
2020/2021 | Brooklyn | 54 | 26.9 | 6.0 | 4.8 | 1.4 | 0.7 |
2021/2022 | Brooklyn | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |