Il draft NBA porta sempre con sé un rischio intrinseco: prevedere le prestazioni dei giocatori che non hanno ancora messo piede su un campo NBA può essere difficile, e spesso frustrante. Solo dopo un’intera stagione si può avere un’idea di quali siano le reali potenzialità, i margini di miglioramento, l’adattabilità alla lega. Alcune prime scelte assolute nella storia del draft NBA hanno reso decisamente meno delle aspettative (alcuni nomi: Kwawme Brown, Micheal Olowokandi, Joe Smith); così come molte volte si è verificato il caso di giocatori pescati alla fine del primo giro, al secondo giro, o addirittura non draftati (vedi John Starks), in grado di ritagliarsi un ruolo di primo piano nell’NBA.
Vediamo alcuni tra i rookies della classe 2011 che hanno messo in mostra un potenziale importante, da cui ci si attende un salto di qualità:
Isaiah Thomas – Sacramento Kings (scelta n.60)
Ultima scelta assoluto del draft dello scorso anno, ha colto alla grande l’occasione capitatagli ai Kings di mettersi in mostra, anellando miglioramenti progressivi nelle statistiche di mese in mese, partendo dai 4.5 punti + 1.3 assist a partita di dicembre fino ad arrivare ai 14.7 punti + 5.4 assist di aprile. Cifre importanti, a testimonianza di un talento sottovalutato e di una caparbietà fuori dal comune. L’arrivo di Aaron Brooks a Sacramento in cabina di regia potrebbe nuovamente relegare Isaiah all’anonimato, tuttavia il giocatore ha già avuto modo di smentire gli scettici e di avere le qualità per ritagliarsi un ruolo tutto suo.
Kenneth Faried – Denver Nuggets (scelta n.22)
La scorsa stagione l’energica e atletica ala dei Nuggets è partita in quintetto in 39 gare su 46, raggiungendo una media invidiabile di 10.2 punti + 7.7 rimbalzi a partita, classificandosi prima tra i rookie nei rimbalzi e nella percentuale dal campo (un eccezionale 58.6%). Ora che Al Harrington è stato scambiato e Chris “Birdman” Anderson è approdato a Miami, è lecito attendersi da Faried un ulteriore, sensibile miglioramento.
Marshon Brooks – Brooklyn Nets (scelta n.25)
Anche se i Nets sono ormai in possesso di un ottimo starting five (De. Williams-J.Johnson-G.Wallace-Humphries-Lopez), hanno tuttavia poca profondità dalla panchina, specie dopo la cessione di Stevenson, Morrow e Farmar ad Atlanta e la free agency di Gerald Green. Brooks è uno dei pochi giocatori affidabili ad uscire dalla panchina per coach Avery Johnson, e questo potrebbe significare minuti importanti per un ruolo da sesto uomo. In neanche trenta minuti di utilizzo medio a partita, Marshon ha totalizzato 12.6 punti.
Nikola Vucevic – Orlando Magic (scelta n.16)
Stagione da rookie piuttosto deludente per il montenegrino da USC: pur avendo avuto chance di giocare a causa dell’infortunio di Hawes, ha totalizzato solo 4.3 punti + 4.5 rimbalzi di media nelle sue quindici apparizioni in quintetto (in appena 15 minuti di utilizzo). Tuttavia, col roster dei Magic sventrato in estate, ci sono minuti importanti in palio per lui, assieme alla possibilità di essere il centro titolare per l’intera stagione.
Kawhi Leonard – San Antonio Spurs (scelta n. 15)
Consistente l’esordio di Leonard negli Spurs lo scorso anno: cifre non da prima pagina (quasi 8 punti e 5 rimbalzi di media), ma ottime percentuali dal campo (49.3%) e da dietro l’arco (37.6%). La garanzia la offre coach Pop, sicuro che il giocatore diventerà una stella della lega e che entro pochi anni potrebbe addirittura rivestire il ruolo di uomo-franchigia.