Uno degli appuntamenti preferiti dagli amanti del basket a stelle e strisce è, senza ombra di dubbio, la settimana dedicata all’All Star Game. Proviamo quindi a ipotizzare un gruppo di giocatori che secondo noi hanno la possibilità di poter entrare a far parte di questo show per la prima volta nella loro carriera.
Josh Smith, Atlanta Hawks
Come si è potuto vedere nella passata stagione, dopo l’infortunio patito dal centro titolare Al Horford, è stato proprio il sopra citato Smith a tenere in alto la franchigia delle “aquile”, e non come tutti si aspettavano, l’uomo franchigia Joe Johnson. Ecco perché ci si aspetta una crescita esponenziale anche in questa stagione dal giocatore, che dovrà migliorare le 28 doppie-doppie e i 18.8 punti di media, in modo da mettersi in mostra al grande pubblico e per nutrire speranze in una convocazione per l’All Star Week (anche se nel 2005 ha già partecipato vincendo lo slam dunk contest). Poi, altra cosa da non sottovalutare, è in scadenza di contratto, e quindi proverà a sfruttare questa chance per strappare un contratto più ricco, non per forza restando ad Atlanta.
Kyle Lowry, Toronto Raptors
Il motivo principale che spinge Toronto a cullare sogni di play-off dopo anni di buio totale è da attribuire all’arrivo in squadra di Lowry. E’ opinione diffusa che la franchigia canadese non avesse i suoi maggiori problemi in cabina di regia, poiché c’era Josè Calderon che garantiva buoni assist, poche palle perse e anche buone percentuali dal campo, ma con l’arrivo di questo giocatore, il roster è diventato molto più competitivo. E poi coach Dwane Casey ha trovato quel tipo di giocatore che cercava da un pezzo, e che lo aiuterà a migliorare il sistema di gioco dei Raptors.
Joakim Noah, Chicago Bulls
Con l’MVP della stagione 2010/2011 fermo ai box ancora per un po’, le speranze per i Bulls di recitare un ruolo da protagonista nella prossima stagione sono riposte nel centro francese. Sia Noah, sia altri giocatori della rosa, sono attesi da una stagione impegnativa, nella quale dovranno incrementare le loro prestazioni, in modo da sopperire alla mancanza di Rose e al declino che sta affliggendo, da un po’ di tempo a questa parte, Carlos Boozer. Se il centro sarà in grado di fare questo, con il supporto del resto della squadra, allora la franchigia della “città del vento” potrà ambire a concludere la regular season nelle top 4 della Eastern Conference, per poi giocarsi il tutto per tutto nella post-season. Con un particolare, un Derrick Rose in più.
James Harden, Oklahoma City Thunder
Dopo essersi aggiudicato il premio come miglior sesto uomo della lega nella passata stagione, “il barba” dovrà aiutare la propria squadra nell’impresa solo sfiorata la passata stagione: la conquista dell’anello. Per fare ciò dovrà soprattutto migliorare le proprie prestazioni in post-season, visto che la passata stagione, soprattutto nelle Finals, è apparso un po’ titubante e discontinuo. Ma si sa, l’esperienza aiuta a vincere, e chissà che la medaglia d’oro conquistata a Londra non lo possa portare a conquistare, oltre che l’anello, anche un posto nei quintetti dell’All Star Game.
Monta Ellis, Milwaukee Bucks
Nonostante sia un “piccoletto” in un mondo di “giganti”, Ellis è riuscito stabilmente a mettere a referto più di 20 punti a partita, riuscendo nell’ultima stagione a concludere per ben 13 volte con uno score personale di 30 o più punti. Tutto questo però lo ha portato ad una sola apparizione in post-season (colpa soprattutto del livello dei Warriors), e vista la non più giovanissima età (26 anni, ndr) deve darsi da fare per recuperare ciò che si merita un talento del suo livello. La cosa non sarà sicuramente facile visto il roster (almeno in partenza) dei Bucks, ma con l’aiuto dell’ex-Roma Brendon Jennings, nulla è precluso, neanche un’apparizione in post-season, magari dopo la convocazione all’All Star Game.
Stephen Curry, Golden State Warriors
L’ex compagno di Ellis ha collezionato solo 26 presenze nelle ultime 2 stagioni per via di problemi all’anca, e ciò ha un po’ fermato (e di molto) l’ascesa del giovane play. Le difficoltà incontrate dovrebbero essere state superate, e se quest’anno riuscisse a giocare con continuità, si candida fortemente ad un posto come miglior play (e forse qualcosa in più) della Lega. Dopotutto Rose è ancora infortunato….
Marco Odolini, twitter @odo14