Harden tra voglia di rivalsa per l’anello perduto e i complimenti al Mago

La barba è sempre quella, ormai marchio di fabbrica per eccellenza, l’entusiasmo, invece, alle stelle, ancor più stimolato dal recente successo alle Olimpiadi di Londra e pungolato dalla sconfitta nelle Finals di giugno che ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Ma James Harden riparte proprio dalle sue ultime due grandi esperienze per mettere la firma anche nel prossimo campionato: la voglia di rivalsa contro Miami, vista ancora come la pretendente più seria per l’anello, e le certezze ritrovate dopo la bellissima esperienza di Londra. Queste le sue parole rilasciate durante la sua permanenza ad Ostia in occasione della quarta tappa di NBA 3x Tour, l’evento di 3vs3 organizzato da NBA Italia.

Come hai vissuto i momenti immediatamente successivi alla sconfitta nelle Finals NBA, e che cosa ti è rimasto di quell’esperienza?

Sicuramente c’è stato un grande dispiacere per il traguardo appena sfiorato ma non raggiunto. Ma a mente fredda è rimasta la soddisfazione della grande impresa fatta, perché comunque eravamo alla nostra prima finale, con una squadra composta interamente da giovani alle loro prime gare di questo tenore. Senza dubbio queste Finals, ma soprattutto la strada per arrivarci, ci sono servite per guadagnare esperienza e per ripresentarci ai nastri di partenza con maggiori qualità.

Il mercato estivo ha rafforzato tante squadre già forti sulla carta: come vedi la tua Oklahoma City per la prossima stagione? Quali ti sembrano gli avversari più forti per il titolo?

Noi siamo rimasti fondamentalmente gli stessi e questo è assolutamente un bene, dal momento che siamo un anno più grandi, ci conosciamo alla perfezione e l’affiatamento è molto forte. Alla fine siamo l’anno scorso siamo arrivati in fondo, quindi il nostro valore resta lo stesso. E’ vero comunque che le altre pretendenti si sono rafforzate, su tutte i Lakers, anche se personalmente sono i Miami Heat la squadra da battere, perché sono i campioni in carica e hanno dimostrato sul campo di essere i più forti.

Com’è giocare a fianco di Kevin Durant? Che cosa “ruberesti” a un campione come lui?

Durant è veramente un grande campione e la cosa impressionante è che ha ancora dei margini di crescita. Allenarsi con lui non può far altro che migliorarti e se dovessi rubare qualcosa sarebbe la semplicità nel segnare: la tranquillità con cui fa canestro è disarmante.

Dopo due ottime stagioni come sesto uomo di lusso, non ti senti pronto per un ruolo importante come leader di una squadra?

A dire la verità, quello che più mi interessa è vincere con i Thunder. Poi penso comunque di essere importante per la mia squadra e lo dimostra il riconoscimento ricevuto la scorsa stagione come miglior sesto uomo. Diciamo che sono un leader “atipico”.

LeBron James ha dominato le Finals giocando in tutti i ruoli, e spesso lo hai marcato: che cosa provi a fronteggiare un avversario così forte? E secondo te, è lui al momento il giocatore più dominante della Lega oppure no?

LeBron è un campione a tutto tondo. Vi assicuro che marcarlo è veramente difficile vista la tecnica e la forza fisica che lo contraddistinguono. Ritengo che al momento sia lui il giocatore più forte, anche perché come detto prima, ha dimostrato sul campo tutto il suo valore.

Cosa pensi dei nostri tre italiani, Gallinari, Bargnani e Belinelli? Chi ti impressiona di più e chi ha le maggiori chance di vincere qualcosa?

I tre italiani mi piacciono veramente molto. Belinelli negli ultimi anni è migliorato tantissimo e si vede che ha tanta voglia di lavorare. Il suo arrivo a Chicago è il coronamento dei suoi sacrifici. Gallinari è un ottimo giocatore e pian piano sta acquisendo sempre più leadership per diventare un uomo franchigia. Il mio preferito però è Bargnani, che ritengo un giocatore completo. Sa tirare, giocare uno contro uno, passare la palla e prendere rimbalzi.

Che cosa hai imparato dalla tua esperienza alle Olimpiadi, confrontandoti anche con i giocatori più forti a livello internazionale?

L’esperienza olimpica è stata stupefacente. Difficile da raccontare a parole, l’atmosfera è qualcosa di indimenticabile. Mentre per quanto riguarda l’esperienza sul campo è stato molto gratificante e coinvolgente potermi confrontare con i migliori giocatori al mondo, molti dei quali sono in NBA e hanno acquisito una tecnica ed una bravura tale da averci messo in difficoltà in diverse occasioni.

Nella prossima stagione ci stupirai con un nuovo look particolare?

Assolutamente no! Oramai il mio look è questo. Ho leggermente spuntato la barba solo 2 anni fa ma non la taglierei mai. Il pubblico mi conosce e associa il mio nome a questa: oramai nell’immaginario comune sono “the beard”!

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