In una lunga intervista rilasciata in esclusiva a TuttoSport, Marco Belinelli, neo-acquisto dei Chicago Bulls, ha esternato tutta la emozione per l’approdo in una franchigia storica: “Vedi il tuo nome sulla divisa dei Chicago Bulls, ti alleni al Berto Center ed entrando trovi gli stendardi che ricordano i titoli vinti, le foto di Jordan, Pippen, Kukoc… Non c’è niente di simile. E oggi, con Rose, Deng, Boozer, Noah, c’è una squadra da titolo. La più forte in cui abbia mai giocato. Con questo team partiamo alla pari e con possibilità di vittoria contro Miami, Oklahoma City, Boston, le squadre di Los Angeles. Sono così carico che nel fine settimana vedrò Rajon Rondo ad Alcatraz, alla finale del Red Bull King of the Rock, e gli dirò che quest’anno lui e Boston non si divertiranno…Far parte di una squadra tanto celebre e ambiziosa è una responsabilità che mi assumo volentieri. Mi dovrò adattare a una città enorme: alcuni miei compagni, per evitare spostamenti lunghi, hanno preso casa vicino al centro di allenamento, a Deerfield, ma hanno anche un appartamento in centro, nei pressi dello United Center….Una bella differenza rispetto a New Orleans. Come mi sono lasciato con gli Hornets? Bene – dice Belinelli, parole riportate da Sportando – sono in contatto con coach Williams, il GM Demps e alcuni compagni. Sono affezionato a New Orleans, dove ho vissuto 2 anni fondamentali, da titolare. Senza questa esperienza non sarei a Chicago. Obiettivi? Non abbiamo scuse, dobbiamo essere ambiziosi, questa squadra è pronta per puntare al titolo. Ci sono tanti giocatori di qualità, Boozer, Noah, Deng, imparerò tanto da Rip Hamilton, per anni l’ho inseguito per km sui blocchi, finalmente sarò dalla sua parte. Il rientro di Rose sarà un’ulteriore spinta: è un fenomeno, mi ha colpito la sua umiltà, proprio come Chris Paul, l’altro playmaker numero uno della Lega. Il loro atteggiamento fa la differenza. Spero di conquistare uno spazio importante, vedremo se in quintetto o da cambio. Ho apprezzato la determinazione e le idee chiare di coach Thibodeau: chiederà un impatto difensivo importante, sono pronto a rimboccarmi le maniche. Italia? Ho visto le partite sia da Bologna che da Los Angeles, dove mi sono allenato per alcune settimane, e faccio i complimenti ai miei compagni e al et Pianigiani. Ho visto una squadra con identità forte, circolazione del pallone e capacità di farsi rispettare. E’ tornato il sorriso dopo anni bui, è importante. Peccato non esserci, ma nel periodo senza contratto non avevo alternative. Chi entra nel gruppo dovrà farlo in punta di piedi, lavorando e dando il massimo per la squadra. Primo italiano a superare un turno di playoff? Mi piacerebbe, è ciò per cui ho lavorato tanto. La Nba da sogno è diventato un punto di partenza, ho giocato i playoff con gli Hornets, ora sono nella situazione giusta per andare oltre: di solito preferisco volare basso, ma qui c’è parecchia ambizione. La scelta di Chicago è stata importante, ho rifiutato offerte più remunerative per vincere. E’ una ‘off-season’ che non dimenticherò anche a livello personale: il 20 maggio ero a San Giovanni in Persiceto, e sentire in modo così pesante la prima scossa di terremoto ha lasciato un segno. Avevo vissuto altre scosse in California, quando giocavo a Golden State, ma niente del genere. Ho avvertito un enorme senso di impotenza, penso a chi ha perso tutto: ho cercato di portare il mio aiuto, e non mi fermerò. Porto con me lo spirito della gente della mia terra, noi non molliamo mai, penso anche alle medaglie all’Olimpiade o alla Paralimpiade di altri bolognesi come Jessica Rossi o Zanardi, un giorno spero di poter vivere emozioni simili”.