Scott Brooks condivide con il Los Angeles Times la sua ammirazione per Kobe Bryant

Non ci sono dubbi che Kobe Bryant sia uno dei giocatori più forti dell’NBA. Kobe è sopravvissuto ad una miriade di infortuni e nulla gli impedirà di giocare ancora con le motivazioni di sempre. Dai problemi alle ginocchia che limitavano la sua esplosività all’infortunio al dito che lo ha costretto a modificare il suo jump-shot, Kobe non ha mai lasciato che tutto questo gli impedisse di fare ciò che ha sempre amato.

Questo tipo di dedizione e di impegno per il basket si è visto notevolmente durante l’ultimo All-Star Game quando Kobe ha riportato una commozione cerebrale ed un naso rotto in seguito allo scontro con Dwyane Wade.

La maggior parte dei giocatori avrebbe scelto di sedersi in panchina per il resto della partita, ma Kobe è un giocatore diverso. L’allenatore degli Oklahoma City Thunder, Scott Brooks, ha ammirato il modo in cui Bryant è riuscito a rimanere in campo sopportanto il dolore. Ecco le sue dichiarazione ai microfoni del Los Angeles Times.

“La maggior parte dei giocatori avrebbe scelto di sedersi in panchina. Gli ho chiesto dell’infortunio e lui ha risposto ‘Coach, sto alla grande’.” In seguito Brooks ha continuato a elogiare il carattere del #24 gialloviola. “Questo ragazzo ha una commozione cerebrale, il naso gli sanguina e in qualche modo riesce a pensare solamente al gioco”.

I Thunder hanno schierato tre giocatori all’All-Star Game: Kevin Durant, Russel Westbrook e James Harden. Questi tre giocatori rappresentano il futuro della franchigia e riusciranno a fare rumore in NBA per molto tempo. Oltre all’All-Star Game le tre star dei Thunder hanno preso parte alle Olimpiadi di Londra.

I tre a Londra hanno conquistato l’oro e coach Brooks si è detto felice che i suoi giocatori hanno avuto modo di imparare da uno dei più grandi giocatori di basket di tutti i tempo, Kobe Bryant.

“Questo è il vantaggio di essere coinvolti da grandi giocatori. Potete vedere con i vostri occhi come migliora l’approccio al gioco, la serietà che mettono nel proprio mestiere. E’ impressionante. La sconfitta non è contemplata nel loro dizionario personale”.

Kobe è stato un mentore per i giocatori più giovani già durante le Olimpiadi del 2008, ed ha riassunto questa carica anche a Londra. Invecchiando Bryant ha modifica il proprio gioco, ma la sua etica del lavoro è rimasta invariata. Le future stelle del campionato hanno visto quanto tempo KB dedica al gioco e hanno compreso che il duro lavoro è l’unica via per il successo.

 

@m4tteolorenzo

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