Steve Nash è stato vicinissimo a vestire la casacca dei Toronto Raptors durante questa off-season, ma come tutti ben sappiamo il play ex Phoenix ha scelto poi i Los Angeles Lakers, scegliendo appunto di giocare con superstar del calibro di Kobe Bryant, Gasol e Howard (anche se in quel momento non era ancora approdato a L.A.). La sua non è stata una scelta facile, lui è canadese e giocare per l’unica franchigia NBA della nazione natia sarebbe stato un onore ed un sogno, ma la lontananza della famiglia (che vive a Phoenix) e le poche probabilità di vittoria di anello con la squadra di Bargnani & Company han fatto propendere per il rifiuto molto sofferto da parte di Steve. Dal lato economico l’offerta sarebbe stata veramente importante, 36 milioni di dollari per tre anni, cioè 10 milioni in più di quanto percepisce a L.A.
“Sono stato molto vicino a firmare” ha detto Nash. “L’offerta da parte dei Raptors era davvero interessante, e mi era arrivata ancora prima di essere definitivamente free-agent. Ho pensato a questa possibilità ed a tutto quello che comportava giocare per i Toronto, ma quando si sono presentati i Lakers non ho potuto lasciar perdere.”
Nash, per questa scelta, è stato molto criticato dalla stampa canadese che lo ha giudicato una sorta di traditore, e incolpandolo di aver “usato” i Toronto Raptors per ottenere offerte da altre squadre NBA. Un’altra critica molto diffusa è quella riguardante le star che scelgono di accasarsi in squadre dove sono presenti molte altre stars. La risposta a queste critiche arriva direttamente da Nash:
“Io non avevo mai detto a nessuno che sarei andato a Toronto, e sono rimasto da questo tipo di critiche” ha svelato Steve. “Purtroppo non è una squadra che possa essere una contender per l’anello, ma io amo Toronto e la considero casa mia sotto molti punti di vista. Inoltre penso che l’organizzazione dei Raptors sia una delle migliori che ci siano, cosi come la città, e sarei stato molto orgoglioso per rappresentarla e giocare per quei meravigliosi tifosi. Per quanto riguarda il fatto che i giocatori preferiscono le grandi squadre piuttosto alle altre mi sembra facile da capire. Siamo in un periodo dove la tendenza è questa, i giocatori scelgono di andare dove pensano di poter trarre vantaggio; penso che ci siano un sacco di appassionati NBA che amano questo tipo di tendenza, e poi ci sono i tifosi delle squadre meno vincenti che ovviamente criticano a prescindere questo comportamento, ma questo probabilmente si potrà stabilizzare in futuro.”
Michele Ipprio
@mikeaip