Sembra affrettato parlare già di crisi Lakers ma è opportuno fermarsi a riflettere un secondo di quello che sta accadendo nella sponda giallo-viola di Los Angeles. Troppi campioni posso realmente nuocere ad una squadra? Dopo un’intera pre-seasons (e i vari scongiuri del tipo “tanto poi vinciamo”) e un inizio assai deludente di regular season sembra risultare affermativa la risposta.
I Lakers sembrano quindi sotto l’effetto “Galacticos” per usare un termine calcistico che richiama i 6 anni di presidenza Pérez al Real Madrid e i relativi acquisti dei più grandi campioni del calcio mondiale. Durante questi anni infatti l’impatto mediatico fu altissimo, il marketing alle stelle ma in quanto a risultati furono scarsi parecchio.
Il paragone mi sembra quindi azzeccato dove la squadra fa fatica ad ingranare e alcuni giocatori non rendono come dovrebbero, vedesi Bryant per il suo infortunio o Nash, parecchio sottotono in queste due gare dove non è riuscito a dare l’apporto di palloni che si aspettava. Ci si ritrova ad avere un Dwight Howard factotum che contro Portland si fa carico di tutto e tutti e domina la classifica assist, rimbalzi e punti di LA, con una chiara forza d’animo per deludere le (proprie) aspettative sulla sua nuova carriera losangelina.
Si passa dunque da una situazione di “Lakers punta al titolo” ad una più disastrosa “Lakers deve puntare al titolo” con tanto di tifosi furibondi che chiedono la testa di Coach Brown e rimpiangono il Phil Jackson dell’Era Shaq.
Ritengo che la colpa sia relativamente di Brown, in quanto lui lavora con i giocatori che decide la presidenza e che quindi difficilmente si può pretendere di trovare l’armonia e l’equilibrio perfetto modificando radicalmente il quintetto iniziale, oltrettutto tutto ciò viene accompagnato da una presenza non proprio imponente di un coach che viene spesso sovrastato dallo stesso Kobe durante la partita ed è ovvio che la situazione non quadra.
Animo Lakers, si deve puntare al titolo.