Lascia o raddoppia? Parafrasando il titolo di uno dei più storici quiz televisivi italiani, il Barba risponderebbe: “lascio Oklahoma e raddoppio a Houston”: ( risposta compatibile sia per il contratto monumentale firmato con i Rockets, che per le prodezze espresse nelle prime due gare). Così, dopo l’esordio da 37 punti e 12 assist contro Detroit, Harden firma il suo carrer high di 42 punti. Vittima sacrificale: gli Hawks padroni di casa che tengono botta fino a 3 minuti dalla sirena. Poi la trance agonistica di Harden, coadiuvata da un Lin da 21 punti e 7 assist, mette la parola fine alla partita: i Rockets vincono 109-102.
Kevin McHale, coach di Houston, sta facendo del suo meglio per contenere l’onda di esaltazione amplificata dai media e mantenere James Harden concentrato sui prossimi appuntamenti.
“Spero continui su questi livelli, ma dubito possa segnare 37 punti di media” ha dichiarato McHale, quasi scherzando, prima del dominio incontrastato di Harden alla Philips arena.
“Be in the zone”, direbbero gli americani. Lo stato in cui un atleta si trova quando è toccato dalla grazia e ogni cosa che fa, va per il verso giusto.
“Cercavo solo di fare le mie azioni e concludere,” ha dichiarato il Barba dopo aver stritolato gli Hawks.” Anche i miei compagni di squadra hanno contribuito alla vittoria, stasera sono riuscito ad attaccare bene e segnare. Ma non è solo merito mio. Parsons e Lin hanno segnato triple decisive per la partita”
E’ ancora presto per anticipare il rendimento dei Rockets nella regular season ( e negli eventuali playoff), o per sapere se Harden sia già un candidato al titolo di MVP. Ma se si parla di uomo franchigia e nuovo volto di Houston, la persona che corrisponde a questi profili è solo una: James “The beard” Harden.