Thomas Robinson: dalla tragedia ai Sacramento Kings

Ogni volta che il telefono squilla, Thomas Earl Robinson fa sempre un sobbalzo. Non ama le telefonate, non ama sentire il suo cellulare squillare. E’ meglio mandargli un sms.. o se proprio andarlo a trovare in palestra. Corre, tira, solleva pesi… e mentre lo fa gli unici pensieri che ha per la mente sono due: sua sorella ed un albero. La sorella, Jayla di 8 anni, è una aspirante pianista, con un sorriso che potrebbe illuminare 15 isolati. Thomas vorrebbe solamente la potesse vedere ancora di più. Per quanto riguarda l’albero, lo sta guardando crescere nel Campus dove ha imparato a giocare a basket, mentre fuori è autunno e la stagione è più fredda del solito.

“Earl, Earl.. presto vieni in cucina e impara a cucinare”. Queste le parole di mamma Lisa Robinson, la quale vuole assicurarsi che suo figlio possa più avanti prendersi cura di se stesso, soprattutto quando sarà un giocatore di basket professionista.. si perché Thomas la stoffa ce l’ha e mamma Lisa se n’è accorta. Mamma Lisa approfitta di questo attimo insieme per insegnare qualcosa ad Earl…  un momento da sfruttare dato che lei spesso lavora fino a tardi in un centro per bambini disabili… e senza il padre (vedremo poi dov’è finito), Lisa deve, anzi vuole, fare gli straordinari per racimolare quel dollaro in più, che fa la differenza in una famiglia monoreddito.

Il suo nome completo è Thomas Earl Robinson e mentre tutti i suoi amici nel sud-est di Washington lo chiamano Thomas o T-Rob, la sorellina invece preferisce nominarlo con il suo secondo nome… come se “Earl” fosse solamente di proprietà di Jayla.. e ogni volta che lo chiama così, per lei è come: “Si.. mi hai sentito.. sono io”.. per farsi notare. Essere chiamato così a Thomas non piace, gli sembra di essere più vecchio, ma la sorellina era ed è l’unica autorizzata a farlo.

Nel suo primo anno da junior nella “Riverdale Baptist High School”, Thomas ha già attirato l’attenzione del suo allenatore, che ama i giocatori che possono correre, allenarsi duramente e lavorare duro a rimbalzo. Ci mette poco Robinson ad attirare l’attenzione da parte degli scout del College. Prima del suo ultimo anno al liceo, Thomas era già indicato da tutti come uno dei migliori giocatori liceali della nazione, un top 30 o 40. In Kansas, coach Bill Self non vuole lasciarselo sfuggire. “Manca qualcosa a questo ragazzo? Sembra essere il migliore tra quelli che ho visto.” Ha già visionato Robinson durante All-American Campo Reebok a Philadelphia ed è deciso a portare il classe ’91 presso il suo college.

Self comincia a chiamare a casa dove c’è sempre mamma Lisa, che intanto ha ricevuto la visita di Kentucky, Memphis e Pitt. Kansas è lontana e Lisa non vuole sentire ragioni… non vuole far andare il proprio figlio così distante da casa. Anche perchè lei ha paura di volare e non ha abbastanza soldi per comprare il biglietto aereo per se stessa e Jayla. Lisa, mamma single, è una di quelle donne che sa come tirar su un figlio e non ha paura di prendere per l’orecchio Thomas. Il suo mantra: mai indietreggiare. Thomas considera sua mamma anche come migliore amica, può parlarle di tutto: ragazze, films, hobby… anche perché il padre non ha alcuna parte all’interno della sua vita. Così quando Thomas si decise a scegliere una università radunò tutti, specialmente i suoi nonni e il fratellastro Jamah di 8 anni.

Robinson ha scelto: “Andrò in Kansas, lì credo mi sentirei come a casa e mi piace il loro programma cestistico”. Questo quello che pensa Thomas e questo quello che succederà: approderà in Kansas e si unirà ai Jayhawks. Nel giorno della sua partenza verso il college per mamma Lisa è stato un giorno triste, malinconico e la casa ancora più vuota, dove a ronzarci dentro ora c’è solo Jaila e il suo sorriso. Self, coach di Kansas, era stato avvisato dalla madre: “Puoi controllare che mio figlio non mangi pizza tutte le sere.. puoi controllare che faccia il suo dovere?”. La preoccupazione di Lisa è lecita, ma con Thomas non dovrebbe esserci. E’ un uomo. E’ cresciuto presto.

Un anno più tardi, Earl si trova a giocare al Madison Square Garden a New York. Quale occasione migliore per Lisa e Jayla per poterlo raggiungere. Così Lisa carica in macchina sua figlia e raggiungono Thomas nella ‘grande mela’. “E’ tutto il suo mondo”, esclama Elijah Johnson, guardia degli Jayhakws e compagno di stanza di Thomas al College. Il riferimento è verso Jayla che intanto si è agghindata a dovere, nonostante i suoi 8 anni, per re-incontrarsi con Earl. “Ma… perchè Jayla ha tutti quegli orecchini lì?!”… Questa la frase di Earl alla vista di sua sorella. Poi.. “Sono troppo grandi per lei. Devi farle togliere subito.”

Era come se fosse il padre di Jayla. Mentre il vero padre di lei, James Paris (che non è il padre di Thomas, ndr), ha appena finito di scontare i suoi anni in carcere per problemi legati alla droga e alla malavita. Lisa e Jayla l0 hanno visitato più volte in carcere, ma in accordo con la famiglia, Paris non ha mai giocato un ruolo importante all’interno della vita della ragazza. E’ Thomas il maschio di famiglia ed è Thomas che si occupa della sorellina.. ed è anche per questo che si preoccupa di lei e dei suoi orecchini… troppo scintillanti per una bambina, la sua.

Intanto al Garden, Lisa incontra Angel Morris.. (mamma di due gemelli che giocano nella stessa squadra di T-Rob, Markieff & Marcus) sua amica e le confida che i suoi genitori stanno male. Gli rimane poco da vivere, ricoverati all’ospedale di Washington, per malattie gravi. Lisa, che a causa di questa situazione difficile è molto stressata ed ha frequenti mal di testa, chiede però ad Angel di non dire nulla a Thomas.. non vuole influenzare le prestazioni cestistiche del figlio. E così successe. Tra il dicembre 2010 ed il gennaio 2011 però il mondo crolla addosso a Thomas.

Prima di un normale allenamento con la squadra, Thomas riceve una chiamata da sua madre. Una di quelle che ci si facevano spesso per sentire come andavano le cose in Kansas, ma stavolta il tenore è di altro tipo: ha appena ricevuto la notizia della morte di sua nonna. Mentre Thomas piange al telefono, c’è mamma Lisa, che fedelmente legge la Bibbia, a portagli conforto… “Tutto succede per una ragione”. Le lacrime di Thomas son difficili da non notare, soprattutto se ti trovi in palestra insieme alla squadra ed a Self che, appena appreso del lutto, ordina a Thomas di prendersi qualche giorno per stare vicino alla famiglia. Ma Earl insiste per allenarsi… Mai indietreggiare.

Ritorna poi in città per il funerale della nonna. E’ una roccia per Lisa e Jayla. Non traspare alcun tipo di emozione dal suo viso. E’ tutto nascosto dentro di lui. Tre settimane dopo però, verso metà gennaio, il telefono squilla di nuovo: il nonno se n’è andato. Poche le parole di Robinson all’ennesima brutta notizia: “Sto pensando.. ed è un male. Tutto questo non dovrebbe succedere. Non ho ancora superato il dolore per la perdita della nonna.. anzi. Ed ora mio nonno.” Anche il Nonno cede di fronte alla malattia.

Lisa allora dice a suo figlio di non tornare per il suo funerale. Ha una stagione da giocare e vuole proteggerlo. Forse non vuole farlo tornare per non fargli vedere che cosa sta succedendo a lei. Dopo la morte dei suoi genitori Lisa ha sempre più frequenti mal di testa e la pressione sanguigna è peggiorata. Al funerale del nonno, Lisa si è dovuta far aiutare da un amico per scendere dalla macchina… tanto è il dolore, tanto sta soffrendo. Lisa aveva dei problemi al cuore, un’aorta ostruiva il passaggio del sangue verso l’organo, ma Thomas questo non lo sapeva.

L’unica persona al corrente di tutto è Angel che dopo la morte del nonno di Thomas comincia a chiamare Lisa al telefono frequentemente per capire come sta. Il 20 gennaio Angel telefona a Lisa… dopo l’operazione di angioplastica di qualche giorno prima, ora si sente un po’ meglio, ma i problemi di emicrania non cessano. Angel sente che c’è qualcosa che non va, che Lisa è ancora troppo agitata, così le consiglia di andare da un medico, ma lei, con tutto il suo coraggio e la necessità di stare vicina a Jayla, le risponde che prima vuole provare un nuovo farmaco.

La sera di venerdì 21 gennaio i Jayhawks visionano un filmato per preparare al meglio la gara contro Texas. Dopodichè Thomas rientra in camera insieme ai gemelli Morris. Un suono però interrompe il silenzio: il cellulare sul comodino sta squillando. E’ ancora casa. “Spero non siano altre notizie negative..” dice quasi scherzosamente ed impaurito Thomas, che lascia partire la segreteria del telefono non avendo fatto in tempo a rispondere. Poi controlla il messaggio in segreteria e il mondo gli crolla addosso: era Jayla.. piange e prega Thomas di richiamarla al più presto. Ricompone subito il numero, ma non riceve alcuna risposta.

“Oh cavolo.. cosa sta succedendo“, sta pensando Thomas mentre cerca di ricomporre nuovamente il numero di cellulare della madre e mentre le lacrime gli riempiono gli occhi. Jayla stavolta risponde e tra la disperazione gli dice che mamma ha avuto un attacco di cuore ed è morta. Thomas lascia cadere il telefono, piangendo. In meno di un mese ha perso entrambi i nonni materni e la madre. Un colpo pesantissimo alla vita di T-Rob. Cresciuto già quando era bambino, senza padre. Intanto coach Self e Angel vengono a conoscenza dell’accaduto… e quest’ultima non ci pensa due volte, esorta Self: “Coach, dobbiamo farlo insieme. Dobbiamo uscire dalla porta ed essere lì, vicini al ragazzo.. insieme a Thomas.”

Self e Angel trovano Thomas accasciato sul suo letto, circondato dai compagni di squadra. Subito coach Self si avvicina al ragazzo e chiede: “Cosa posso fare per aiutarti? Vuoi parlare di qualcosa?”. Thomas continua a piangere dalla disperazione, poi tira un secco sospiro e con la voce tremolante risponde: “Coach.. non puoi capire. Io non ho nessuno. Tutto quello che ho è mia sorella. Tutto quello che ho è Jayla.” La notte Thomas la passa a piangere, accompagnato dalla presenza di Angel Morris, l’amica di Lisa, l’angelo del Kansas, per poi addormentarsi verso le 4 di notte.

Intanto tra poche ore si gioca la partita contro Texas e la mattina la squadra si accinge ad effettuare il solito shootround pre-partita… quando da lontano si avvicina anche T-Rob, in uniforme. Coach Self non si aspetta che lui giochi, anzi.. ma Thomas sa bene cosa fare nei momenti di emergenza, come gli ha ordinato Lisa: mai indietreggiare. Quindi chiede a Self di radunare la squadra e chiarisce subito la situazione: “Nessuno mi deve trattare in modo differente. Non voglio che mi trattiate come un bambino, non ne ho bisogno. Sono un uomo adulto”. Dichiarazioni di un certo peso. La squadra si mise a piangere e lui era l’unico senza lacrime, già versate per la perdita della madre qualche ora prima.

La partita andò male, nonostante un inizio emozionale che valse il vantaggio per 18-3, ma non importò più di tanto alla squadra. Ora c’è d’aver cura di quel ragazzo tanto forte in campo, quanto solo fuori. Ora c’è da affrontare la partita forse più importante: rimanere impassibili, senza emozioni, durante il funerale di mamma Lisa... questo su necessità di Jayla. Ha bisogno di un maschio forte all’interno della famiglia. E Thomas sa anche questo. Intanto Jayla si aggrappa al vestito di suo fratello, proprio sotto lo sguardo dei coaches di Kansas.. tutti con lo stesso pensiero: adottare la bambina.

E non solo per show. Ovvio che la tragedia, purtroppo o per fortuna, mediaticamente ha avuto un seguito pazzesco. Bill e Cindy Self prendono quindi informazioni per adottare la ragazza, ma non ci sono solo loro. Mezza Kansas si sta mobilitando, mandando mail e messaggi per chiederne la custodia. Arrivano donazioni di soldi e borse di studio. Ora è il momento di non lasciare soli T-Rob & la povera Jayla. Proprio in questo momento riappare quindi la figura di James Paris, il padre naturale della bambina, che riesce a convincere Thomas ad affidarle la Jayla. “Ho un sacco di sentimenti contrastanti su James, ma credo che ami sua figlia e lei ami lui. Non potevo essere egoista. Ecco perché è a casa.” Passa il tempo e quando Thomas non è sul campo, torna subito a Washington per stare un po’ con Jayla o le telefona. La sorellina ora comincia a chiedergli quando potrà andare a vivere con lui e Earl le risponde sempre… “presto baby, presto”. Quello che non le dice è che Earl tra poco si dichiarerà eleggibile per il draft Nba e soprattutto richiederà la custodia piena per avere la sua sorellina sempre accanto.

Spero che questo sia l’ultimo anno qui alla Kansas University per lui. Egoisticamente vorrei che rimanesse ancora un anno, ma ha bisogno di andare in NBA.. e sappiamo tutti il perchè.” Così coach Self si pronuncia. Ora Thomas è un ragazzone di 2.08 metri e molti scout Nba lo stanno osservando. Le previsioni del draft dicono possa essere scelto tra la 2° e la 5° posizione. Le qualità son ben note a tutti. C’è chi dice che ha la velocità di Kobe ed un corpo come Lebron James.. dove il cielo è il solo punto massimo. Ma Thomas è Thomas.

E il momento della verità arriva verso fine giugno. Draft 2012. Le prime quattro chiamate vanno lisce. T-Rob è al tavolo con Jayla e altri familiari. Sa che tra poco sentirà il suo nome pronunciato da David Stern. E il momento arriva: “with the Fifth Picks in the 2012 Nba Draft, the Sacramento Kings Select…. Thomas Robinson from Kansas University!”. Esplode la gioia, quasi in lacrime T-Rob rilascia qualche dichiarazione alla TV nazionale, ma quello che non dice colpisce ancora di più. Quello che non dice lo sente anche Lisa che da lassù, insieme a nonni, lo guarda, accarezza e gli grida: MAI INDIETREGGIARE.

Basket e Jayla: questo è tutto quello a cui pensa ora Thomas. Quando Self qualche mese fa gli ha suggerito di piantare un albero in memoria di Lisa fuori dall’Allen Fieldhouse (stadio dei Jayhawks), un posto che Lisa purtroppo non riuscì mai a vedere, Thomas ha pensato subito che fosse un’idea perfetta in sua memoria. Così Self e T-Rob rimasero ad osservare il lavoro dei giardinieri scavare la buca e lo stesso Thomas incastrare tra le radici della pianta, la sua lettera. Vi si legge:

 

Mom,
I guarantee you have no worries about Jayla.
I will make sure everything is okay. I won’t blink.
My promise.

Love,
Earl

Traduzione:

(Mamma,
Ti garantisco che non avrai alcuna preoccupazione per Jayla.
Farò in modo che tutto sarà ok. Non indietreggerò.
Te lo prometto.

Con amore,
EARL.)

 

La piantina dedicata alla madre nel campus di Kansas University

 

 

VIDEO, DRAFT 2012: STERN ANNUNCIA THOMAS ROBINSON AI KINGS

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VIDEO INTERVISTA THOMAS ROBINSON POST-DRAFT E JAYLA:

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Fonte: ESPN.COM

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Pubblicato da
Simone Ipprio

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