Questo sabato, 5 ore prima del contrasto subito a Toronto, il playmaker dei T-Wolves era ai microfoni di NBA TV, dichiarava soddisfatto di essere in forma smagliante, di come il corpo rispondesse bene e di aver ritrovato quel dinamismo, complice di micidiali cambi di velocità, che l’aveva reso noto a Dallas. La gioia di vedere miglioramenti, anche con giocatori chiave in stand-by (causa infortuni) come Love e Rubio.
Dopo un lockout accorciato e una serie di infortuni, Barea ha firmato un contratto da 18 milioni di dollari per 4 anni con Minnesota.
“Per me era più una questione di salute, tornare rapidamente in campo e riacquisire velocità nelle gambe, che dopotutto è quello che ho fatto” ha detto Barea domenica pomeriggio, in una conversazione al telefono a NBA.com “Mi sento molto meglio adesso, quindi spero di continuare questo percorso”
Ma a metà del secondo quarto, sotto di uno contro i Raptors, il folletto di Portorico prende la linea di fondo e si lancia sprezzante, Barea che al massimo è un 1.80m ma realisticamente non è più alto di 1.78m, arrivando al ferro e segnando. Nel traffico impatta accidentalmente sul parquet e sembra ricevere un calcio alla testa prima di sbatterla a terra.
Visibilmente confuso, la serata di Barea finisce qui. La diagnosi è “lieve commozione cerebrale” e Minnesota sarà costretta a giocare con Luke Ridnour in cabina di regia e con un non del tutto ripreso Brandon Roy. Dopo aver perso soltanto 11 palloni nella opening night contro Sacramento, i Timberwolves ne hanno buttati via 24 con i Raptors, vanificando tutto nel 4° periodo e perdendo 105-86.
Barea ha detto di stare già meglio, ma dovrà passare una serie di esami per stabilire se il trauma si è già assorbito.
Il fatto insindacabile è che, mentre Rubio e Love saranno fuori, Minnesota punterà molto sulla scheggia portoricana, che a Dallas è stato un vero fattore per il titolo 2011.
“Mi è piaciuto crescere a Dallas, ma adesso la situazione è un po’ diversa” ha detto Barea: “questa è una squadra di giovani. Ho fatto molto esperienza ai Mavs, so come si vince un titolo. Il coach pretende molto da me, mi sta chiedendo di essere un esempio su cosa serve per vincere.”