Questa notte gli occhi di tutto il mondo erano puntati sull’America, a seguire quello che è stato un risultato elettorale “storico” non solo per i cittadini dei 50 stati confederati che si sono recati alle urne, ma un po’ per tutti noi.
A molti quindi sarà sfuggita la partita che si è svolta alla Chesapeake Energy Arena tra Thunder e Toronto, dall’esito molto più scontato rispetto a quello della contesa elettorale.
OKC ha dominato la partita sin da subito, scavando nei primi minuti di gioco un solco che ha presto superato la doppia cifra ed a poi agevolmente mantenuto il controllo del match. Bargnani all’inizio ha cercato di caricarsi la squadra sulle spalle, mettendo a segno un paio di bombe ed 8 punti totali nel primo quarto, nel quale però Durant e soci hanno chiuso già sul +13, con un confortante 30-17.
Da lì in poi la partita è stata un monologo (o quasi) Thunder, abili come solo loro sanno fare a correre in contropiede e a capitalizzare le situazioni di transizione, sia da palla recuperata che da rimbalzo difensivo. La differenza atletica, unita al morale che con l’andare avanti dell’incontro volge sempre più a favore di Oklahoma, fa si che la partita termini ben prima della sirena finale, lasciando ampio spazio nel finale al garbage time, concedendo un quarto quarto di assoluto riposo a Durant, Westbrook e Ibaka.
Alla fine vince OKC 108 a 88, che manda ben 6 giocatori in doppia cifra e genera 24 assist sui 35 canestri messi a referto, portando il record della franchigia a 2-2, un 50% di vittorie ben al di sotto di quello che prevedibilmente sarà a fine stagione.
I Raptors invece possono recriminare per l’infortunio alla caviglia (del quale ancora non si conosce l’entità) che ha colpito Lowry sul finire del primo tempo, il giocatore migliore nelle prime 3 uscite stagionali di Toronto con i suoi 23.7 punti di media prima del match di questa notte. Bargnani chiude con 5-14 dal campo, 16 punti, conditi da 6 rimbalzi (tutti difensivi) e 2 perse. Ma la sensazione che continua a permeare è quella di una sofferenza fisica (soprattutto in difesa) troppo evidente di fronte allo strapotere di parecchi giocatori della Lega, dettata sicuramente anche dall’inesperienza e dalla mancanza di atletismo e talento del roster dei canadesi, che di certo non aiuta l’italiano a sopperire alle sue mancanze.
Alle prime luci dell’alba abbiamo saputo della riconferma di Obama come Presidente degli Stati Uniti, quando la partita di Oklahoma era già finita. Prendendo a prestito una frase della prima campagna elettore del presidente afroamericano, questa sera nello spogliatoio di OKC coach Brooks avrà detto ai suoi riguardo le ambizioni di titolo, nonostante la partenza di Harden “Yes We Can” !!!