Categorie: L.A. Lakers

Mitch Kupchak rivela i retroscena che han portato all’assunzione di Mike D’Antoni, ed al NO a Phil Jackson

Ci racconti un po’ la situazione che si è creata con Phil Jackson.
Eravamo d’accordo di aspettare fino a Lunedi prima di prendere una decisione effettiva sul lavoro. Noi due abbiamo avuto una discussione riguardante il basket che ovviamente  si incentrava sulla possibilità di allenare i Lakers, e Phil mi ha detto che aveva bisogno di un po’ di tempo. Gli ho chiesto quanto tempo gli servisse e lui ha detto che sarebbe tornato da noi il lunedi. Ho detto: ‘Phl, ho un lavoro da fare ed ho intenzione di continuare la mia ricerca facendo colloqui ad altri candidati’, lui ha annuito e mi fece capire di aver compreso la situazione. Forse qui c’è stata un po’ di incomprensione. Per essere chiari, non abbiamo mai offerto effettivamente un posto di lavoro e lui non mi ha mai detto che avrebbe allenato la squadra. E’ stata semplicemente una discussione riguardante la pallacanestro. Cosi ho fatto quello che detto, e cioè uscire dalla casa di Phil, poi ho effettuato il colloquio con Mike D’Antoni nel pomeriggio di sabato ed un’altra nel pomeriggio della domenica, ma con un altro potenziale candidato. Per tutta la domenica io e il dottor Buss abbiamo continuato a discutere di ciò che sarebbe stato meglio per noi e, dopo telefonate multiple con Mike D’Antoni, nel tardo pomeriggio della domenica stessa abbiamo preso la decisione che sapete tutti. Questa decisione ruotava quasi completamente attorno al personale che abbiamo in squadra e lo stile di gioco che abbiamo pensato di voler far denotare nel prossimo futuro. Abbiamo pensato che alcuni dei nostri giocatori non avrebbero sfruttato il loro potenziale mediante la Triangle Offense (tanto cara a Phil), ed inoltre avrebbe potuto richiedere molto tempo per imparare questo tipo di strategia. Cosi abbiamo optato per Mike

Perchè ha chiamato Jackson a mezzanotte della domenica?
Il nostro pensiero è stato, ‘la cosa peggiore che possiamo fare, dal momento che abbiamo già preso la nostra decisione, è quella di aspettare fino a lunedi’. Avrei avuto il rischio di ricevere una chiamata da Phil e sentirmi dire che avrebbe accettato il lavoro, e successivamente avrei dovuto spiegargli che non eravamo più disposti ad offrirglielo, questo è il motivo per cui ho preferito chiamarlo personalmente domenica notte, sarebbe stato brutto per lui e per noi chiamarlo dopo aver letto le notizie sull’assunzione di Mike D’Antoni. Non avevamo un gentleman agreement che mi obbligava ad aspettare il lunedi per contattare gli altri allenatori ed intanto aspettare una sua risposta. (Successivamente Kupchak ha riconosciuto che, se Jackson avesse messo in chiaro che voleva il lavoro già dal Sabato, tutto ciò che è accaduto successivamente  sarebbe andata in modo diverso.)

La reazione di Phil?
Penso di averlo svegliato, è sempre stato un poco criptico dal telefono, ma penso di averlo svegliato, ma in questo tipo di situazioni non c’è molto di cui parlare. Abbiamo solamente parlato un poco della squadra e di come potrebbe farla giocare e gestirla Mike. Phil ha comunque fatto gli auguri a Mike. Infine gli ho solamente riferito la nostra scelta e  di come avremmo voluto che il gioco dei Lakers potrà essere nel prossimo futuro grazie a D’Antoni.

Cosa avete discusso durante l’incontro di sabato pomeriggio?
Ho letto dello stipendio che PJ mi avrebbe richiesto, ma noi non abbiamo parlato dello stipendio durante l’incontro, io non so perchè avremmo dovuto. Il lavoro non è stato offerto e lui non ha detto che lo avrebbe voluto. Abbiamo avuto un breve incontro personale che magari si sarebbe evoluto ad un livello successivo. Abbiamo parlato invece delle trasferte NBA ma non ci sono state domande o regole che implicassero la possibilità di saltare alcune partite (in trasferta) da parte sua.

Riguardante il colloquio avuto con Mike D’Antoni?
Sono nell’ambiente da molto tempo, e sapevo che non c’erano in giro molti coach veterani e Mike è uno di questi, e lui lo conosco da molto tempo. Abbiamo giocato contro di loro in tutte le serie passate di playoff vs Phoenix, so il lavoro che ha svolto in passato. Domenica abbiamo parlato di diversi argomenti con Mike, ed anche con Buss, per un totale di un paio d’ore. Non penso sia una sorpresa il fatto che lui sia stato interessato ad un team come il nostro, nella sua testa lui ha già in mente come far giocare la squadra ed abbiamo parlato anche di questo, della sua filosofia difensiva, del suo gioco offensivo… vedremo cose diverse da quello che ci mostrava Mike Brown. D’Antoni farà giocare la nostra squadra proprio come noi vorremmo, Brown non ha avuto fortuna con la Princeton Offense e non era l’ideale per i giocatori che abbiamo portato a L.A questa estate.

Ha mai pensato (il sabato) che Phil Jackson potesse essere veramente il coach dei Lakers?
Quando abbiamo deciso di cambiare Mike Brown con qualcun altro abbiamo subito pensato a diverse possibilità e Phil Jackson non era una di queste realisticamente parlando. Ha deciso di ritirarsi un anno e mezzo fa , e solo due mesi fa mi ha detto che non voleva tornare ad allenare ma gli sarebbe piaciuto tornare nel mondo del basket sotto un altro aspetto. Non è stata una sorpresa per me e, quando ci siamo incontrati sabato non ho pensato fin dal primo momento che lui volesse fare parte della nostra organizzazione.  Poi però ci ho provato lo stesso a capire in che condizioni era e cosa ne pensasse veramente lui, ed è quello che ho fatto, direi che dopo quel momento c’era più di una possibilità di avere un suo si, anche se non lo sapremo mai.

Michele Ipprio

 

 

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