Da domenica mattina a Houston c’erano i Lakers (che hanno giocato la partita nella notte), e con loro c’era anche il neo-coach Mike D’Antoni, cioè colui che ha lanciato la carriera NBA di Jeremy Lin a cui sarà eternamente grato (come dichiarato dal giocatore stesso). Proprio dell’ex play di NY si sono concentrate le domande per l’ex coach di Phoenix, il quale ha dichiarato che Jeremy è stato eccessivamente gentile nel ringraziarlo per aver fatto di lui un giocatore vero:
“Lui ha fatto si che tutto questo accadesse. Posso dire che ha cambiato anche la mia vita, quindi è stato qualcosa di utile per entrambi. E’ un ragazzo ottimo, gli auguro il meglio per il futuro, ha meritato tutto questo perchè è stato perseverante nel raggiungere l’obiettivo, è riuscito a rimanere all’interno del roster dei Knicks e ha lavorato duramente, è stato carino ad aver speso parole di ringraziamento verso di me ma ha ovviamente tutto questo non sarebbe successo senza di lui. Cioè che è stato più significativo per me è il fatto che ho un bellissimo ricordo di quelle 2 settimane che ho passato ad allenarlo e a gustarmi le sue prestazioni in campo, incredibili. Non mi interessano le cose negative di quel periodo, io voglio ricordare solamente le cose belle, e di quei tempi io ho solo che un bel ricordo. Noi tutti viviamo di ricordi, e questo è uno dei migliori. Grazie a Lin ho ritrovato più fiducia in me stesso e nel mio sistema di gioco offensivo. In quei mesi ricordo che i miei Knicks non andavano molto bene e non giocavano come io avrei voluto, mi erano sorti dei dubbi sul mio sistema ma poi è arrivato Jeremy a mettere tutto in ordine”
Il finale lo sappiamo tutti: Lin gioca a Houston ed è una delle star dei Rockets (insieme ad Harden) riuscendo a strappare un contratto molto importante che gli garantirà molti soldi ma soprattutto anni sicuri nella NBA. Mike D’Antoni invece, dopo essersi dimesso da coach dei Knicks ha saputo pazientare e, oltre a conquistare un oro alle olimpiadi (nello staff di coach K) con Team Usa, si è visto ricevere una offerta che mai aveva avuto prima: la possibilità di conquistare l’anello a Los Angeles.