Categorie: Brooklyn Nets

Brooklyn Nets, è partito il totonome! Chi sarà il nuovo coach della franchigia newyorchese?

La notizia è stata resa nota ormai da un paio di giorni. Il 27 Dicembre i Brooklyn Nets hanno licenziato coach Avery Johnson, dopo che nel mese di Dicembre la squadra ha subito un drastico crollo delle sue prestazioni. Difatti il coach della franchigia newyorchese è stato votato come miglior allenatore del mese a Novembre, ma questo non è bastato a far si che egli potesse essere confermato alla giuda dei Nets. Il record molto negativo di Dicembre (3-10), l’esser diventata una delle peggiori difese della Lega nelle ultime settimane (dopo un sorprendente inizio di stagione in quanto a solidità difensiva) e soprattutto il deteriorarsi sempre più del rapporto con Deron Williams, hanno fatto sì che la miliardaria proprietà che da quest’anno ha messo piede a Brooklyn abbia messo alla porta il coach.

I primi sentori riguardo la possibilità che si fosse giunti al capolinea dell’esperienza di Johnson alla guida dei Nets erano già trapelati attraverso le dichiarazioni rilasciate da Gerard Wallace dopo la sconfitta contro i Bucks, al termine della quale il giocatore aveva sostanzialmente detto che la squadra è molto meglio del record che ha raggiunto, che il roster è pieno zeppo di talento e che la situazione all’interno dello spogliatoio non è delle migliori. Sintetizzando al massimo, noi siamo un’ottima squadra, è l’allenatore che non è in grado di farci rendere al meglio. La conferma definitiva di tutto ciò si è avuta quando il CEO Brett Yormark, dopo la pesante sconfitta subita la notte del Christmas Game contro Boston, via Twitter ha chiesto scusa ai tifosi dicendo:

“I tifosi dei Nets meritavano di meglio oggi. L’intera organizzazione ha bisogno di lavorare duramente per trovare una soluzione. Ci arriveremo”

Di solito, quando la proprietà si pronuncia in questo modo, la figura dell’allenatore non solo è messa in discussione, ma rischia fortemente l’esonero. E così è stato anche in questa circostanza.

Da giovedì quindi, appena è stata data l’ufficialità della notizia, è scattato il totonome, la caccia al coach che sarà ingaggiato dalla squadra di Brooklyn. Il GM della squadra, Billy King, ha rilasciato subito una conferenza stampa in cui si paventava l’idea che P.J. Carlesimo (diventato head coach ad interim) potesse essere riconfermato alla guida dei Nets (una sorta di riproposizione del caso Woodson ai Knicks). Ovviamente a questa ipotesi non ha dato importanza nessuno. Difatti Carlesimo allenerà le prossime partite (quella nella notte i Nets l’hanno vinta 97 a 81 contro i Bobcats, non proprio una partita impossibile), in funzione del fatto che è stato messo in chiaro sin da subito che l’intenzione non è quella di fare una scelta lampo in stile Lakers, ma viceversa quella di soppesare bene tutte le possibilità per cercare di prendere la scelta migliore.

David Aldridge, giornalista di NBA.com, ha subito contatto l’agente di Phil Jackson, chiedendogli se il suo  assistito fosse interessato alla possibilità di tornare ad allenare. La risposta ricevuta è stata un glaciale ” Phil in questo momento non è interessato al ruolo di allenatore ai Nets”, parole che hanno sopito sul nascere tutte le speranze dei tifosi di rivedere all’opera il coach vincitore nella sua carriera di 11 anelli (soltanto come head coach). Nelle scorse ore sono stati scritti decine di editoriali in cui si immaginavano cifre astronomiche proposte all’ex coach dei Lakers. Si è parlato anche della possibilità che Jackson seguisse la squadra soltanto per le partita in casa, in modo da evitare ricadute rispetto alle precarie condizioni di salute dello storico coach. Ovviamente nulla di tutto questo è stato confermato né tanto meno discusso o accettato.

Stesso tipo di discorso è stato fatto per Stan Van Gundy, ex allenatore degli Orlando Magic, attualmente “libero” sul mercato degli allenatori. Anche in questo caso le parole scelte sono le stesse, scritte da un suo collaboratore via Twitter, rendendo pubblica la sua indisponibilità prima ancora che fossero trapelate delle voci riguardo ad una sua possibile candidatura.

Un altro nome associato ai Nets in queste ultime ore è stato quello di Mike Dunleavy, nato a Brooklyn, ex studente della Nazareth Regional High School, già allenatore di Lakers, Bucks, Blazers e Clippers. E le sue parole, a differenza dei due precedentemente citati, sono state di tutt’altro tipo:

“Io vengo da Brooklyn. Allenare lì sarebbe un sogno che diventa realtà per me. Adesso che la squadra si è trasferita a Brooklyn, per me è diventata davvero la panchina più importante dell’intera NBA. La prima cosa che bisogna fare da allenatore dei Nets è quella di far prendere a Deron i tiri nelle zone del campo da lui predilette.”

Credo però che Dunleavy difficilmente diventarà head coach dei Nets, non perchè non possa fare un buon lavoro, ma perchè il suo non è un nome abbastanza importante da poter essere associato ad una proprietà così ricca come quella Prokhorov, che in queste ore sta dimostrando di prediligere scelte legate all’importanza del nome (per ovvie ragioni di marketing), rispetto a quelle tecniche.

Ennesima ipotesi, che va ad aggiungersi a quelle precedentemente citate, è quella dell’attuale assistente dei Rockets, Kelvin Sampson, che nel periodo in cui Mc Hale è stato costretto a lasciare la panchina di Houston a causa di problemi familiari tristemente noti, si è messo in mostra, facendo un ottimo lavoro in una situazione tutt’altro che semplice. I Rockets hanno iniziato a trovare una propria identità grazie al suo lavoro e tutto ciò che di buono è stato fatto non è sfuggito alla dirigenza dei Nets, che si è dichiarata interessata, ponendo Sampson come serio candidato al ruolo lasciato libero da Avery Johnson. Queste voci sono state confermate anche da Adrian Wojnarowsky, giornalista di Yahoo Sports, il quale ha scritto che lo stesso GM King è molto intrigato da questa ipotesi. Sampson, come già detto per Dunleavy, non è il “grande” nome che la proprietà russa si aspetta, ma sotto l’aspetto tecnico sembra proprio quello che fa al caso dei Nets in quanto a possibilità di amalgamare un gruppo che ha bisogno di qualcuno che sappia anche instaurare un rapporto con i giocatori (cosa che l’assistente allenatore dei Rockets ha dimostrato di saper fare).

Ultimo nome (in ordine di tempo, non di certo per importanza) è quello del noto telecronista di ESPN Jeff Van Gundy, già allenatore per 11 anni in NBA, prima ai Knicks e poi ai Rockets. Sembra però che egli preferisca iniziare una possibile esperienza ai Nets dall’anno prossimo, costringendo Brooklyn a doverlo aspettare per un’intera stagione se vuole assicurarsi i suoi servigi. Così che, qualora fosse confermata tale ipotesi, poi si dovrebbe cercare l’allenatore ad interim, il traghettatore che in questa stagione guidi la squadra, sapendo che a Giugno il suo posto verrà preso da Van Gundy.

Insomma, la confusione e l’indecisione regnano sovrane lungo le sponde dell’Hudson. Anche se credo sia giusto fare una scelta oculata, prendendosi il tempo necessario, non credo che la proprietà voglia buttare all’aria un’intera stagione, nella quale sono stati investiti un bel po’ di verdoni. Per questo credo che a breve ci sarà un’accelerata nei tempi di decisione, tale da portare ad una scelta che spero (da amante del gioco) sia presa nel solco della convenienza tecnica più che di quella pubblicitaria. Anche perchè i tifosi dei Nets sono sicuro che preferiscano un grande gioco più che un grande nome.

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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