Categorie: Editoriali NBA

NBA e Veterani, Da Jason Kidd a Paul Pierce

Oggi stavo allegramente imprecando verso il sito dell’Nba che mi  continuava a rimandare alla Gazzetta, esatto non mi è ancora andata giù questa cosa (e credo di non essere l’unico a pensarla così), quando il mio sguardo indugia su un sondaggio: “Chi è il giocatore over 35 più forte nella Nba?” Incuriosito apro e mi appresto a dare la mia preferenza, i nomi tra cui scegliere sono:

Tim Duncan

Kevin Garnett

Steve Nash

Manu Ginobili

Jason Kidd

Paul Pierce

Fin qui nulla di strano, si parla di grandissimi campioni che stanno facendo più o meno bene ma che comunque a modo loro hanno fatto la storia recente della NBA. Il mio voto, condivisibile o meno, va a Paul Pierce, un po’ per l’amore infinito che provo verso questo giocatore, un po’ perché la sua stagione mi sembra di altissimo livello, un po’ per la mia fede bianco verde. Dopo la votazione si apre la pagina che mostra i risultati di questo sondaggio e qui la mia mascella cade, cito le percentuali:
Tim Duncan (San Antonio)
33.3%

Manu Ginobili (San Antonio)
18.0%

Kevin Garnett (Boston)
16.9%

Steve Nash (L.A. Lakers)
15.2%

Paul Pierce (Boston)
11.9%

Jason Kidd (New York)
4.7%

Su Tim Duncan nulla da dire, effettivamente gli Spurs stanno facendo molto bene e lui sta vivendo una stagione con numeri migliori rispetto alle precedenti, quindi direi che il primo posto è meritato.

Il 18% su Manu Ginobili mi fa sorgere qualche dubbio, molti dubbi ad essere sincero, certo la prima parte del discorso su Duncan vale anche per Ginobili, ovvero San Antonio molto bene ma si può dire lo stesso dell’argentino? Sinceramente penso di no, oltre ai numeri, in vistoso calo dalle stagioni precedenti, Ginobili per la prima volta sembra non avere più tutto quello smalto e quell’energia che l’hanno contraddistinto nelle passate stagioni quindi sono in totale disaccordo con il 18% degli italiani che l’hanno votato e penso che queste preferenze siano date più dal nome che da un’effettiva consapevolezza di cosa stia accadendo oltreoceano.

Kevin Garnett, è un giocatore sicuramente fondamentale per questi Celtics, quando non è in campo difensivamente Boston ne risente e parecchio, anche per lui i numeri sono in calo rispetto al passato e oltre a questi anche la condizione fisica, l’età inizia a farsi sentire anche per l’ex Minnesota e per questo il suo minutaggio è inferiore se rapportato alle passate stagioni. In questo caso il 16.9% mi sembra un pelo esagerato ma più giustificabile del 18 per Ginobili.

Arriviamo a Steve Nash che ha ottenuto il 15.2% delle preferenze, qui mi viene semplicemente da sorridere perché non vedo come si possa valutare un giocatore che su 30 partite ne ha giocate 7 di cui la metà dopo un infortunio e senza certamente entusiasmare. In questo caso il 15.2% deriva sicuramente dai molti tifosi Lakers in Italia e alle belle cose fatte vedere con la maglia Suns ai tempi d’oro. Mah.

Su Paul Pierce e il suo 12% ne parleremo dopo, anche perché questo discorso del sondaggio è in parte un pretesto per poter spendere qualche parola su The Captain And The Truth.

Arriviamo all’ultimo posto del nostro sondaggio con il 4.7% di Jason Kidd,  anche in questo caso sono sbigottito, è stato preso per tirare da 3 e lo sta facendo con il 43% (suo massimo in carriera) e oltre a questo sta portando tanta esperienza ai Knicks, a mio avviso la sua stagione è fino a qui molto buona, troppo bassa la percentuale a lui attribuita

Parliamo ora dello storico capitano dei Celtics, in una stagione in cui sono più le ombre che le luci nel Massachusetts, possiamo tranquillamente dire che P-Square è la vera nota positiva della squadra di coach Rivers. A 35 anni ancora entusiasma i tifosi di Boston, e non solo. L’agilità non è più quella dei tempi d’oro, nemmeno il fiato, Paul lo sa e quindi ha deciso di rallentare drasticamente i suoi ritmi. Vi sfido a trovare un altro giocatore nella storia della pallacanestro in grado di dominare quanto Pierce andando alla sua stessa velocità, si perché Pierce non corre: cammina! Cammina letteralmente per il campo, eppure, pur camminando, riesce a metterne 20 a sera e a risultare a tratti immarcabile. Siamo alla sua 15esima stagione Nba, tutte e 15 in maglia verde, i record di franchigia che detiene sono troppi per essere riportati, ma potete tranquillamente trovarli su wikipedia, gli anni passano e il suo fade away continua ad essere chirurgico anzi, come il migliore dei vini, continua ad aumentare la qualità, anno dopo anno, tiro dopo tiro. Non è un caso se per 10 volte ha partecipato all’All Star Game. Probabilmente a fine carriera l’anello rimarrà solo uno, i titoli di MVP 0, ma chi ha detto che un giocatore si misura dalle vittorie non ha capito molto. I numeri aiutano a comprendere il gioco ma non lo descrivono e quello che ha dato Pierce a questo gioco, a questi Celtics ,va oltre un numero, va oltre ogni statistica. Se tra qualche anno andrete a Boston e chiederete di Paul Pierce vi saranno dette poche semplici parole per ricordalo: “the Captain and the Truth”. 12%, Paul perdonali non sanno quello che fanno.

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