C’è un po’ di nostalgia dei bei vecchi tempi a Lakerslandia , e il nostalgico è quello che meno ti aspetteresti: Kobe Bryant.
Nel suo tweet post-Clippers Kobe era sembrato un pò dubbioso sulle sue prospettive e sui suoi obiettivi:
“Thoughts of self doubt…Am I done? Is this how my career will end?? I REFUSE to give in to these thoughts. #strongwill #countonchallenges”
Pensieri dubbiosi.. Sono finito? è così che la mia carriera finirà?MI RIFIUTO di darla vinta a questi pensieri.
Raramente o quasi mai Kobe aveva espresso dubbi su se stesso, sulle sue capacità e possibilità e anche se chiude il tweet RIFIUTANDOSI di darla vinta a questi pensieri, qualche dubbio nei fan può sorgere. Tuttavia Kobe tenta di fugarlo:
“Tutti hanno questi momenti. Anche io sono umano come ogni altra persona. Ma io penso di reagire in una maniera diversa da tutti gli altri. Non mi lascio abbattere da quei pensieri. Li affronto e li supero, me li lascio alle spalle.”
Bryant, da sempre “un combattente solitario” più che un giocatore di squadra, cerca poi di dare l’esempio ai compagni, di scuoterli mostrandogli una sorta di “Kobe Way”:
“Credo che anche loro abbiano periodi difficili a volte. Non so come loro reagiscano, ma in certi casi lasciano che questi dubbi si prendano la parte migliore di te. Io mi rifiuto che questo succeda.”
Nonostante l’ennesima sconfitta stagionale con i Clippers, maturata nella notte del 4 gennaio allo Staples per 107-102, con un Kobe da 38 punti, lo stesso Bryant è apparso calmo all’allenamento successivo e soprattutto in vena di ricordi, tornando indietro con la memoria al periodo del “Dinamico Duo” Shaq-Kobe che regalò ai Lakers il meraviglioso threepeat 2000-2002.
“Non troverete mai un altro duo come quello.Magari ci sono state altre coppie migliori della nostra, tipo Jordan e Pippen. Ma una coppia con due personalità dominanti come la mia e quella di Shaq, è qualcosa che capita di vedere solo una volta nella vita.”
Ma le cose belle, si sa, durano poco:
“Il punto di rottura per me è stata la sua intervista a ESPN in cui ha detto che non avrei mai vinto un titolo senza di lui. Fino a quel punto ero stato tranquillo. Dopo quell’episodio la linea tra me e lui fu tracciata nella sabbia. È stato fantastico finché è durato, ma doveva finire. Siamo entrambi maschi alfa, era solo questione di tempo prima che accadesse. Cosa succederebbe se metteste Jordan accanto a Chamberlain? Non funzionerebbe.”
Bryant ammette comunque che la rinuncia a O’Neal gli è costata dei titoli, ma parla anche di cosa gli è costato essergli partner:
“Ho sacrificato molti record individuali e probabilmente qualche titolo di MVP della stagione e delle Finals e tanta altra roba. Phil Jackson veniva da me e mi affidava le chiavi della squadra per portarla alle Finals. Ma poi quando arrivavamo là, contro squadre della Eastern Conference che non avevano centri dominanti, il nostro punto di riferimento era Shaq. I miei primati sono ciò che ho sacrificato per vincere titoli. E solo con questi sacrifici abbiamo potuto funzionare come duo.”
Ma Bryant non si sente di fare paragoni tra la situazione di allora e quella attuale che vede al suo fianco un altro centro dominante (anche questo come Shaq proveniente dagli Orlando Magic.. sarà un caso?) che risponde al nome di Dwight Howard:
“Non è la stessa cosa , in quella squadra c’eravamo io e Shaq e un insieme di eccellenti role players. Oggi siamo io, Dwight, Nash e Gasol”.
Gasol che Kobe continua a difendere.
“Abbiamo vinto due titoli con lui. Anzi per la verità li abbiamo vinti avendo lui come punto di riferimento. Io so di cosa è veramente capace.”
Aldilà dell’ennesima arringa gasoliana di Kobe (che può starci o non starci, dipende da che parte state), è curioso vedere Bryant nostalgico dei vecchi tempi e ripensare al periodo di dominio-Lakers di inizio millennio. Che l’età gli stia cominciando a giocare dei brutti scherzi? Che abbia bisogno di cominciare a ricordare per essere felice giocando a pallacanestro?
Ebbene (sperando che me lo concediate).. MI RIFIUTO di pensare che il giocatore più competitivo e più dominante del primo decennio del 2000 si sia arreso all’età e agli acciacchi. MI RIFIUTO di pensare che lascerà i Lakers andare verso il fondo. Bryant ci ha abituato a ben altro, e già negli anni post-Shaq, quando il front-court diceva Chris Mihm- Kwame Brown e non Gasol-Howard, si è caricato la squadra sulle spalle e l’ha trainata nei momenti difficili, nonostante il suo carattere difficile, nonostante il suo modo di fare non proprio accomodante. Questo atleta non ha ancora finito di stupirci e gli avversari del Mamba dovrebbero stare all’erta: certi serpenti sanno essere molto velenosi.