Categorie: Editoriali NBA

Buon sangue non mente, storia della famiglia Curry

Buon sangue non mente, frase spesso detta in maniera circostanziale, ma azzeccatissima per il caso che prenderemo in considerazione oggi, mi riferisco a una famiglia che continua a sfornare talenti per il mondo Nba, i Curry. Ma andiamo con ordine.
La nostra storia parte il 25 Giugno 1964, quando ad Harrisonburg, Virginia, nasce Wardell Stephen Curry, per tutti “Dell”. Dell inizia fin da piccolissimo a giocare a pallacanestro, ma con un difetto. Infatti, come capita a molti bambini, tira con entrambe le mani. All’età di nove anni tuttavia, si rompe il braccio sinistro e questo lo costringe a rivedere la sua tecnica e lo obbliga, per forza di cose, a tirare con una sola mano, affinando e migliorando la sua meccanica, il rilascio e l’esecuzione, cosa che in futuro si rivelerà essenziale. Curry oltre al basket pratica con eccellenti risultati anche il baseball a Virginia Tech, infatti viene scelto con la chiamata numero 14 al draft Mlb del 1985, dai Baltimora Orioles, Dell rifiuta la scelta preferendo tentare la carriera cestistica. La chiamata in Nba non tarda ad arrivare, infatti l’anno successivo Stephen Wardell Curry viene draftato dagli Utah Jazz con la 15esima opzione. L’approdo nel mondo professionistico della palla a spicchi, si materializza forse con qualche anno di ritardo, poiché la dote principale di Dell è il tiro dalla lunga distanza, ma la mancanza all’epoca della linea dei tre punti a livello collegiale non gli permette di farsi notare per le sue doti perimetrali. Dell gioca dal 1986 al 2002 in Nba, vestendo le maglie di Jazz, Cavaliers, Hornets, Bucks ed infine Toronto. Nella sua carriera vince il titolo di sesto uomo dell’anno, nel 1994, quando gioca per Charlotte. Al momento del ritiro, le sue cifre saranno di tutto rispetto, le principali: 12670 punti realizzati (11.7 di media) e un ottimo 40,2% dall’arco.
Detiene, inoltre, il record di tutti i tempi per palle recuperate a Virginia Tech (295) ed è il secondo miglior realizzatore nella storia dell’università con 2389 punti. Nel 1998 nasce anche la “Dell Curry Foundation”, associazione impegnata socialmente contro le sostanze stupefacenti.
Nel frattempo, Dell si sposa con Sonya (ex giocatrice di volley) e con lei mette al mondo tre figli, due maschi Stephen e Seth e una femmina Sydell.
Il primo genito è Wardell Stephen Curry II (classe ’88), attuale stella dei Warriors e settima scelta assoluta nel draft 2009, mi sembra superfluo parlare di un giocatore così noto ai più, pertanto spenderò solo poche parole su questo immenso talento. A livello di High school le cifre di Curry sono impressionanti (48% da tre punti), ogni record della scuola frantumato, tuttavia il suo esile fisico lascia troppi dubbi ai vari College, che esitano ad offrirgli una borsa di studio. Gioca quindi per i Davidson Wildcats per poi arrivare come già detto ai Golden State Warriors, dove malgrado i persistenti dubbi sulla mancanza di fisicità, riesce ad imporsi, grazie ad ottime doti realizzative. La principale arma offensiva di Stephen è senza dubbio il tiro da tre punti, come il padre, fino ad ora ha sempre concluso le stagioni con percentuali intorno al 45%. Nell’annata in corso si trova per la prima volta ad essere la vera stella della squadra, dopo la cessione di Monta Ellis, e i risultati gli stanno dando ragione consacrandolo come uno dei migliori esterni attualmente in Nba, il 46% da 3, i 20 punti abbondanti di media, i 6.6 assist a notte e l’ottimo record della sua franchigia lo testimoniano.
Seth Adham Curry, classe ’90, è l’ultimo gioiello cestitico di famiglia. Attualmente gioca il suo anno da Senior per l’università di Duke, una delle principali indiziate per tagliare l’ultima retina stagionale. Con la maglia dei Blue Devils ha fatto vedere cose molto interessanti già negli anni passati, ma le presenze nel roster di giocatori di altissimo livello, Kyrie Irving prima e Austin Rivers poi, in parte lo hanno oscurato e ne hanno limitato le iniziative. Quest’anno Seth sembra aver finalmente trovato la sua dimensione, riuscendo a viaggiare a 16.4 punti ad allacciata di scarpe con il 42,4% dalla lunga, vizio di famiglia. La sua scelta al momento è data alla numero 22, ma a mio avviso è destinata a salire fino almeno alle prime 15 grazie anche ai successi della sua squadra.
Non ci resta che aspettare la prossima stagione per vedere un altro Curry solcare i campi Nba. È proprio vero, buon sangue non mente.

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