Categorie: Editoriali NBA

Gallinari, è l’anno della consacrazione? Il talento italiano sempre più leader in campo e fuori!

Dopo l’ennesima meravigliosa prestazione fornita contro i malcapitati Milwaukee Bucks da Danilo Gallinari, ho finalmente deciso di scrivere un articolo sui progressi fatti in questa stagione dal giocatore dei Nuggets e su come il 24enne di Sant’Angelo Lodigiano stia riuscendo ad affermarsi non solo come il più in forma all’interno della ristretta cerchia italiana in NBA (non che Bargnani e Belinelli stiano facendo molto per contendergli questo primato), ma tra i migliori in assoluto dell’intera Lega. Numeri, prestazioni e rendimento sono li a testimoniarlo.

Andiamo con ordine. Partiamo da coach Karl e dalle dichiarazioni che ha rilasciato nel post partita di Mercoledì scorso in seguito alla vittoria ottenuta contro Houston, grazie soprattutto all’apporto di un decisivo Gallinari che ha messo a referto 27 punti, 5 rimbalzi e 4 stoppate (tra cui quella decisiva nelle fasi finali del match su Lin). Le parole sono riportate all’interno di un articolo pubblicato sul Denver Post dal titolo “Danilo Gallinari becoming a pressure cooker in the 4th quarter”, un’infernale pentola a pressione pronta a saltare sulla partita quando più conta. Il giornalista si pone inizialmente la domanda: può il giocatore italiano, alla luce dell’ottima stagione finora disputata, ambire a diventare il leader dei Nuggets? La risposta non la da lui, ma Karl, l’allenatore di Danilo:

Penso che le prestazioni messe in campo da Gallinari lo stiano portando all’interno di quelle lotte per affermare “Chi è il nostro miglior giocatore?”. Io non ho problemi a dire che in molte serata, nella maggior parte di esse, lui è il nostro miglior giocatore”

Parole che pesano, soprattutto se consideriamo che, nonostante l’idea di gioco di coach Karl preveda l’assenza di leader in ragione di una capillare ed equa distribuzione delle responsabilità offensive, è innegabile il fatto che Danilo nelle ultime settimana abbia più volte fatto la giocata decisiva, quella da leader, quella che gli ha permesso di diventare agli occhi del suo coach il giocatore chiave della franchigia, nonostante l’arrivo in estate di Iguodala.

La seconda particolarità di quello che definirei il “fenomeno Gallinari” sta nella bellezza delle giocate che sta mettendo in mostra sul parquet, riservandosi sempre un posto di prestigio all’interno delle Top5 ogni volta che i Nuggets scendono in campo. Come esempio di quanto appena affermato, riporto i video delle 2 giocate che più mi hanno colpito:

La prima giocata è quella che risale alla partita contro i Memphis Grizzlies, un auto alley-oop lanciando la palla sul tabellone in una situazione di emergenza all’interno dell’area. Quello che più colpisce è il fatto che, oltre ad essere spettacolare, è in realtà la soluzione più “comoda” e ad alta percentuale per andare a canestro, mettendo allo stesso tempo in evidenza il fatto che l’inventiva e la fantasiosità non mancano di certo al talento italiano.

Il secondo video invece è quello relativo alla sopracitata partita di 2 giorni fa contro i Bucks. Negli States questo tipo di conclusioni vengono definite “circus shot”, evidenziando il fatto che l’alta spettacolarità del gesto lascia di stucco lo spettatore come quando ci si ritrova di fronte a meraviglie che siamo abituati a vedere soltanto al circo. Il telecronista nel video non nasconde questo stupore, urlando subito dopo la realizzazione “The shot of the Century”, dimenticando in quel momento di euforia decine di tiri quantomeno paragonabili alla prodezza del Gallo. Piccola nota a margine è stato il siparietto di fine partita legato all’entusiasmo che questo canestro ha scatenato all’interno del Pepsi Center. L’ex giocatore dell’Armani ha risposto dicendo “They loved it for the tacos”, riferendosi al fatto che quel canestro avesse portato a 110 i punti dei Nuggets, garantendo ai fan di Denver una porzione di 4 tacos al prezzo di 1 solo dollaro.

Le parole di Karl e i video delle giocate servono a raccontare brevemente come il talento italiano si sia conquistato ampio spazio sia nella testa del suo allenatore che nel cuore dei suoi tifosi. Tutto questo è stato possibile però soltanto grazie alle decine di migliorie tecniche e tattiche che Danilo ha apportato al suo gioco in questa stagione, come il diventare più aggressivo, il prendere decisioni veloci, l’essere più presente a rimbalzo. Analizziamo alcuni aspetti in maniera dettagliata.

Partirei dai numeri che Gallinari sta mettendo insieme nelle ultime uscite, partendo dalla shot chart riguardante soltanto le ultime 7 partite, coincidente cioè con il filotto di vittorie ancora aperto che i Nuggets stanno cavalcando.

La presenza di zone gialle non deve ingannare, visto che in realtà vengono dipinte con quel colore gli spicchi di campo in cui le percentuali al tiro del giocatore oscillano tra +5% e -5% rispetto alla media NBA. Soltanto nelle due prossime al canestro la percentuale è inferiore a quella dell’intera Lega, ma solo dello 0,2% e dello 0,9%. In generale però si nota che le uniche zone a bassa percentuale sono quelle dalla media, dove il Gallo però ha preso soltanto 9 dei suoi 96 tiri, meno del 10%. Questi numeri (50% dal campo con 20,6 punti di media e 5,1 rimbalzi a partita) fanno si che Danilo sia tra i primi 20 giocatori NBA delle ultime settimana, nonostante all’interno della graduatoria sia nettamente ultimo in quanto a tentativi dal campo (13,7), frutto della già citata visione cestistica di coach Karl. Il giocatore di Sant’Angelo Lodigiano sembra quindi raggiungere eccellenti risultati senza avere bisogno di tutte quelle forzature di cui i vari James, Bryant, Anthony ecc godono all’interno dei rispettivi sistemi di gioco.

La vera svolta però del gioco dell’ala dei Nuggets è stata quella di mostrarsi più aggressivo rispetto alle altre stagioni, non accontentandosi di essere soltanto un giocatore perimetrale, ma attaccando con molta più decisione il ferro, prendendo conclusioni a percentuale più alta e portando a casa un alto numero di tiri liberi.

Nelle due figure vengono rispettivamente riportate le percentuali del numero di tiri presi in quella determinata zona rispetto al valore totale di conclusioni. Quella di sinistra è relativa alla stagione 2010, anno in cui il Gallo militava ancora ai Knicks, mentre quella di destra è quella relativa alle 48 partite finora disputate in questa regular season. La statistica che balza subito agli occhi è la percentuale del numero di tiri che Danilo prende in prossimità del ferro, accresciuta dal 21,6 al 34%, con relativa decrescita di quelli da 3, passati dall’essere il 52,4% (influiva certamente anche il sistema D’Antoni in questo) al 40,8 di questa prima metà di regular season. Se a questo si aggiunge il fatto che Gallinari in stagione abbia già tirato 235 liberi, mentre nel 2010 in totale ne ha tirati 307, si ha un quadro ancora più completo di quanto sia diventato aggressivo il giocatore.

A questo si potrebbero aggiungere decine di statistiche sulle migliorie del giocatore, come l’aumento di mese in mese della sua percentuale dal campo (38,5% a Novembre, 42% a Dicembre e 46,9% a Gennaio), oppure il fatto che il plus/minus di Danilo in questa stagione è pari a +4.6, raggiungendo picchi di +8,5 nelle partite in casa e +8,6 nelle partite vinte dai Nuggets. Si potrebbe dire che sia il numero dei rimbalzi che quello degli assist messo a referto sia già paragonabile alla già citata stagione del 2010 (la migliore finora giocata dal Gallo) nonostante abbia disputato più di 30 partite in meno.

Concludo però con le percentuali di tiro generali della stagione, perchè nonostante appaia un rivedibile 42,5% al tiro, spero ci si possa rendere conto di quanto sia aumentata l’efficacia del giocatore. Anche in questo caso abbiamo la conferma del fatto che la zona “critica”, quella dalla quale il giocatore italiano fatica di più a mettere punti a referto, sia quella dalla media distanza, confermandosi buon tiratore solo dall’angolo sinistro. Punti di forza invece sono il gioco vicino a canestro (già 111 i palloni mandati a bersaglio da sotto) e il tiro da 3 sia dagli angoli che quelli presi nella fascia destra del campo, palleggiando cioè con la prediletta mano destra che gli permette una meccanica di tiro più fluida e dal rendimento migliore.

I prossimi avversari di Denver saranno i Bulls di Belinelli, una delle migliori difese della Lega. Il consiglio che possiamo dare ai ragazzi di coach Thibodeau per provare a limitare un Gallinari così è, oltre al mandarlo a sinistra e a farlo tirare dalla media, solo quello di incrociare le dita e sperare che non faccia canestro. Non sarà tra i selezionati per la partita delle stelle del prossimo 17 Febbraio, ma per lui, dati alla mano, il raggiungimento di un obiettivo così importante è sempre più vicino.

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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