Categorie: Editoriali NBA

Pagellone di metà stagione

Giunti alla pausa dell’All Star Game, è tempo di bilanci per le 30 franchigie NBA. Come di consueto, per alcune di esse l’annata si sta rivelando particolarmente positiva, per altre decisamente negativa. Sempre ricordando che i veri conti si faranno tra Aprile e Giugno, ecco i nostri personalissimi voti di metà stagione correlati da alcune statistiche.

Atlanta Hawks: 6,5. Dopo un eccellente avvio, gli Hawks sono rientrati nei ranghi della Eastern Conference, giocando comunque un basket solido ed equilibrato e mostrandosi in prospettiva un cliente scomodo nei Playoffs. Il tutto ruota attorno a Josh Smith e Al Horford, rispettivamente miglior realizzatore e miglior rimbalzista della squadra, con il primo costantemente al centro di discussioni di mercato.

Boston Celtics: 7. Il voto deriva essenzialmente dal cuore dimostrato nelle ultime partite. Dopo aver perso per la stagione Rajon Rondo, Jared Sullinger e, più recentemente, Leandro Barbosa, i Celtics hanno reagito alla grande con 8 vittorie in 9 gare. Ancora sugli scudi Pierce, top scorer, e Garnett, miglior rimbalzista. Dopo l’All Star Game avranno 9 trasferte in 11 incontri che diranno molto della loro stagione.

Brooklyn Nets: 6,5. Una partenza slanciata, un calo fisiologico costato il posto ad Avery Johnson e la ricrescita sotto il nuovo coach P. J. Carlesimo. I Nets saranno osso duro da battere nella postseason nonostante una stagione non trascendentale di Deron Williams. Occhio al calendario di fine marzo che prevede ben 8 trasferte di fila. Miglior marcatore Brook Lopez, a 19 di media, mentre il top rebounder è l’idolo delle folle, Reggie Evans, con 9.2 in meno di 23 minuti.

Charlotte Bobcats: 4,5 di incoraggiamento. Mezzo voto in più per la partenza folgorante 7-5. Da allora non ne hanno azzeccata mezza, con 18 sconfitte di fila e 2 mesi senza vincere davanti al proprio pubblico. Qualche sprazzo si è intravisto da Kemba Walker, miglior marcatore ed assistman della squadra. Solo il ritorno in campo di un cinquantenne di nome Michael Jordan potrebbe salvarli. E no, purtroppo per i Bobcats non si tratta di una battuta.

Chicago Bulls: 7. Un trattato su come giocare, difendere ma soprattutto vincere senza il proprio miglior giocatore, tale Derrick Rose. Il merito, ancora una volta, è di coach Thibodeau e della sua più volte osannata organizzazione difensiva. Il solito metronomo Deng, miglior realizzatore, grande stagione di Noah, oltre 11 rimbalzi di media, e buon impatto di Marco Belinelli, che ha già risolto alcune partite con le sue giocate. Oltre a qualche sconfitta casalinga di troppo, il dubbio che aleggia sui Bulls è legato indissolubilmente al rientro o meno di Rose in questa stagione.

Cleveland Cavaliers: 5. I Cavs hanno dato qualche segnale di vita nelle ultime settimane dopo l’acquisizione di Speights ed Ellington dai Memphis Grizzlies. Per tutto il resto c’è Kyrie Irving, 20 anni, 23,5 punti di media a partita, prima convocazione per l’All Star Game e soprattutto una sinistra tendenza a decidere le gare nei finali tirati. Pesante la perdita per tutta la stagione di Anderson Varejao, miglior rimbalzista della Lega, per una squadra che comunque potrebbe avere un discreto futuro nelle prossime stagioni.

Dallas Mavericks: 5. Solo due anni fa festeggiavano il primo titolo della franchigia. Se la stagione finisse oggi, non farebbero i playoffs per la prima volta in più di una decade. Troppe le gare saltate da Dirk Nowitzki, una trentina circa, e il solo OJ Mayo, top scorer, non è riuscito da solo a fare le proverbiali pentole e coperchi. Discreta stagione dalla panchina di Vince Carter. La postseason è ancora alla portata, ma il calendario non è particolarmente amico.

Denver Nuggets: 6,5. Sotto il 50% di record fino a metà Dicembre, Denver ha cambiato passo con 9 vittorie di fila di recente. Squadra lunga, atletica, che sfrutta molto il fattore campo nella Mile High City. Miglior marcatore, a 17 di media, Danilo Gallinari, mentre Kenneth Faried e Ty Lawson sono rispettivamente il rimbalzista principe e il top assistman della squadra. Devono migliorare il rendimento esterno per poter effettuare il successivo step di livello.

Detroit Pistons: 5+. Otto sconfitte per iniziare la stagione, i Pistons, o meglio il loro staff tecnico, ha tergiversato fin troppo per dare spazio al rookie Andre Drummond, grande promessa della squadra. Miglior realizzatore e rimbalzista è l’altro lungo di riferimento, Greg Monroe, mentre l’acquisto di Calderon dovrebbe dare qualche garanzia in più in cabina di regia.Con un calendario particolarmente probante da qui alla fine della stagione, l’importante per i Pistons sarà nella offseason, dove negli ultimi anni Joe Dumars pare aver perso lo smalto di un tempo.

Golden State Warriors: 7. Tra le sorprese della stagione, nonostante le recenti cinque sconfitte filate. Merito di coach Mark Jackson in panchina e di Stephen Curry sul campo. Ottima annata anche per David Lee, la conferma di Thompson e la solidità del sesto e settimo uomo, ossia Jack e Landry. Se non compiono veri suicidi ritorneranno ai playoffs, dove si farà sentire il ritorno, avvenuto da qualche partita, di Andrew Bogut.

Houston Rockets: 6. Stagione ondivaga per la squadra che attualmente ha l’attacco che produce più punti a partita (106). Una serie di 7 sconfitte di seguito ad un certo punto pareva aver messo a repentaglio quanto di buono prodotto specialmente da James Harden, ormai una delle star della Lega a 26 punti di media. Ottima stagione di Asik, discreta solamente quella di Jeremy Lin. Dovranno difendersi dall’assalto di diverse squadre per agguantare la postseason, il calendario non è dei peggiori, con un periodo di 9 partite casalinghe su 10 nella seconda metà di Marzo.

Indiana Pacers: 6,5. Quindici vittorie di fila in casa, con qualche recente battuta d’arresto, Paul George all’All Star Game e il vicino rientro di Danny Granger, finora inutilizzato. La delusione finora si chiama Roy Hibbert e la sua scadente percentuale dal campo. Col giusto accoppiamento i Pacers possono ambire alla Finale di Conference.

Los Angeles Clippers: 8-. Il segno meno solo per qualche partita persa di troppo e per i dubbi che comunque ancora aleggiano attorno a coach Vinny Del Negro. Per il resto è una stagione memorabile per Lob City, che ha accentuato ulteriormente la predominanza cittadina sull”altra squadra” di Los Angeles. 17 vittorie di fila, la panchina migliore della Lega, Chris Paul a guidare la baracca e un Blake Griffin più maturo ma sempre spettacolare. Per i Clippers l’obbiettivo non può non essere almeno la Finale dell’Ovest.

Los Angeles Lakers. Qua il voto andrebbe disgiunto. Sul campo si meritano un 4,5, nonostante un Bryant a tratti irreale, sia come realizzatore che come passatore. La difesa è porosa, in attacco si è distanti anni luce dai Suns di D’Antoni, la chimica è ancora tutta da costruire. In poche parole non è accettabile un record perdente all’All Star Break per una squadra costruita per vincere tutto, nonostante la postseason sia ancora a portata di mano. Fuori dal campo i Lakers si meritano 10, come da tradizione. Una serie di diatribe, colpi di scena, litigi veri o finti, dichiarazioni al vetriolo tra giocatori e ipotesi di mercato che possono avere luogo solo nella città di Hollywood.

Memphis Grizzlies: 7. Una grandissima partenza per i ragazzi di coach Hollins, che da lì in poi si sono mantenuti stabilmente tra le prime 4 ad Ovest. La difesa compensa un attacco a volte troppo stagnante. Doppia doppia di media per Zach Randolph, ci si aspetta qualcosina in più da Marc Gasol, a maggior ragione dopo la partenza di Rudy Gay. Memphis verrà particolarmente scrutinata in una seconda parte di stagione che prevede uno dei calendari più difficili, con molte trasferte in programma.

Miami Heat: 7,5. I campioni in carica sono stabilmente in testa nella Eastern Conference. Superata la solita crisetta di metà stagione, dovuta quest’anno alla questione rimbalzi concessi, gli Heat sanno che verranno valutati esclusivamente in base alle prestazioni da Aprile in poi. Lebron James si conferma alieno tra gli uomini, con una serie di partite irreali che potrebbero fruttargli un altro titolo di MVP. Tra i punti deboli della squadra, la fragilità esterna e le difficoltà incontrate con le prime della classe dell’Est.

Milwaukee Bucks: 6. I Bucks navigano costantemente attorno al 50% di vittorie, un trend confermato anche dopo l’avvicendamento in panchina tra Skiles e Jim Boylan. Esploso Larry Sanders, miglior stoppatore NBA con 3.2 a partita, qualche dubbio risiede nel reparto guardie. Brandon Jennings e Monta Ellis producono oltre 36 punti a partita in coppia, ma le loro percentuali dal campo troppo spesso sono state basse. Attualmente hanno un vantaggio rassicurante per l’ottavo ed ultimo posto playoff ad Est.

Minnesota Timberwolves: 5,5 di stima. Per il secondo anno di seguito la sfortuna si è materializzata sotto forma di infortuni per gli uomini di Adelman, pure lui costretto a saltare alcune partite per la moglie malata. Love, Roy, Budinger, il rookie Lee:tutti con infortuni che li stanno perseguitando da mesi. A questi aggiungiamo le altre partite saltate da gente come Kirilenko e Pekovic e il rientro a stagione in corsa di Ricky Rubio. A meno di miracoli, anche per questa stagione niente Playoffs.

New Orleans Hornets: 5-. Stagione abulica per i futuri Pelicans. Tra le note liete, i progressi del play Greivis Vasquez e la conferma di Ryan Anderson, top scorer. Ci si attendeva di più dalla primissima chiamata Anthony Davis mentre al solito Eric Gordon è stato frenato dagli infortuni. La testa è al prossimo Draft dove si spera di poter scegliere nuovamente tra le posizioni più alte.

New York Knicks: 7+. Ottima stagione per la squadra della Grande Mela, guidata da un Carmelo Anthony alla migliore annata della sua carriera, non solo dal punto di vista meramente realizzativo. Dalla panchina esce un efficace JR Smith mentre il ritorno di Stoudemire non ha intaccato gli equilibri della squadra. Per la prima volta dopo oltre un decennio, New York arriva alla postseason come una delle squadre da battere nella Eastern Conference.

Oklahoma City Thunder: 8-. Un Kevin Durant degno di MVP sta guidando i Thunder ad un’altra stagione nella élite della Western Conference. A spalleggiarlo, il solito Russell Westbrook mentre dalla panchina al momento Kevin Martin sta riuscendo a sopperire alla partenza di Harden. L’obbiettivo è chiaramente essere di nuovo in campo a Giugno e vendicarsi delle scorse Finali, anche se le due sconfitte stagionali contro Miami non sono state comunque un segnale incoraggiante.

Orlando Magic: 5. Due serie, rispettivamente, di 10 e 12 sconfitte di fila hanno cancellato quanto di buono fatto in avvio dai ragazzi di coach Vaughn. Grande stagione di Nikola Vucevic, con 11,5 rimbalzi catturati ad incontro, ma l’attacco è stato fin troppe volte deficitario. Dopo i fasti dell’era Howard, Orlando si riaffaccia al Draft con la speranza di uscirne ancora una volta vittoriosa.

Philadelphia 76ers: 5,5. I 76ers pagano l’assenza di Andrew Bynum, ancora inutilizzato in questa stagione a causa delle solite ginocchia. La squadra era stata costruita attorno al centro e per questo non deve essere valutata troppo negativamente. Philadelphia deve sperare nel ritorno di Bynum e/o nel crollo di Milwaukee per riuscire ad agguantare l’ottava moneta ad Est. Grande stagione di Jrue Holiday, miglior realizzatore e passatore nonché scelto per l’All Star Game.

Phoenix Suns: 4,5. Stagione molto negativa per la franchigia dell’Arizona, nonostante il roster non fosse da bassifondi della Western Conference. Top scorer Goran Dragic, ma annata decisamente abulica e contraddistinta anche dal cambio di allenatore. Potrebbe esserci qualche trade prima del 21 Febbraio per accelerare il processo di ricrescita della squadra.

Portland Trail Blazers: 6. Annata finora sufficiente per la formazione dell’Oregon, anche se le ultime cinque partite, tutte perse, potrebbero pregiudicare la corsa ai Playoffs. Lillard probabile Rookie dell’anno, ottima stagione di Aldridge e anche J.J. Hickson si sta dimostrando un onesto comprimario. Quasi imbattibile tra le mura amiche, Portland deve cambiare registro in trasferta se vuole coltivare ancora speranze di postseason.

Sacramento Kings: 5-. Ultimi per punti concessi a partita, ultimi per defensive rating: basterebbe questo per spiegare la stagione dei Kings. A complicare il tutto, le sempre più insistenti voci sul trasferimento della franchigia a Seattle. Miglior realizzatore e miglior rimbalzista DeMarcus Cousins, ma ancora una volta bassa percentuale dal campo (45%) e troppe bizze in campo. La partita più importante i Kings però la stanno giocando fuori dal parquet, per la propria esistenza.

San Antonio Spurs: 8. Miglior record per i texani alla pausa dell’All Star Game, giunta nel mezzo del classico Rodeo trip. Tony Parker sta giocando a livelli di MVP assoluto e ha saputo sopperire a qualche assenza di troppo di Duncan e Ginobili. Anche nelle scorse stagioni gli Spurs avevano confezionato eccellenti regular seasons per poi naufragare quando contava di più. Se vogliono davvero regalare un’ultima gioia al proprio numero 21 devono necessariamente invertire questo trend.

Toronto Raptors: 5+. Partiti 4-19, i canadesi sono riusciti a cambiare passo. Niente di trascendentale, ma il record da allora è stato in positivo e l’acquisizione di Gay ha dotato la squadra di un vero match winner quando la palla scotta. Sembra finita l’avventura a Toronto di Andrea Bargnani. Tra un serio infortunio e le continue voci di mercato, potrebbe davvero cambiare maglia prima della deadline.

Utah Jazz: 6+. Utah attualmente è al settimo posto nella Western Conference. Il fattore campo è tradizionalmente amico dei mormoni mentre lontano dalla EnergySolutions Arena la squadra si è mostrata fragile. Ultimamente coach Corbin ha dato più spazio a giovani come Burks e Kanter, il futuro della franchigia assieme a Favors e Hayward. Miglior realizzatore e rimbalzista è Al Jefferson. Come per Houston, anche i Jazz devono stare attenti più a quello che succede alle loro spalle in classifica piuttosto che a squadre come Denver o Golden State.

Washington Wizards: 5. Dopo un comico avvio (0-12), il ritorno di John Wall ha fruttato qualche ottima vittoria per i giovani Wizards. Anche il brasiliano Nenè sta lentamente trovando la forma dopo l’infortunio, mentre buoni segnali arrivano dal rookie Bradley Beal. Washington rimane comunque ancorata all’ultimo posto nelle speciali classifiche di punti per gara ed offensive rating e pare destinata all’ennesima stagione da Lottery.

Alessandro Scuto

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