Los Angeles Lakers in completa rincorsa playoffs. La squadra di Mike D’Antoni, nonostante la sconfitta nella notte contro i Denver Nuggets di Danilo Gallinari, continua a sperare nell’approdo in post-season a discapito degli Houston Rockets. A guidare la ciurma gialloviola c’è il solito Kobe Bryant. Il ‘Black Mamba’ negli ultimi match ha sfornato prestazioni degne del suo nome, confessando di essere entrato in modalità “intrattabile” e pronto a prendersi come sempre le responsabilità dell’attacco:
“So che non è il massimo per chi mi sta intorno, ma spero che porti buoni risultati – ha spiegato Kobe, che a Dallas nella serata di domenica ha segnato 14 dei sui 38 punti durante l’ultimo quarto -. E penso che probabilmente le cose non cambieranno fino a giugno. Cosa pensa dello sforzo economico dei Lakers per costruire una squadra all’altezza? Lo apprezzo molto. Questa è una di quelle franchigie che si prende a cuore le persone. Questa instaura un’atmosfera familiare e sa davvero come ricompensare coloro che si sacrificano per la squadra, che giocano al massimo e si prendono degli impegni a lungo termine”.
Poi su Dwight Howard, compagno di squadra di Kobe e più volte criticato dallo stesso numero 24 giallioviola per le prestazioni non troppo convincenti dell’ex giocatore dei Magic, Bryant dice:
“Nella partita contro i Dallas Mavs è stato fantastico. Una serata storta al tiro può capitare a tutti. Lui prendeva un sacco di colpi e penso anche che on siano stati fischiati molti falli su di lui, comunque, sembrava che quando andava al tiro, la palla non volesse entrare. Ma normalmente questi sono tiri che riesce tranquillamente a mettere dentro. Insomma, ha lottato, ha cercato molti tiri ed è stato molto attivo sul pick and roll. Dal punto di vista difensivo Dwight è stato determinante. Playoff? Ci siamo, adesso dobbiamo solo mettere la nostra forza in campo per chiudere con una buona serie”.
Steve Nash invece predica cautela:
“Penso che non abbiamo ancora trovato un’identità. Giochiamo in vari modi diversi e ancora stiamo cercando la nostra identità”.
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