Sono tante le pellicole cinematografiche che hanno visto come protagonisti (e non) tanti giocatori che figurano nella NBA. Una delle più belle e tutt’ora conosciute è sicuramente ‘He got game‘, con un giovanissimo Ray Allen a coprire il ruolo di protagonista.
Allen aveva 22 anni quando apparì nel capolavoro di Spike Lee, al fianco di Denzel Washington, nel 1998. La trama era più incentrata su Jake Shuttlesworth (Denzel appunto), ma la performance di Ray Allen come miglior prospetto della nazione, sarà sempre ricordata.
Negli anni successivi, iniziando da Milwaukee, passando per Seattle e vincendo l’anello a Boston, Ray Allen è diventato e si è consacrato come uno dei migliori giocatori della lega e forse il miglior tiratore da tre della storia.
Quest’anno è approdato a South Beach, facendo parte di un progetto in cui deve far valere le sue doti di cecchino entrando dalla panchina. Proprio i suoi nuovi compagni hanno detto di chiamarlo ancora ‘Jesus‘ (Shuttlesworth) in certe occasioni, nonostante sia passato tanto tempo dalla sua interpretazione nel film.
Mario Chalmers su tutti, ha dichiarato che He got game è uno dei suoi film preferiti e ha rilasciato alcune dichiarazioni sul compagno di squadra.
“Noi lo chiamiamo così quando ha la mano calda o quando fa qualcosa di eccezionale. Lo chiamiamo ‘Jesus’ e lui qualche volta si gira e sorride.”
L’aneddoto è stato pubblicato da una giornalista, Holly Mackenzie, che ha prontamente twittato l’accaduto.
“LeBron hile I was waiting for Ray, “You waiting on Jesus?” Then he joked about not being ready to meet Jesus for a long while.”
Così Jesus Shuttlesworth è ancora vivo nella mente dei compagni e dei colleghi, che lo rivedono in quell’aura magica che lascia Ray Allen dopo ogni tiro dalla distanza.