Esattamente 18 anni fa di questi tempi Michael Jordan tornava dall’esperienza nel baseball con i Birmingham Barons, indossando la nuova maglia numero 45. Il ritorno della superstar servì a riscaldare nuovamente il cuori dei tifosi dei Bulls, non ancora del tutto sazi di successi.
A distanza di anni, in un’epoca caratterizzata dalla frenesia dei social network, non sarà scappato all’occhio che ieri alla Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis era presente anche Derrick Rose, che sedeva sulla panchina dei Bulls per la prima volta in stagione da quando, il 28 Aprile scorso, la rottura del legamento crociato ha fatto terminare in anticipo la sua stagione 2011-2012 e ha compromesso pesantemente la stagione attuale sia di Rose che, di riflesso, dei Bulls, dei quali D-Rose è la superstar indiscussa. E nella partita contro Indiana, persa dai Bulls 97-92, il nostro è stato molto attivo dalla panchina, sfruttando i timeout per scambiare osservazioni sulla partita con i compagni e scattando spesso in piedi per evidenziarne le giocate positive.
La presenza di Rose in panchina non ha comunque dato ai Bulls quella carica in più, necessaria per portare a casa la vittoria contro una delle migliori squadre della Eastern Conference, quegli Indiana Pacers, secondi a Est e diretti rivali dei tori per la vittoria della Central Division della NBA. Anzi al contrario: la presenza in panca del playmaker è servita ancora una volta a operare gli usuali raffronti sui risultati che si sarebbero potuti conseguire se il no.1 fosse stato in campo e quelli, non esaltanti, che effettivamente i Bulls, pur sotto la sapiente guida di coach Thibodeau, hanno finora raggiunto.
Chicago ha perso due opportunità di pareggiare il conto nei minuti finali sul 95-92 per Indiana, prima con la tripla sbagliata da Belinelli e poi con la mancata correzione di Noah in seguito a un rimbalzo che, anche non dando il pareggio, avrebbe tenuto in corsa la franchigia della Windy City. A terminare il conto per Indiana ci ha pensato David West, miglior marcatore dei suoi con 31 punti conditi da 7 rimbalzi, che a 0.5 secondi dalla fine realizza i 2 tiri liberi del 97-92, che valgono per Indiana la terza vittoria consecutiva in stagione contro Chicago (non succedeva dal 2003-2004), falcidiata dagli infortuni di Hinrich, Hamilton e Taj Gibson, oltre a quello di lungo corso del già citato Rose, e con Deng e Robinson a stringere i denti, giocando nonostante una non perfetta condizione fisica.
Tra i tori va evidenziata la prestazione maiuscola di Marco Belinelli, autore di 20 punti con 8/17 dal campo (e 4/5 dall’arco), che ha tenuto in mano il pallino del gioco per Chicago, fungendo per buona parte dei 44 minuti giocati più da PG che da guardia tiratrice; e insieme a Belinelli va altresì sottolineata l’altrettanto ottima prestazione di Jimmy Butler, che realizza anch’egli 20 punti (suo personale career-high) con 5/6 dalla distanza, in una veste insolita, quella di tiratore, per il no.21 dei Bulls, più abituato a portare alla causa energia, atletismo e difesa prima ancora che punti. Fa da contraltare a queste ottime prestazioni, il solito incosistente Carlos Boozer, che, con appena 16 minuti giocati e 6 punti partendo da titolare, dimostra ancora una volta una snervante incapacità di essere l’uomo di riferimento di una squadra che ha bisogno di lui come opzione offensiva di rilievo in assenza di uomini importanti, come Rose, o laddove altri giocatori importanti dal punto di vista offensivo, come Deng, vadano ad incappare in fastidiosi infortuni. Un encomio speciale a Joakim Noah, che dimostra ancora una volta di essere un centro di sostanza, capace oltre di offendere e difendere, anche di sfornare ottimi assist per i compagni (si vedano le due clamorose schiacciate di Deng proprio su assist del francese!). Nel complesso un match nel quale i Bulls si sono quasi subito trovati a rincorrere e che, come capitato spesso nelle ultime stagioni, non sono mai stati del tutto capaci di riacciuffare, anche e soprattutto per merito degli Indiana Pacers che, con piccoli accorgimenti nella propria metà campo, sono riusciti a vincere un partita che dal punto di vista dello score ha offerto ben più di quello che ci si potrebbe aspettare da due squadre votate per natura alla difesa.
Dunque una bella sfida che, ben lontana attualmente dall’essere un possibile accoppiamento da postseason, ha comunque offerto, sia da una parte che dall’altra, ottimi spunti di riflessione e soprattutto il solito, persistente interrogativo: riuscirà D-Rose a rientrare in questa stagione?