Categorie: Dallas Mavericks

La trasformazione di Vince Carter: da “Vinsanity” a Mentore

Molti di voi si ricorderanno di uno straordinario atleta che, con casacca viola e numero 15 su di essa, incantava le folle con numeri cestistici di sublime bellezza, regalando alla storia della NBA momenti di gioco indimenticabili.

A distanza di anni, 15 per l’esattezza, Vince Carter gioca adesso per i Dallas Mavericks, dopo un carriera spesa tra Toronto Raptors, New Jersey Nets, Orlando Magic e Phoenix Suns (anche se andrebbe detto che a Phoenix forse era capitato il fratello barbuto, brutta copia del giocatore immenso che era Carter). Proprio a Dallas oggi Vince si affianca a coach Rick Carlisle, sia durante gli allenamenti, che sedendogli accanto durante le partite e, forte della sua ormai ultradecennale esperienza NBA, urla consigli e parole di incoraggiamento ai suoi compagni di squadra. Significative in proposito le parole di “Vinsanity” al blog RealGM:

“Mi diverto a giocare e a fare da mentore. Mi diverto anche soltanto a stare a bordocampo ad aiutare a capire quello che lo staff vuole spiegare e ad aiutare a crescere alcuni di questi ragazzi nel modo migliore possibile. Loro mi chiedono sempre un’opinione su alcune situazioni di gioco, e siccome sono stato in parecchie di queste durante la mia carriera, è piacevole per me ripensarci e credo anche che questo li aiuti a capire come è meglio comportarsi.”

Da titolare inamovibile nello spot di guardia fino a qualche anno fa, Carter, arrivato a metà della sua 15ª stagione NBA, è adesso divenuto una risorsa come sesto uomo e mentore dei più giovani tra i giocatori di Dallas, quelli che per intenderci costituiscono la base da cui la franchigia texana ripartirà una volta conclusosi il ciclo Nowitzki (ciclo che, non per essere irrispetosi nei confronti di WunderDirk, è abbastanza vicino alla sua conclusione). Ma nonostante questa trasformazione, il più delle volte obbligatoria al fine di prolungare la propria carriera, Carter rimane un giocatore di rara efficacia e mostra ancora qualche occasionale lampo di “alto” basket, lampi che in gioventù gli valsero il nickname di “Air Canada” (per chi volesse un esempio, la partita contro i Washingon Wizards del 1ºGennaio è abbastanza indicativa!). Sarebbe però riduttivo fermarsi alle schiacciate, che per anni hanno costituito uno degli aspetti essenziali del suo gioco: aldilà del gioco “in aria”, Carter ha dimostrato di essere capace di reinventarsi come jump shooter, riuscendo a a diventare un tiratore molto più disciplinato e arrivando nella stagione attuale a conseguire un buon 43,2% dal campo e 39,9% da 3 punti nei 25 minuti medi di impiego che gli vengono concessi.

La trasformazione di Carter in jump shooter gli ha consentito di mantenere un livello di gioco efficace (anche se non irresistibile), e sicuramente abbastanza alto per un giocatore dell’età di Vince, che per questo dà molto credito anche al regime di allenamento cui quotidianamente si sottopone.

“Devi prenderti cura del proprio corpo e questo, onestamente, credo di averlo sempre fatto. Bisogna adottare una alimentazione corretta, riposare per le giuste ore di sonno, fare anche cose che possono non piacere come le vasche di acqua fredda, lo stretching o anche i pesi. È qualcosa che si deve fare andando avanti con l’età.”

Ma, nonostante “Vinsanity” abbia raggiunto numerosi riconoscimenti individuali, quello che ancora gli manca è il trofeo più ambito, quel titolo di campione NBA che in 15 anni di carriera il nostro non è ancora riuscito a portare a casa.

“ Non ho ancora vinto il titolo NBA, quindi quello è il mio obiettivo n°1. Fatto quello credo che potrei anche smettere. Ho avuto una carriera fantastica, pur con i suoi alti e i suoi bassi, ma questo fa parte del gioco e del processo di maturazione all’interno di questa lega.”

Tuttavia Carter, che ha un contratto garantito anche per la prossima stagione 2013-2014, non ha le idee chiare su quanto intende dare la caccia al tanto agognato titolo:

“Non ho ancora deciso, ma credo che sarà il mio corpo a dirmi quando smettere. Ma in ogni caso sono grato per quanto sono riuscito a fare e per quanto la mia carriera sia stata longeva. Quando sono entrato, ho detto che sarebbe stato fantastico avere una carriera di almeno 15 e sono riuscito a farcela. Adesso vediamo cosa posso ancora dare, mettendomi al lavoro e vedendo come il mio corpo risponde.”

Vince Carter è stato senza dubbio uno dei giocatori più elettrizzanti dell’ultimo decennio NBA. Questo straordinario giocatore, 8 volte All-Star, ha dato vita a duelli memorabili con altre superstar della lega (celebre quello con Allen Iverson nelle semifinali di Conference nel 2001, perso da Carter alla 7ª partita) e, come detto in apertura di questo articolo, ha scritto pagine indimenticabili della storia di questo sport. Quindi che il titolo arrivi o no, Vince Carter rimarrà come un ricordo indelebile nelle menti di ogni appassionato e tifoso. E questo è un riconoscimento che, nonostante non si indossi al dito, vale quanto il titolo NBA che avrebbe senz’altro meritato.

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