Categorie: Editoriali NBA

Le streak-busters

La storia è ormai nota: dopo 27 vittorie consecutive i Miami Heat sono stati sconfitti in quel di Chicago dai Bulls. L’ultimo stop per James e compagni si era verificato lo scorso 1 Febbraio ad Indianapolis, quasi due mesi fa.

La striscia di successi dei ragazzi di coach Spoelstra è diventata la seconda nella storia NBA, dietro solo agli irraggiungibili Lakers del 1972, a quota 33. Seguono i Rockets del 2008 con 22 ed i Bucks del 1971 con 20.

Molta enfasi è stata posta sulle squadre in grado di raggiungere un simile primato. E’ interessante però soffermarsi anche sulle formazioni che riuscirono a fermarle, le “streak-busters”. Vediamone alcune.

9 Gennaio 1972. Quello che in molti stavano iniziando a ritenere impossibile si avvera: i Los Angeles Lakers delle 33 W in fila vengono sconfitti per la prima volta in più di 2 mesi. Sono i Milwaukee Bucks ad interrompere la striscia, guidati dai 39 punti di Kareem Abdul-Jabbar. All’epoca le due squadre erano grandi rivali nella Western Conference, tanto è vero che i giallo-viola si sarebbero presi la rivincita nella Finale dell’Ovest. Ma i Bucks si erano assicurati un posto nella storia con la vittoria della Milwaukee Arena.

I Rockets del 2008 videro infrangersi il proprio record in casa, sconfitti nettamente dai Boston Celtics futuri campioni. Garnett e Pierce si rivelarono troppo per una squadra che nel bel mezzo della striscia fu costretta a perdere uno dei suoi cardini, Yao Ming. Complice anche un Tracy McGrady quasi nullo, per i Rockets fu impossibile conquistare la ventitreesima vittoria filata.

Alla terza stagione nella Lega, i Milwaukee Bucks del 1971 furono autori di una grandissima annata, testimoniata dalle già citate 20 affermazioni consecutive e culminata col titolo NBA. Gli uomini di coach Costello caddero però il 9 Marzo a Chicago, proprio come gli Heat. Al supplementare vennero sconfitti per 110-103, nonostante un ottimo Jabbar; tra gli alfieri dei Bulls si segnalò un giovane Jerry Sloan, che fu uno degli artefici della prima stagione vincente di Chicago nella sua storia.

Più recentemente, i Boston Celtics campioni in carica partirono alla grande nella stagione successiva al titolo, arrivando a 19 vittorie consecutive. La squadra sembrava lanciatissima ma, beffa atroce, fu fermata dagli arci-rivali Los Angeles Lakers nella partita di Natale allo Staples Center. Grazie al solito Bryant i giallo-viola ebbero la meglio sui Big Three di Boston. Curiosamente, qualche settimana dopo, Los Angeles interruppe un’altra striscia positiva in doppia cifra dei Celtics, andando a vincere al Garden di un punto al supplementare. Non a caso, a fine stagione furono proprio i Lakers a succedere a Boston nell’albo d’oro della NBA.

Il 16 Marzo 2000 si fermava all’MCI Center di Washington la cavalcata dei Lakers dell’epoca, interrotta anch’essa a 19 successi consecutivi. Nonostante i 40 punti di Shaquille O’Neal, i Wizards riuscirono nell’impresa, trascinati da Mitch Richmond e Rod Strickland. Come vedremo a breve, questa è stata una delle poche occasioni in cui Davide ha battuto Golia: delle streak-busters sin qui citate, Washington fu l’unica a chiudere la stagione con un record negativo, con sole 29 vittorie. Los Angeles si “consolò” col primo titolo dopo 12 anni.

I Chicago Bulls del 1995-96, quelli delle 72 vittorie, si fermarono a “sole” 18 affermazioni consecutive. Il 4 Febbraio del 1996 furono stoppati a Denver per 105 a 99. A nulla valsero i 39 punti di Jordan; i rimbalzi di Mutombo e i canestri di Abdul-Rauf (visto poi in Italia) fecero la differenza per i Nuggets. Da lì in poi la stagione per i ragazzi di coach Bickerstaff fu molto problematica, chiudendo con 35 successi ed il mancato accesso alla postseason dopo 2 anni.

Nel 1982 un’altra formazione dei Celtics compilò una ragguardevole striscia utile, arrivata a 18 vittorie in fila. Il 28 Marzo però tale serie si interruppe ad opera dei rivali Philadelphia 76ers, che sbancarono nettamente il Garden. Complice un pessimo Larry Bird, a guidare i suoi fu The Boston Strangler, Andrew Toney, con 23 punti. In seguito, le due squadre si rincontrarono per l’ennesima volta in Finale di Conference. A spuntarla, per 4-3, furono i 76ers, espugnando il Boston Garden ancora con Toney sugli scudi; in Finale persero poi contro i Lakers dello Showtime.

Chiudiamo con i New York Knicks del 1969-70, autori anche loro di 18 successi di seguito. Gli streak-busters furono i Detroit Pistons, che andarono a vincere al Madison Square Garden 110-98. Miglior marcatore fu Jimmy Walker, il padre di Jalen Rose, mentre per i Knicks a nulla valsero le prove di Reed e Frazier. A fine stagione il record per la squadra del Michigan fu desolante: 31-51 e niente Playoffs. Per New York arrivò invece il primo titolo della sua storia.

Tornando ai giorni nostri, l’impresa dei Bulls contro gli Heat è stata di notevole fattura. Chicago, tra l’altro, era priva dei suoi migliori giocatori: Rip Hamilton, Marco Belinelli, Joakim Noah ed il lungodegente Derrick Rose. James, Wade e soci sono avvertiti: da buona streak-buster, Chicago sarà un temibile osso duro da battere nella postseason.

Alessandro Scuto

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