Ci sono notti che un giocatore NBA difficilmente riuscirà a dimenticare in fretta. Punti a grappoli, rimbalzi come se piovessero, giocate importanti, clutch-shots ma anche errori decisivi. Jrue Holiday, per questo motivo, molto probabilmente non cancellerà dalla propria mente la sera del 3 Aprile.
Il playmaker dei Philadelphia 76ers è decisamente entrato nell’albo dei record dalla parte sbagliata. Nella trasferta a Charlotte contro i non irresistibili Bobcats, il californiano ha messo a referto 5 miseri punti, frutto di uno storico 2-24 dal campo; nel dato è compreso anche lo 0-5 da tre punti.
Negli ultimi 30 anni il primato, o sedicente tale, apparteneva a due “discreti” giocatori, autori entrambi di un bel 2-21 nel marzo del 2004. Stiamo parlando di Chris Webber ed Allen Iverson, rispettivamente contro i Warriors ed i Knicks. Stando ad Elias però, il record, dall’introduzione del cronometro dei 24 secondi, spetta tuttora a Mike Newlin che fece 1-22 nel 1973 con la maglia di Houston.
Holiday, che quest’anno ha disputato il suo primo All Star Game, si è fermato all’8% di percentuale di realizzazione. Tuttavia, nella poco nobile lista degli spadellatori incalliti su singola partita, si trovano anche altri nomi eccellenti. Karl Malone, ad esempio, con 2-20 in una gara di Playoffs contro i Lakers. Kobe Bryant, Kevin Durant, Carmelo Anthony e Lebron James, tutti con 2 o 3 canestri segnati a fronte di 20 tentativi complessivi. Da segnalare anche un 3-23 di Kenyon Martin in maglia Nets nella decisiva gara 6 delle Finali del 2003 contro gli Spurs.
La performance di Jrue è stata certamente una delle chiavi di volta della sconfitta patita da Philadelphia, che sancisce, a meno di un vero e proprio miracolo, la mancata qualificazione alla postseason. Nonostante questo passo falso dal sapore storico, Holiday continuerà ad essere la stella della squadra in vista di un pronto riscatto nella prossima stagione.
Alessandro Scuto