In quest’emozionante nottata sono state definite le due finaliste del torneo NCAA, che nella notte tra lunedì e martedì si contenderanno il taglio dell’ultima retina, si tratta di Louisville e di Michigan. Entrambe le squadre si sono riuscite ad imporre solo negli ultimissimi secondo di due sfide al cardiopalma, dove a fare la differenza sono stati protagonisti inaspettati.
(9) Wichita-Louisville (1): doveva essere una sfida a senso unico a favore dei Cardinals, così non è stato. Gli Shockers hanno disputato una partita solida e studiata minuziosamente, arrivando all’intervallo con una lunghezza di vantaggio. Nella lunghezza è Wichita a fare la gara, allungando prepotentemente, fino a raggiungere il +18, grazie soprattutto ad un Early in grandissimo spolvero, il lungo degli Shockers mette a referto 24 punti, con 8/14 dal campo, e raccoglie 10 rimbalzi. I Cardinals non ci stanno e ad innescare la rimonta sono le riserve, due triple consecutive di Henderson restituiscono forza e convinzione agli uomini di Rick Pitino poi ci pensa Hancock a completare la rimonta e a segnare l’allungo di Louisville, straordinaria la sua prova da 20 punti con 6/9 al tiro. Nel finale concitato è lo stesso Hancock ad andare in lunetta sul più due con 8 secondi da giocare, segna primo e sbaglia il secondo, lasciando la possibilità del pareggio a Wichita, tuttavia su situazione di rimbalzo gli arbitri segnalano prematuramente una contesa, la freccia premia i Cardinals. Altro fallo, questa volta su Smith, e altro 1/2 che in questo caso basta, finisce 72-68 per Louisville. Russ Smith segna 21 punti ed è il miglior realizzatore dei Cardinals, tuttavia tira con un modesto 6/17, prestazione nulla del gigante senegalese Dieng che non si iscrive nemmeno a referto tirando una sola volta. A Wichita non bastano il già citato Early e le buone prove di Baker e Hall. Cardinals in finale.
(4) Syracuse-Michigan (4): la partita si prospettava come una sfida tra due delle guardie più promettenti dell’intera NCAA: in maglia arancione Micheal Carter-Williams, in maglia gialla Trey Burke che tuttavia hanno vissuto partite parallele nell’ombra. L’esterno Orange ha segnato solo due punti con 1/6 dal campo, ha perso 5 palloni e nel finale è uscito per raggiunto limite di falli. Sul fronte Wolverins, il miglior giocatore dell’anno ha prodotto solo 7 punti con un inconsueto 1/8 al tiro. Nonostante il punteggio quasi sempre equilibrato, Michigan ha fin dall’inizio dato l’idea di poter controllare la partita. I giocatori dei Wolverins, pur tirando con un non esaltante 8/24 dalla lunga, riescono a tenere sotto scacco la 2-3 di Syracuse. Gli Orange per tutta la gara si affida offensivamente al solo Fair che per lunghi tratti sorregge i suoi e li trascina al finale punto a punto, grazie a 22 punti, discreta la prova di Triche, unico in doppia cifra oltre al già citato Fair, con 11 punti e 8 assist. I Wolverins si affidano al collettivo, Robinson III e Hardaway Jr. vanno in doppia cifra ma non esaltano, i veri protagonisti sono McGary autore di una strepitosa prova composta da 10 punti, 12 rimbalzi e 6 assist e LeVert che dalla panchina porta 8 punti e una prova cpiù che convincente. Il finale è molto emozionante: a 40 secondi dalla fine Southerland manda a bersaglio la tripla (unica della sua gara) che porta Syracuse sul -1, gli Orange spendono fallo su Burke che dalla lunetta da 1/2, Triche ha la possibilità di pareggiare quando mancano 20 secondi al termine ma commette fallo in attacco (quinto personale) ed è costretto ad abbandonare il campo. Ancora fallo sistematico e anche in questo caso Horford segna uno solo dei liberi a sua disposizione. Timeout Syracuse e gioco disegnato per liberare Southerland dall’arco, Cooney decide inspiegabilmente di prendere l’iniziativa penetrando e perde palla lanciando in campo aperto Morgan che comodamente schiaccia il definitivo 61 a 56. I Wolverins raggiungono meritatamente la finale che mancava dal 1989.