Categorie: Statistiche

Spurs – Lakers, una classica dei Playoff NBA! Che lo spettacolo abbia inizio!

Stanotte, giocato l’ultimo turno di Regular Season, sono diventati ufficiali tutti gli accoppiamenti per le partite che da Sabato sera inizieranno ad allietare le lunghe notti che gli appassionati trascorreranno incollati davanti ad uno schermo, in venerazioni di quei semidei in canotta che, quasi per volere divino, iniziano a “fare sul serio”, mettendo in mostra tutta l’intensità che hanno con parsimonia lesinato nelle 82 partite appena trascorse.

Noi di NbaReligion.com abbiamo deciso, proprio come i giocatori, di intensificare il nostro impegno, sperando di poter garantire la copertura totale delle partite, proponendo nel breve la cronaca dell’incontro e poi durante i giorni seguenti il match approfondimenti tecnici, interviste e curiosità! Per questo motivo, in questi 2 giorni che ci separano dall’inizio della post season, proporremo degli articoli introduttivi riguardanti tutte e 8 le serie che ci apprestiamo a seguire con molto interesse.

La prima della quale mi ritrovo a parlare è forse quella più carica di fascino (non me ne vogliano le altre 14 contender), considerando il fatto che in totale le 2 franchigie hanno collezionato la bellezza di 20 titoli NBA. Ovviamente sto parlando dei San Antonio Spurs e dei Los Angeles Lakers, 2 delle più blasonate e chiacchierate (soprattutto i gialloviola) squadre dell’intera Lega.

Da un lato ci sono gli Spurs, secondi ad Ovest con il terzo record della Lega dietro Heat e Thunder, che arrivano a questa serie con più incognite di quanto ci si possa immaginare. Difatti nelle ultime 9 partite stagionali la squadra del Texas ha racimolato soltanto 3 vittorie, vedendosi sconfitta per ben 6 volte, di gran lunga la  peggior striscia stagionale arrivata proprio nel momento in cui si cerca di trovare la chimica giusta in vista dei Playoff. Allo stesso tempo però va detto che San Antonio si è ritrovata a dover far fronte alle assenze di Ginobili (che tornerà a breve) e di Diaw (fuori per il resto della stagione), con un Tony Parker tutt’altro che in forma e con il taglio di Jackson che ha ridotto ancora di più all’osso le rotazioni di coach Popp in queste partite.

Di positivo però si potrebbe tener conto del fatto che può essere stata semplicemente pretattica, gare durante le quali si è cercata di preservare la condizione fisica dei giocatori importanti e, con l’arrivo di TMc annunciato 2 giorni fa, i tifosi texani sentono di avere il diritto ed in parte il dovere di credere al fatto che quest’anno si possa puntare al bottino pieno.

On the other side (per dirla all’americana) ci sono i telenovelici Lakers, dei quali già sappiamo tutto e di cui abbiamo seguito attentamente ogni puntata della sit-com andata in scena nei pressi di Hollywood. Purtroppo Bryant non sarà della partita (uno di quelli che ha sempre fatto impazzire le difese organizzate da coach Popp), spostando tutto il peso dell’attacco losangelino sulle spalle di Howard e Gasol, visto che Nash in stagione non ha dato grandi segnali di affidabilità fisica.

Nonostante l’altisonanza dei 2 nomi delle squadre lasci presagire una serie aperta ad ogni possibile scenario, i numeri sembrano darci delle indicazioni ben precise su come potrebbero andare le cose. Gli Spurs offensivamente segnano più punti (103 a 102), fanno un numero maggiore di canestri assistiti (25 e spiccioli a 22) ed hanno percentuali al tiro migliori sia da 2 che con i piedi dietro l’arco (non riporto altri numeri per non appesantire il discorso, ma fidatevi che è così). Il problema però è che l’attacco in teoria è il punto “di forza” di questi Lakers, quello che gli ha permesso di conquistarsi la settima piazza ad Ovest e che, nonostante sia vissuto per lunghi tratti di isolamenti ed uno contro uno insistiti, ha lasciato intravedere qualcosa di “positivo” nel buio totale che spesso è andato in scena allo Staples Center.

Difensivamente parlando infatti lo scenario diventa ancora più impietoso per i gialloviola: concedono quasi 101 punti a partita (contro una difesa del genere Parker e soci vanno a nozze), sono ultimi per percentuale totale e da 2 concessa agli avversari, ultimi per palle perse indotte all’avversario e 30esimi (ripetere sempre ultimi è noioso) nei recuperi. A questo va aggiunto quello che le statistiche non riescono a rilevare, cioè una totale mancanza di predisposizione al sacrificio sull’errore del compagno, rientri difensivi molto molto allegri (sembrano più passeggiate domenicali) e, tolto il redivivo Metta World Peace, non ci sono quelle individualità tali da poter garantire una copertura decente dell’uno contro uno. Unica nota lieta è la percentuale ai tiri liberi avversaria, nella quale i Lakers sono terzi. Cioè inducono (non so come) i giocatori avversari a sbagliare dalle lunetta (magari è l’essere vicino ad Howard ha influenzarli).

Di contro gli Spurs, da sempre perfetto meccanismo offensivo, sono riusciti anche a stringere difensivamente qualche vite, mettendo a posto anche quei tasselli che sembravano in parte inconciliabili con uno gruppo di giocatori non particolarmente predisposti a difendere. In realtà la chiave ancora una volta è Tim Duncan (lo so lo so, ho scoperto l’acqua calda!), ritornato in splendida forma dopo l’operazione alle ginocchia fatta quest’estate in Germania, che come una sorta di tappabuchi riesce a mettere una pezza sulle imprecisioni dei suoi compagni. A lui si aggiunge l’ottimo Leonard, che tornerà molto utile nel marcare uno contro uno i migliori della Lega e in generale un automatismo difensivo più affidabile, che non concede transizione e che garantisce buona copertura del ferro nonostante l’assenza sotto le plance di grossi energumeni.

I rimbalzi, dunque. Ecco l’unica arma con la quale a mio avviso i Lakers potrebbero sperare di avere la meglio in questa serie, sfruttando il doppio lungo e in generale una maggiore altezza complessiva del proprio roster. Rimbalzi d’attacco e seconde chances, per rimediare a quel gap tecnico che si è accentuato ancor di più con l’assenza di Kobe dal parquet e utilizzando l’alto/basso Gasol-Howard, giocando con il catalano in punta in versione assistmen. Nonostante le mani fatate del lungo spagnolo sembrino davvero in grado di poter far tutto, credo che difficilmente da solo potrà trascinare i suoi alla vittoria di una serie così complicata.

Difatti tutti i favori del pronostico sono dalla parte di San Antonio, che ha già però più volte sperimentato il fatto che non sempre coloro che partono avvantaggiati ai nastri di partenza sono quelli che tagliano per primi il traguardo. Come dice il sommo maestro Trapattoni: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”! A noi non resta altro che metterci comodi in poltrona. Playoff NBA, che lo spettacolo abbia inizio!

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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