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OKC batte i Rockets a domicilio in gara-3 e si avvia verso lo “sweep”

Gli Oklahoma City Thunder, pur sfiorando il più classico dei suicidi cestistici, riescono comunque a portare a casa gara-3 della serie contro gli Houston Rockets, con il punteggio di 104-101, e adesso conducono la serie 3-0 con l’opportunità, quindi, di chiudere la serie in gara-4 lunedì al Toyota Center di Houston.

Una partita che sembrava essere senza storia per come i Thunder erano stati capaci di indirizzarla sin dal primo quarto diventa invece un incubo, allorchè Houston comincia a macinare gioco e soprattutto a macinare punti trovando come sempre in James Harden la prima bocca di fuoco della squadra, ma che nel momento del bisogno vede salire in cattedra anche qualche protagonista inatteso. Ma andiamo per gradi.

Houston per iniziare la partita mette in campo un quintetto piccolo dove come lungo figura il solo Omer Asik e affidandosi a 3 guardie, Harden, Lin e Beverley e con Parsons spostato da ala piccola a PF. Un quintetto dunque eminentemente offensivo (come classico per il gioco di Houston), che comincia subito aggressivamente, attaccando il canestro e sfruttando la bravura nel gioco perimetrale fino ad arrivare sul 9-3. È a questo punto che i Thunder decidono di iniziare a giocare e, privi del loro playmaker All-Star Russell Westbrook (fuori per la stagione a causa di un infortunio al menisco causatogli da uno scontro con Beverley nella partita precedente), affidano completamente le redini del gioco  alla loro superstar, Kevin Durant. L’assenza di Westbrook consente a Durant di tenere molto più la palla e di anche di gestire molti possessi, che si risolvono più che altro in gite verso il canestro, più o meno ostacolato dalla difesa dei Rockets, che avrà bisogno di di un tempo e mezzo per capire come mettere la museruola a “Durantula”.

Dal solo parziale del primo quarto la partita sembra essere già indirizzata verso i titoli di coda: 39-19. Durant chiude il primo quarto con 17 punti. E dopo i primi due minuti e mezzo del secondo quarto la situazione peggiora per Houston che scivola a -26, sul punteggio di 48-22 per KD e compagni. Ma Houston non demorde e nel momento più delicato trova il migliore aiuto negli uomini della sua second unit, tra i quali spicca il veterano Francisco Garcia, acquisito  dai Sacramento Kings nella trade che ha portato ai Rockets anche la quinta scelta assoluta all’ultimo draft, Thomas Robinson. Garcia insieme ai vari Brooks, Delfino e Jones, naturalmente coadiuvati da Harden e Parsons, i capisaldi di coach Kevin McHale, permettono a Houston di rialzare la testa e di concludere il terzo quarto con un parziale favorevole di 30-27. I Thunder continuano ad affidarsi alle iniziative di Durant, che attacca il canestro in tutti i modi umanamente possibili e conclude il primo tempo con 27 punti all’attivo, aiutato in quella che doveva essere normale amministrazione di un match già indirizzato dal solo Ibaka, vero e proprio dominatore sotto le plance, e tradito invece da Kevin Martin che riesce solo raramente a trovare la via del canestro.

Il terzo quarto è il capolavoro dei padroni di casa e questo viene presagito dalla prima tripla della partita di Harden, che comincia a sfruttare maggiormente le proprie doti balistiche lontano dal canestro rispetto alle penetrazioni che avevano contraddistinto il suo primo tempo, chiuso dal “Barba” con 4-11 dal campo e 0-4 da tre. I Thunder rispondono ma è solo un fuoco di paglia, che i Rockets estinguono immediatamente grazie ad un grande lavoro difensivo, grazie al quale OKC rimarrà senza segnare per gli ultimi sette minuti del terzo quarto concludendolo con il 20% al tiro, e Durant segnerà segnerà solo 1 dei suoi 7 tiri tentati, ovvero una meravigliosa schiacciata a 27 secondi dalla fine del terzo periodo che permette ai Thunder di riscuotersi dal trauma della risalita dei Rockets, che alla fine del terzo quarto, chiuso per i padroni di casa come si era aperto, cioè con una tripla del “Barba” (seconda e ultima di una partita in cui Harden tira 2/8 dall’arco), sono riusciti quasi ad annullare lo svantaggio, ritrovandosi a -4 da OKC, costruendo un parziale totale per il periodo di 27-14. Merito chiaramente di Harden e di Parsons che tengono la squadra in linea di galleggiamento; ma anche del sorprendente Francisco Garcia e della solida panchina di Houston, che mette in campo una grande prestazione di squadra, che solo il risultato non è stata capace di premiare.

Il quarto periodo vede i Thunder risollevare una produzione offensiva annullata dai Rockets nel momento più delicato della partita, cercando di tenersi in linea di galleggiamento per portare a casa la partita. Ma Houston è inarrestabile: Terrence Jones schiaccia con forza su un rimbalzo offensivo catturato; pochi secondi dopo, rispondendo ai due punti di Durant, Delfino segna la tripla del -2 su assist di Parsons che porta a spasso la difesa. I Thunder chiamano timeout ma l’incubo sembra non avere fine: ai due punti di Fisher in uscita dal timeout, risponde un’altra tripla di un Carlos Delfino ispiratissimo e che porta i suoi a -1, sul punteggio di 87-86 per i Thunder a 7 minuti dalla fine del match. Sul 91-88 per i Thunder, dopo altri 4 punti di Durant e 2 di Harden, Parsons segna la tripla del pareggio su uno scarico del “Barba” penetrato nella difesa avversaria. Altri due punti di Durant sui tiri liberi provocati dal fallo su di lui di Harden, consentono ai Thunder di riallungare di altri due punti, ma è a questo punto che si consuma l’incubo di OKC e nell’azione successiva Delfino, lasciato solo dalla difesa dei Thunder, segna un’ altra tripla sullo scarico di Parsons ancora da una penetrazione, portando i Rockets in vantaggio di 1 punto, 94-93. I Thunder, anche se attoniti sono ancora vivi, e guidati da Serge Ibaka si riscuotono e con i 4 punti dello spagnolo (prima su un bel movimento dal post, dopo aver acciuffato un rimbalzo offensivo e successivamente su un reverse layup allo scadere dei 24 secondi) si riportano in vantaggio 97-94. Harden riporta i suoi a -1 con due tiri liberi sul fallo di Ibaka; e nella successiva azione dei Rockets, Delfino pescato da uno scarico di Harden passa a Garcia che mette la tripla che porta Houston a +2 a 45.2 secondi dalla fine del match, e obbligando il coach dei Thunder Scott Brooks a chiamare timeout. Uscendo dal timeout la palla è nelle mani di KD che dall’arco infila una tripla su un tiro di “don nelsoniana memoria”, perchè simile a quello che l’ex-giocatore e allenatore NBA negli istanti finali della finale del 1969 giocata dai suoi Boston Celtics contro i Los Angeles Lakers: la palla colpisce il secondo ferro, schizza in alto e ricadendo trova il fondo della retina, “ballando” per quale secondo sul ferro. Il punteggio dopo la tripla di KD è 100-99 e la partita è praticamente finita. Quello che segue è una sequela di tiri liberi nel tentativo dei Rockets di allungare la partita, che finisce poi dopo i liberi di Fisher e Reggie Jackson sul 104-101 per gli ospiti, dopo l’ultimo canestro dei Rockets di James Harden e il successivo tentativo di Delfino da 3 per forzare l’overtime.

Una sconfitta che sicuramente lascia l’amaro in bocca agli uomini di McHale che, dopo avere subito inermi OKC per tutto il primo quarto, si sono riscossi, risalendo da un -26 che sembrava aver chiuso i giochi e rischiando addirittura di vincere. Ma la presenza di Kevin Durant, aiutato senz’altro dalla dea bendata in questa occasione, è riuscita anche in questo caso a portare a casa la vittoria, nella prima partita della storia dei Thunder senza Russell Westbrook. Durant chiude con 41 punti e 14 rimbalzi (primo nella squadra per punti, rimbalzi, assist e palle rubate) in 47 minuti e 16 secondi di gioco (ha riposato praticamente solo 44 secondi!); KD diventa il 5º giocatore nelle ultime 25 stagioni a registrare almeno 40 e 14 rimbalzi in una partita di playoff in trasferta (club di cui fanno parte anche Charles Barkley, Hakeem Olajuwon, Kobe Bryant e anche la “bestia nera” di Durant, LeBron James). Da segnalare per i Thunder anche le prestazioni di Ibaka, 17 punti e 11 rimbalzi per lui, fondamentale per i suoi nel finale di gara, e Reggie Jackson che conclude la sua prima gara da starter al posto di Westbrook con 14 punti. Una statistica da evidenziare per capire anche come è maturata vittoria di OKC è anche la percentuale ai liberi: 93,3% contro il solo 68% dei padroni di casa, che però hanno tirato meglio dal campo, con il 43,4% a fronte del 37,9% dei Thunder, cifra condizionata sicuramente dai sette minuti di buio nel terzo quarto.

Per i Rockets sugli scudi ovviamente Harden, autore di una partita da 30 punti, 8 rimbalzi e 6 assist, e Parsons che fa registrare 21 punti, con 8/12 dal campo, e 7 rimbalzi ma anche con 5 palle perse; a questo si aggiunge la consistenza di una panchina che nel momento di maggior bisogno è salita in cattedra, riportando in partita Houston quando nessuno aveva più tale speranza. I Rockets perdono la battaglia a rimbalzo (41 carambole contro le 49 dei Thunder) ma dimostrano di potere alzare il livello dell’intensità difensiva quando serve, come hanno fatto in tutto il terzo periodo di gioco; inoltre le 12 stoppate dei padroni di casa contro le sole 6 di OKC, sono un dato da evidenziare proprio al fine di comprendere meglio l’efficacia difensiva dei Rockets, manifestatasi più che altro solo dopo il primo quarto.

Nel complesso una partita che, dopo i primi “falsi” segnali, si è dimostrata avvincente e combattuta da entrambe le parti e decisa da Durant con (più di) un pizzico di fortuna. Ora i Thunder hanno il primo matchpoint sulla racchetta lunedì al Toyota Center, ancora in quel del Texas. I Rockets saranno capaci di evitare lo “sweep” e di rialzarsi, o la serie terminerà nel segno del dominio degli Oklahoma City Thunder? Stay Tuned For Seeing Next Episode!

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