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I Nets vincono al Barclays Center e portano la serie con i Bulls a gara-6

Nella notte italiana grande impresa dei Brooklyn Nets che, vincendo gara-5 con il punteggio di 110-91, riescono ad allungare la serie contro i Chicago Bulls a gara-6, riportandola allo United Center di Chicago, sul 3-2 per gli uomini di coach Tom Thibodeau.

Un’ottima performance della compagine di P.J. Carlesimo, consci della fondamentale importanza di questa partita nell’economia di una serie che, lungi dall’avere dominatori assoluti, ha sempre camminato sul filo dell’equilibrio. Ma se gara-4, vinta dai Bulls dopo 3 OT, sarebbe potuta sembrare un colpo troppo duro da incassare per la franchigia di Brooklyn, Deron Williams e compagni hanno dimostrato che questa serie è tutt’altro che chiusa. Ne è testimonianza l’aggressività con cui i Nets hanno iniziato una partita che non volevano fosse la loro ultima stagionale, dando prova di credere nella possibilità di riaprire la serie. Ma guardiamo alla partita.

I Bulls iniziano la gara privi di Kirk Hinrich (out per un problema al polpaccio sinistro) nello spot di PG, nel quale parte da titolare, per la prima volta in carriera in una gara di playoff, Nate Robinson, l’eroe di gara-4 per i Bulls, e l’unica grande novità per quanto riguarda i quintetti di entrambe le squadre che rimangono quelli usuali. I Bulls iniziano lentamente, subiscono un mini parziale di 8-0 dai Nets arrivando, sul 10-4 per i bianconeri di Brooklyn salvo poi riprendersi e mettere la partita su binari di maggior equilibrio.

Ciò che però preme sottolineare non è il parziale dei Nets, quanto piuttosto il fatto che già nei primi minuti di gara si abbia un’idea del theming della stessa: Brooklyn infatti domina a rimbalzo non solo nella propria area, ma anche in quella dei Bulls, raccogliendo un’incredibile mole di rimbalzi offensivi, 17 a fine partita di cui 11 nel solo primo tempo. E ovviamente, sotto questo profilo, a fare la parte del leone è Brook Lopez, la vera arma in più di Brooklyn, e offensivamente sempre il più pericoloso dei suoi. E se nel primo periodo, il dominio dei Nets è più mascherato, nel secondo assume contorni più nitidi, grazie anche a Kris Humphries, entrato perfettamente in partita, che insieme a Blatche riesce a dare ai Nets, un’efficacia nel controllo del pitturato dei Bulls almeno pari a quella del duo di partenza Evans-Lopez.

I Bulls comunque riescono a tenere botta e questo grazie a una buona (strana, a dir la verità) efficacia offensiva. E visto che a Thibodeau piace parecchio come Hinrich riesca a tenere ritmo tutti gli elementi del quintetto, dovrà anche elogiare Nate Robinson che gioca una partita molto composta, forzando molto poco, e cercando sempre il passaggio come prima opzione, peraltro con qualche picco di spettacolarità, come l’assist a Taj Gibson per i due punti che riducono a -1 il margine di vantaggio dei Nets, sul punteggio di 31-30 (dopo avere poco prima segnato due punti spettacolari, battendo Deron Williams dal palleggio e terminando con un layup ad evitare l’intervento in aiuto di C.J.Watson). Una situazione di equilibrio che non dura molto perché poco dopo i padroni di casa riallungano e per la fine del secondo periodo riescono a portarsi sul 52-44, grazie anche a due triple consecutive di Joe Johnson e Gerald Wallace. Come è facilmente intuibile, Il fulcro per la costruzione del gioco dei Brooklyn Nets rimane sempre Deron Williams, che riesce a guidare magistralmente i suoi, riuscendo a dettare i tempi giusti per l’attacco, e soprattutto dando ai Bulls parecchi grattacapi data la sua particolare e mortifera intesa con Brook Lopez, servito spesso al bacio dal proprio playmaker.

La terza frazione vede i Bulls, impegnarsi a diminuire lo svantaggio, aumentando la propria intensità offensiva, grazie anche a un Jimmy Butler sugli scudi, chiamato a un ruolo di maggior rilievo nel gestire la sfera, riuscendo più volte, anche nel primo tempo, a impensierire la difesa dei Nets grazie alla sua intraprendenza offensiva, sfruttando il pick n’roll con Boozer. A questo si aggiunge il grande lavoro difensivo su Joe Johnson che quando marcato da Butler, trova molta più difficoltà a crearsi lo spazio per il tiro da solo. Grazie a Butler e a Luol Deng, i Bulls si mantengono in linea di galleggiamento e fine terzo quarto si ritrovano sotto di soli 4 punti, sul punteggio di 77-73 per Brooklyn.

L’allungo decisivo i Nets lo effettuano solo nell’ultimo periodo di gioco, con un parziale di 33-18, che non dice come Chicago sul -1 grazie al jumper di Marco Belinelli, e il punteggio di 85-84 per i Nets, abbia cominciato a soffrire in difesa le iniziative di Joe Johnson, temporaneamente marcato da Deng, e la spaventosa intensità offensiva di Blatche, che segna 10 dei suoi 13 punti totali nell’ultimo quarto. I Nets grazie ai due sopracitati, riescono ad effetuare un mini-allungo di 6 punti, con i Bulls che cercano di tenersi disperatamente aggrappati alla partita. La costanza in attacco dei Nets è però un fattore che i Bulls non riescono a contenere, e a 4 minuti dalla fine dopo l’ultimo canestro su azione di Nate Robinson, che porta il risultato sul 95-90 per i Nets, Chicago, inconsapevolmente forse, si arrende, e non segnerà più fino alla fine della partita se non con un tiro libero di Jimmy Butler, che in quell’occasione fa 1/2 dalla lunetta. I Nets infilano un parziale di 15-1 negli ultimi 4 minuti di gioco, con 5 punti di Gerald Wallace, che prima con una tripla dall’angolo, e subito dopo  con una schiacciata in contropiede dopo una palla rubata a Deng, mette la parola fine alla  partita (quando Brooklyn era ancora a 103 punti) e il punto esclamativo sulla vittoria dei padroni di casa.

 Una partita di cui, nel complesso, i Nets hanno sempre avuto le redini, anche nei brevi momenti di vantaggio di Chicago (nel primo tempo) o anche quando i Bulls si sono rifatti sotto con il punteggio (fino all’ultimo -1 di Belinelli): questo grazie ad un costante dominio a  rimbalzo su entrambi i lati del campo, che non solo ha fruttato a Brooklyn la vittoria nella battaglia a rimbalzo, conclusasi sul 44-33 per gli uomini di Carlesimo, con ben 17 rimbalzi offensivi (come detto in apertura) e il consistente margine di +11 sugli avversari; ma che frutta a Williams e soci ben 24 punti dalle cosiddette seconde chances, contro i soli 12 di Chicago. A questo si aggiunga la maggior precisione ai liberi di Brooklyn che con l’87% dalla lunetta ha surclassato gli ospiti, fermatisi al 72,7%. Questi dati testimoniano che i Nets hanno saputo capitalizzare ogni singolo aspetto del gioco che potesse fruttare punti, anche perché se ci dovessimo fermare alle sole percentuali dal campo, la partita darebbe un’idea di sostanziale parità, visto il 50% dei Nets contro il 49,3% degli uomini di Thibodeau. La bravura di Brooklyn è stata proprio nell’aggredire la partita (e ovviamente doveva essere così perché c’era la possibilità di un’eliminazione) e farla propria anche nelle piccole cose, quegli aspetti, che se sfruttati in maniera costante, alla lunga diventano fattori abili a segnare il solco tra due contendenti in una gara, a maggior ragione in una gara di playoff dove la concentrazione deve essere sempre portata al 110%.

Quanto alle prestazioni individuali, come non menzionare per i Nets uno straordinario Brook Lopez, che ieri ha fatto registrare 28 punti (con 11/20 dal campo) e 10 rimbalzi (di cui 6 offensivi), e che sta tenendo nella serie una media di 23,6 punti e 8 rimbalzi? L’intensità offensiva e, in generale, del gioco del no.11 dei Nets è stata durante tutta la serie (in senso positivo) spaventosa, soprattutto per un rookie dei playoff come lui. Lopez ha dimostrato di essere un giocatore da postseason, e nelle due vittorie dei Nets nella serie, insieme a Deron Williams è sicuramente quello che ha brillato di più.

Sugli scudi insieme a Lopez, proprio Deron Williams, ancora una volta magnifico direttore d’orchestra, che chiude con una performance da 23 punti (6/14 dal campo) e 10 assist e Gerald Wallace, che nella gara in analisi, a una buona prestazione difensiva, ha unito una performance offensiva di pregio, arrivando a chiudere con 12 punti e 5/8 dal campo (2/4 dall’arco); pregio dovuto soprattutto alla qualità nella scelta dei tiri e alla capacità di influire sul match con alcune giocate determinanti (si vedano la tripla alla fine del secondo periodo per il +6 Nets e i suoi 5 che di fatto chiudono la partita nell’ultimo quarto di gioco). Si aggiungano ai tre giocatori già menzionati, Joe Johnson, che pur soffrendo la marcatura di Butler all’inizio, si è distinto particolarmente nel 4º periodo con giocate che hanno contribuito a maturare l’allungo dei Nets, e dalla panchina C.J. Watson (sempre utile alla causa con 11 preziosi punti) e soprattutto Andray Blatche, che dimostra una volta di più di essere un giocatore fondamentale per questa squadra, facendo registrare (come detto prima) 13 punti di cui 10 nel solo 4º periodo, quando con la partita ancora in bilico, ha un consistente apporto offensivo ai fini della vittoria dei suoi.

Per i Bulls Nate Robinson (20 punti e 8 assist con 9/19 dal campo) e l’ottimo Jimmy Butler (18 punti con 3/4 dalla lunga distanza) non bastano; i due lunghi, Boozer e Noah insieme  fanno registrare solo 21 punti e 14 rimbalzi (4 per il centro francese), cui aggiungono una prestazione difensiva non all’altezza (che nel caso di Boozer è un’espressione eufemistica), non aiutati neanche da Taj Gibson, sempre molto energico, ma poco efficace sotto i tabelloni, con un unico rimbalzo a referto.

Va menzionata, pur nella sconfitta, la bella performance di Marco Belinelli che, a dispetto di soli 8 punti, è riuscito a entrare in partita molto bene e a contribuito, fin quando ha potuto, a tenere i suoi in gara.

Con la serie che torna a Chicago, i Bulls hanno un nuovo matchpoint sulla racchetta, trovandosi ancora a guidare la serie sul 3-2. Ma gli uomini di Thibodeau dovranno ricominciare a mettere in campo una prestazione grintosa, recuperando la cattiveria che li ha animati per la maratona di gara-4 e che sembrano aver perso in gara-5; questa è l’unica alternativa se vogliono sperare di portare a casa la prossima gara e l’intera serie. Ma i Nets hanno dimostrato di essere ancora vivi e di poter ancora impensierire Chicago; e alla luce di questa bella vittoria in gara-5, Deron Williams e soci sono più determinati che mai a portare la serie alla bella, per giocarsela con il vantaggio del fattore campo che Brooklyn avrebbe in gara-7. A cosa assisteremo nella prossima partita? Chicago chiuderà la serie o un altro scatto di orgoglio dei Nets riuscirà a portarla all’ultimo decisivo atto?Stay Tuned For Seeing Next Episode!

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