Incredibili Bulls, sbancata Miami; Manu dà il vantaggio agli Spurs

Miami – Chicago 86-93 (Serie 0-1)

Doveva essere la serata della grande festa per la consegna del 4° trofeo di MVP a LeBron James, è diventata quella del cuore e dell’organizzazione difensiva dei Chicago Bulls ispirati dal loro allenatore. I Bulls passano a Miami in Gara-1 della semifinale della Eastern Conference con uno straordinario lavoro collettivo in difesa e a rimbalzo chiudendo con un parziale di 10-0 l’incontro.

Chicago si presenta in Florida ancora senza Kirk Hinrich e Luol Deng oltre a Derrick Rose, ma rimangono a contatto per 45 minuti prima di andare a vincere negli ultimi 3 grazie soprattutto a Nate Robinson che firma 7 dei suoi 27 punti negli ultimi 80 secondi della partita. I primi 3 punti del parziale portano la firma del nostro Marco Belinelli che pareggia a quota 86 con una tripla dall’angolo a seguito di un rimbalzo d’attacco.

I Bulls, che avevano interrotto a fine Marzo la storica striscia di 27 successi di fila dei campioni in carica, vincono su un campo dove gli Heat hanno perso solamente 4 volte in tutta la stagione; una difesa asfissiante quella della squadra di coach Tom Thibodeau, in grado di dominare sotto i tabelloni con la coppia Boozer-Noah e di tenere a bada per gran parte della gara il duo James-Wade grazie soprattutto al lavoro straordinario del giovane Jimmy Butler (21 punti e 14 rimbalzi) in campo ancora per tutti i 48 minuti come nella Gara-7 contro i Nets.

Miami segna solo 15 punti nel primo quarto (peggiore  della stagione) e James e Bosh sono molto fuori partita forse arrugginiti dagli 8 giorni di riposo dopo la serie vinta contro Milwaukee; James si sveglierà nella ripresa, specialmente nei primi 5 minuti del quarto periodo dove segna 12 punti di pura strapotenza, ma non basta a far desistere i Bulls mai domi come indica il loro nome.

LeBron chiude comunque con 24 punti, 8 rimbalzi e 7 assist ma solo Wade lo ha seguito in doppia cifra (14) e la squadra di Spoelstra è sembrata spaesata nelle fasi finali del match con la partita sul fila di lana.

Gara-2 tra meno di 48 ore sempre alla American Airlines Arena.

San Antonio- Golden State 129-127 (2 OT) (Serie 1-0)

Incredibile, rocambolesca, emozionante; così sì può definire Gara-1 della serie tra Spurs e Warriors giocata in Texas. L’esperienza contro la giovinezza era stata definita alla vigilia. Per 47 minuti la freschezza e la fame dei californiani sono sembrate ingestibili per la squadra di Coach Popovich: gli Warriors sono in totale controllo avanti di 16 lunghezze nel quarto periodo dopo un terzo quarto da antologia del basket di Stephen Curry.

La Star di Golden State ne mette 22 nel terzo periodo ed è a quota 38 punti quando, dopo l’uscita per falli di Klay Thompson, si spegne improvvisamente la luce; incredibile parziale di 18-2 per i nero-argento guidati da Tony Parker e parità, Curry ha la palla per vincere ma è costretto a forzare rinviando tutto al supplementare. Ancora più strano è il fatto che il parziale sia arrivato, dopo che Tim Duncan, si fosse arreso ai suoi sintomi influenziali tornando in spogliatoio, sicuro forse dell’inevitabile sconfitta.

Non basterà nemmeno il primo tempo supplementare: stavolta è San Antonio ad avere la palla per vincere non riuscendo a trovare neppure il ferro: pari a 115 e secondo overtime necessario; San Antonio sembra aver vinto la gara sul +5 a meno di un minuto dal termine, ma uno scellerato tiro da fuori di Manu dà la possibilità a Curry con un gran canestro e poi un assist all’improbabile protagonista Bazemore di ribaltare il punteggio a 3.9 secondi dal termine.

Come spesso accade però i grandi campioni vengono fuori in queste situazioni e Ginobili rimedia alla sua maniera con la tripla della vittoria a 1.2 secondi dal termini liberandosi per ricevere la rimessa dopo il time-out. Un’incomprensione tra i giocatori di Mark Jackson permette al giocatore di Bahia Blanca di prendere il tiro con quel minimo di spazio che a uno come lui nei momenti importanti, non può essere concesso.

Gli Warriors non riescono neppure a tentare l’ultima preghiera e sprecano un’occasione che potrebbe anche segnare in maniera decisiva la loro serie; Curry chiude con un incredibile line di 44 punti e 11 assist stando in campo praticamente per  tutti i 58 minuti di gioco. In casa Warriors 19 punti anche per Thompson e Barnes.

Tony Parker guida gli Spurs con 28 punti, 8 rimbalzi e 8 Assist, ce ne sono 22 per Green, 19 per Duncan e 18 per Leonard; ma la copertina va ancora al quasi 36enne giocatore argentino che aveva sbagliato le sue 7 precedenti conclusioni dal campo prima di mandare a bersaglio l’unica che alla fine contasse veramente. Niente di nuovo per un vincente come lui.

Nonostante la stanchezza si torna in campo anche in questo caso tra meno di 48 ore; riuscirà Golden State ad assorbire un colpo così duro in così poco tempo?

Luca De Gaspari

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