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Miami demolisce i Bulls in gara-2, serie pari sull’1-1

Chi si attendeva una reazione degli Heat dopo gara-1 non ha dovuto attendere a lungo. Nel secondo episodio della Semifinale della Eastern Conference i campioni in carica hanno vinto 115-78, portandosi sull’1-1 nella serie con Chicago. E’ stata una partita spigolosa, caratterizzata da falli tecnici ed espulsioni che hanno condizionato più i Bulls che i padroni di casa.

Ancora una volta assenti Hinrich e Deng ma Chicago fa chiaramente capire che non mollerà di un centimetro. La partita è subito ruvida: tecnico a Wade dopo pochi possessi per reazione ad un fallo di Belinelli. James lascia intendere che il suo primo tempo sarà diverso dal precedente, andando dentro fino al ferro e ricevendo più volte in post. Gli ospiti però fanno girare bene la palla e, grazie anche al 3/3 di Noah, al primo timeout sono in vantaggio di tre lunghezze. Miami riparte con un parziale di 9-0, frenato dal solito ottimo Butler; il doppio tecnico comminato a James e Noah fa capire che per Miami la postseason è davvero iniziata, dopo la passeggiata al primo turno con i Bucks. A fine primo quarto il tabellone recita 25-20 Miami, dopo un canestro sulla sirena firmato da Lebron. L’MVP chiude il primo quarto con 12 punti e 6/6 al tiro, nulli invece Bosh e Robinson. I Bulls sono in partita grazie al 60% da tre e alla scarsa vena degli altri due Big Three, ma sono sotto in quasi tutte le categorie statistiche.

Ad inizio del secondo periodo un Gronchi rosa per Chicago: riposo per Jimmy Butler, rilevato da Cook nella marcatura del numero 6 avversario. Se il primo parziale era stato ruvido, in questo si esagera ulteriormente. Flagrant ad Andersen per fallo su Belinelli, tecnici a Teague e Nate the Great. La partita si fa fisica ma anche bruttina, con tante scintille in campo. La difesa di Miami stringe ulteriormente due viti con la sua pressione a tutto campo. Si sveglia anche D-Wade con due schiacciate che danno il la ad un altro parziale dei padroni di casa, suggellato da due bombe di Norris Cole. All’intervallo il punteggio è 55-41 Heat, che tirano col 71% dalla linea dei tre punti. 19 di James, 9 di Butler e 8, tutti nel quarto, di Robinson.

Dopo l’intervallo Miami continua l’allungo, che si rivelerà essere quello decisivo. Più coinvolto Bosh, che segnerà 9 punti nel periodo, ma è la difesa ad essere spettacolare. Uscite aggressive sul pick&roll e sulle doppie uscite laterali dei tiratori dei Bulls, pressing asfissiante a tutto campo dei portatori di palla, tagliafuori vigorosi per non concedere secondi possessi. James ha marcato in azioni quasi consecutive Robinson (come promesso alla vigilia), Belinelli e Boozer, il cui nome non è stato citato finora, e non per caso. Un altro parziale di 11-0 affossa definitivamente gli ospiti, anche perché James si presenta in versione passatore, non segnando nel quarto. Tecnico a Chalmers ma punteggio sull’85-56 con una statistica eloquente: nei punti da palla persa Miami conduce 20-0.

Nell’ultimo quarto continua il bombardamento, con i padroni di casa che arrivano anche sul +45. Si fa vedere Birdman con un paio di poderose stoppate e qualche giocata di energia che fa saltare ulteriormente la mosca al naso ai Bulls. Nel giro di pochi secondi vengono espulsi Noah e Gibson, che prende due tecnici nel giro di pochi secondi, urlando di tutto mentre esce dal campo. Il tutto è avvenuto sotto gli occhi di Stu Jackson, il quale comunicherà nelle prossime ore se verranno comminate sanzioni disciplinari. Che l’ultimo periodo sia puro garbage time lo dimostra l’ingresso in campo dell’artista precedentemente conosciuto come Vladimir Radmanovic. Lo “Space Cadet” segna anche tre triple, aiutando a ridurre un po’ l’astronomico deficit. Il punteggio finale di 115 a 78 reca con sé due record per quanto riguarda la postseason: miglior vittoria di sempre per Miami e, al contempo, peggior sconfitta ever nella gloriosa storia di Chicago.

James chiude con 19 punti, 5 rimbalzi e 9 assist, ma il top scorer è Ray Allen con 21, frutto anche dei 10 tiri liberi segnati. Sei in doppia cifra per gli Heat, tra i quali spiccano i 18 di Cole. Per Chicago 13 di Belinelli, arrivati però a partita finita.

Miami ha stravinto a rimbalzo, 41-28, nelle percentuali, 60 vs 35,5%, e nei punti in vernice, 56-18. Importante è anche il dato dei punti in contropiede, 20-2, che indica come i padroni di casa abbiano cercato di evitare l’arcigna difesa schierata degli avversari. I Bulls hanno perso la testa in questa partita, soffocati dalla difesa Heat ma colpevoli anche di essersi intestarditi nel volerla mettere sul piano fisico. In gara-1 i rosso-neri erano stati molto più sotto controllo ed il risultato si era visto. La serie si sposta ora nell’Illinois, per una gara-3 pivotal in un ambiente che si preannuncia infuocato. Chicago ha qualche possibilità di strappare un’altra partita a Miami, specialmente tra le mura amiche. Ad aggiungere ulteriore pepe, l’ennesima voce sul possibile ritorno del Godot in maglia numero 1 per dare la carica ai suoi compagni. La palla a due verrà alzata nella notte italiana tra venerdì e sabato.

Alessandro Scuto

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