Una grande prestazione difensiva ha permesso ai Miami Heat di battere agevolmente gli Indiana Pacers in gara-7 della Finale della Eastern Conference. Per gli uomini di Erik Spoelstra si tratta della terza finale NBA consecutiva, questa volta da disputare contro i San Antonio Spurs. Miglior marcatore l’MVP, Lebron James, reazione d’orgoglio di Dwyane Wade, che segna per la prima volta 20 punti da gara-2 contro Milwaukee. Per Indiana top scorer Roy Hibbert, male Paul George, efficacemente marcato da LBJ sin dalla palla a due.
Dopo le dichiarazioni a mezzo stampa degli scorsi giorni, i primi giochi di Miami sono disegnati per Wade e Bosh, che mettono a referto i primi punti dei campioni in carica. Ma è Indiana a scattare bene dai blocchi di partenza. Hibbert si fa sentire sotto canestro, principalmente in difesa, e la coppia Stephenson-Hill non vuole tradire dopo la pessima gara-5. I Pacers sono avanti al primo timeout, 12-6, grazie ad un 7-0 di parziale. James si prende il primo tiro dopo solo 7′, al contrario CB1 si prende molte iniziative ma con scarsi esiti. Il primo quarto per lui si chiuderà con 1/8 dal campo. Standing ovation per Andersen, al rientro dopo la sospensione inflittagli dalla Lega. Birdman però perde il suo tocco magico e sbaglia il suo primo canestro da gara-4 a Chicago. Il primo quarto si chiude con gli ospiti avanti 21-19, nonostante le 9 palle perse. Zero assist per gli Heat, che hanno 6 punti a testa da Wade e James.
Il secondo quarto è quello decisivo, per partita, serie e stagione delle due squadre. Dopo un iniziale equilibrio gli Heat cercano di dare uno strappo alla gara. In difesa raddoppi sistematici in post, in attacco grazie ad un ritrovato Ray Allen, che ne mette 10 nel periodo. Indiana inizialmente riesce a resistere e a non affondare, anche per qualche miracolo allo scadere dei 24”, come quello di Stephenson da tre punti. Ma è James, ancora una volta, a guidare i suoi al parziale-spacca partita, che permette ai padroni di casa di andare in vantaggio all’intervallo 52-37. Per Lebron 12 punti nel quarto e 18 complessivi, con Miami che ha tirato col 59% nella frazione di gioco. Ciononostante gli Heat chiudono il primo tempo tirando complessivamente col 40%, contro il 43 dei loro avversari. Per Hibbert 2 soli tiri, 10 di West, 1/6 di Paul George.
In avvio di ripresa Indiana cerca il massimo sforzo per non abbandonare la partita. Più aggressivi i Pacers, guidati da Hibbert, West e dalla carica di coach Vogel, che non vuole far demordere i suoi. Miami tuttavia non permette parziali ai suoi avversari, controllando anche i rimbalzi offensivi grazie ad un Wade lottatore. Per Spoelstra c’è ancora Mike Miller in rotazione e non Shane Battier, ancorato in panchina per tutti i 48 minuti della gara. In chiusura di quarto arriva il quinto fallo sia di Hibbert che di George, che sostanzialmente chiude il confronto con 12 minuti di anticipo. Prima dell’ultimo periodo il punteggio è 76-55 pro Miami.
Si rivede Gerald Green in campo, ma è una delle poche notizie dell’ultimo quarto. Miami controlla abbastanza agevolmente, nonostante Hibbert segni qualche canestro dal post. Il sesto fallo di George sancisce la fine della gara, con il Most Improved Player che vede finire la sua esaltante stagione. I padroni di casa sfiorano anche i 30 punti di vantaggio, chiudendo poi la gara sul 99-76. Nel finale espulsi dopo una scaramuccia Norris Cole e Jeff Pendergraph. Da segnalare anche un atteggiamento poco sportivo di Hibbert e West, che a differenza dei propri compagni, raggiungono prima gli spogliatoi per non congratularsi con i vincitori.
James alla fine segna 32 punti con 8 rimbalzi, frutto di un ottimo 15/16 dalla lunetta. Per Wade 21 con 9 rimbalzi, di cui 6 offensivi. Per Bosh timidi segni di risveglio, con 9 punti (3/13) e 8 rimbalzi. Per Indiana 18 e 8 di Hibbert, ma molti a partita già compromessa. 14 di West, doppia cifra del backcourt ma solo 7 per George, con 2/9 dal campo.
Vantaggio Heat a rimbalzo, 43-36, 15-8 se consideriamo solo quelli offensivi. Percentuali comparabili tra le due squadre: Indiana ha tirato col 40,6%, Miami col 39,5. 30 Pari, come a Wimbledon, i punti in area, ma ben 21 le palle perse degli ospiti. La differenza di aggressività in attacco è testimoniata dai tiri liberi: 38 Heat, 20 Pacers.
Per la prima volta nella serie Miami è andata aggressiva al ferro, sfidando Hibbert e non temendo la sua imponente presenza, come avvenuto negli altri episodi di questa avvincente saga. Gli Heat hanno imposto il proprio ritmo come successo solo in gara-3, guidati da una difesa che ha cambiato atteggiamento e mentalità al momento giusto. I Pacers sono stati traditi dal loro miglior giocatore, George, ma la loro immagine ne esce amplificata dalle 7 partite contro i campioni in carica. Indiana avrà un’estate in cui pensare alla situazione salariale di Danny Granger, virtualmente inutilizzato quest’anno, Lance Stephenson e David West. Per Miami invece, nella notte italiana tra giovedì e venerdì, gara-1 delle NBA Finals contro i San Antonio Spurs.
Alessandro Scuto