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James e Allen rimandano la festa Spurs, Finale sul 3-3

Un Lebron finalmente attivo ed alcune giocate cruciali di Ray Allen hanno garantito ai Miami Heat la possibilità di rimandare l’assegnazione del titolo alla decisiva gara-7. Niente da fare per i San Antonio Spurs, che erano in odor di celebrazioni a pochi secondi dal termine dei regolamentari, venendo raggiunti prima, e superati poi, nel corso del supplementare. Non basta una prestazione vintage di Tim Duncan a garantire la vittoria ai suoi, che hanno gettato alle ortiche una partita che sembrava ormai in ghiaccio. Chiavi del successo Heat sono stati il quarto quarto di James senza fascetta in testa ed alcuni tiri clutch di He Got Game. 103-100 il punteggio finale in favore dei padroni di casa.

Ancora in quintetto Miller e Ginobili, con Haslem e Splitter retrocessi a ruoli da comprimari. La bandiera di Miami non farà neanche ingresso in campo. La partita inizia con percentuali elevate e punteggio alto. Gli Spurs iniziano 5/6 con un ottimo Leonard, i campioni in carica ritrovano improvvisamente la mano da tre. Problemi vistosi al ginocchio per Wade dopo una collisione con Ginobili, in cui oltre al danno aggiunge la beffa del fallo in attacco. Al primo timeout punteggio sul 14 pari. Chi fa sentire la sua presenza è certamente Duncan: il caraibico segna a ripetizione senza errori, costringendo Spoelstra a scongelare Andersen dopo 2 gare comodamente assiso sul pino. Alla fine del primo quarto Miami è in vantaggio 27-25, grazie ad un ottimo 4/6 da tre punti. Molto bene Chalmers con 10, ancora meglio TD21 che chiude a 12 con 6 su 6 dal campo. Per LBJ solo 3 tiri ma 5 assist, con una buona circolazione di palla. A tradire i campioni in carica è la difesa, che ancora una volta concede il 60% agli avversari.

Duncan continua a martellare anche nel secondo quarto, disponendo a piacimento di Bosh ed Andersen. Appoggiandosi alla sua colonna San Antonio ricuce il primo strappo dato da James e soci, che si erano portati pure sul +7. Gli Spurs non si fermano qui, sfruttando anche un buon momento di Boris Diaw, sia in attacco che in difesa. Con il francese a creare e TD a concludere, gli ospiti vanno decisamente avanti con un parziale di 17-4. Vistosi segni di sbandamento tra i ragazzi di coach Spoelstra, con evidenti analogie col 2011 ed un pubblico che inizia a rumoreggiare. Il primo tempo si chiude sul 50-44 per i Texani, con un Duncan da ben 25 punti, il suo massimo in carriera in un tempo in una gara di Finale. Male tutte le altre stelle: 9 James, 6 a testa per Wade e Bosh, solo 4 per Parker.

L’infortunio di Wade desta più di una preoccupazione, tanto più che al ritorno dagli spogliatoi è Ray Allen a partite in quintetto per i padroni di casa. Flash tornerà comunque in campo dopo un paio di minuti. Regna un sostanziale equilibrio tra le due squadre, che vanno presto in bonus. Aggressivi Parker e James, più il primo del secondo che sembra spegnersi alla lunga. Miami torna sul -1, ma Duncan non si ferma ed aiuta gli Spurs a riallungare sul +13. Molti liberi per gli ospiti, evidente frustrazione tra i campioni in carica. Alla fine del terzo quarto il punteggio è 75-65 per San Antonio, che domina nei punti in vernice grazie anche ai 30 di TD21.

Nell’ultimo periodo Miami va all’assalto all’arma bianca. Miller realizza una tripla dopo aver perso la scarpa, James si ritrova senza fascetta dopo un’azione di gioco e non la recupererà più. Per la gioia dei frequentatori di Twitter, proprio questo insignificante evento coincide col cambiamento di atteggiamento dell’MVP, che attacca fino in fondo e non si accontenta dei soliti jumper. Dopo un canestro di Allen gli Heat sono addirittura in vantaggio, il tutto con Wade e Bosh in panca. I due tornano presto per un finale che regala fuochi d’artificio. Dopo alcuni possessi a vuoto, Ginobili segna il -1, seguito da 2 liberi di Wade. Ad un minuto e mezzo dal termine tripla senza senso di Parker per il pareggio, 89-89. Chalmers butta la palla e Parker a 51” realizza il circus shot del +2. Stavolta è James a perdere la sfera, capovolgimento di fronte e 2 liberi di Ginobili. LBJ sbaglia il tiro e Ginobili fa 1 su 2 per il 94-89 a pochi secondi dal termine. Sembra finita. Sembra, perché Miami con la forza della disperazione riacciuffa la partita per i capelli. Prima Lebron al secondo tentativo la mette da tre per il -2. Leonard sbaglia un libero, dando così la possibilità del pareggio. LBJ sbaglia la bomba, rimbalzo Bosh che serve Ray Allen. He Got Game ha la presenza di spirito di girarsi e sparare da tre: pareggio a quota 95. Senza timeout Parker sbaglia il coast to coast finale, mandando così la gara all’overtime.

Gli Spurs sembrano partire bene nel tempo aggiuntivo, con 4 punti importanti di Kawhi Leonard. Dopo vari errori, James segna il 101-100 a poco meno di 2 minuti dal termine. Sarà il canestro decisivo. Il finale è un festival di errori ed orrori. LBJ ruba a Ginobili ma anziché temporeggiare si lancia in contropiede dove perde il pallone. Bosh, ottimo finale per lui, stoppa Parker, ma Wade non riesce a chiudere la gara. Ginobili tenta l’entrata ma viene derubato da Allen che la recupera, viene mandato in lunetta e non trema: 2/2. Sull’ultima azione, il tiro disperato di Green viene stoppato ancora da Bosh. 103-100 e si va a gara-7.

Tripla doppia di LBJ: 32+10+11, quasi tutti tra quarto quarto e supplementare. 20 alla fine per Chalmers, 10+11 Bosh e 14 di Wade. Solo 9 per Allen, ma con un peso specifico inestimabile.

30+17 per Duncan, ma nessuno dalla fine del terzo quarto in poi. 22+11 di un ottimo Leonard, 19 di Parker ma con 6-23 dal campo. Per Ginobili 8 palle perse, una sola tripla invece per Green.

47% dal campo per gli Heat contro il 43,5 degli avversari, che hanno pure tirato solo col 27,8 % da tre, a fronte del 58 per i padroni di casa. Equilibrio a rimbalzo, 45-42 pro Spurs, che hanno dominato nei punti in area, 60-36.

Prima del finale rocambolesco San Antonio aveva in mano le redini della gara. Qualche libero mancato di troppo ha permesso il recupero di Miami, che ha semplicemente poi commesso qualche errore in meno nel supplementare. La chiave è stata la metamorfosi di James, più attivo rispetto ai primi tre quarti di gioco, a prescindere dalla fascetta o meno. Gli Spurs, nonostante la sconfitta, hanno dimostrato di saper colpire gli avversari sia col tiro da fuori che col gioco interno, con una varietà di soluzioni da far invidia. Gli eroismi di Allen hanno messo in secondo piano le precarie condizioni di Wade, in ombra dopo 2 buone gare. Da rivedere pure Parker, anche lui frenato dai soliti guai fisici. Per gli appassionati della pallacanestro siamo giunti al momento più atteso, una gara-7 di Finale, in programma nella notte italiana tra giovedì e venerdì. Let the drama begin.

Alessandro Scuto

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