Nel giorno in cui si apre il mercato dei free agent, i Kings presentano alla stampa i due talenti scelti nell’ultimo draft: le guardie Ben McLemore e Ray McCallum. Stesso ruolo, stesso futuro insieme con la maglia di Sacramento ma passati molti diversi per i neo compagni di squadra.
Ben McLemore proviene da una famiglia molto povera dei sobborghi di St. Louis e la sua storia profuma di favola a lieto fine. “Quando ero piccolo c’erano dei giorni che mi chiedevo quanto avrei dovuto aspettare per consumare un nuovo pasto. Mia madre svolgeva qualche lavoretto ma la paga che riceveva spesso non era sufficiente per sfamare me e i miei cinque fratelli. Così presto mi sono dato da fare per guadagnare qualche soldo, per esempio tagliando i giardini nel vicinato, lavando macchine e addirittura raccogliendo la spazzatura. Non portavo a casa granché, ma almeno serviva a mantenere la mia famiglia”.
Nonostante le enormi difficoltà che la vita gli ha messo dinanzi, McLemore è riuscito ugualmente a emergere giocando a pallacanestro grazie ad un carattere di ferro e ad un potenziale straordinario. Se n’è accorto Bill Self, coach dei Kansas Jayhawks, che gli ha offerto una chance per giocarsi le proprie carte nella NCAA e Ben gli ha dato ragione. Nell’unica stagione al College, McLemore ha concluso con quasi 16 punti a sera e 5.2 rimbalzi di media a partita, tirando col 50% dal campo e con un eccellente 42% col tiro da 3. Gli scout si sono subito accorti di lui, merito di un talento cristallino che abbina allo stesso tempo dinamismo e purezza come tiratore, tanto che molti lo vedono come l’erede naturale di Ray Allen, un paragone illustre ma pesante.
Tuttavia McLemore non ci fa molto caso, piuttosto preferisce ribadire il proprio attaccamento alla famiglia. “Essere nell’NBA è un sogno che diventa realtà. Il mio motto è stato ogni giorno “rimani umile, rimani affamato” e ce l’ho fatta. Sono una persona riconoscente e ho già dei progetti per aiutare la comunità da cui provengo oltre ai miei cari”.
Al contrario Ray McCallum ha avuto una gioventù più fortunata ma non per questo più semplice, viste le grandi aspettative che incombevano su di lui. Figlio d’arte, infatti il padre Ray McCallum Sr. è il coach della squadra di pallacanestro all’università di Detroit, da dove è uscito proprio Ray Jr. che ha rinuciato a College prestigiosi come UCLA e Arizona pur di giocare per il padre. “All’inizio non è stato facile avere mio padre come allenatore, ma poi è stato bravo a darmi i consigli giusti affinché io tirassi fuori il meglio di me e alla fine devo solo ringraziarlo, perché se sono arrivato fin qui è molto merito suo”.
Sul taccuino degli osservatori, McCallum viene descritto come “a bit undersized”, un pò più piccolo, rispetto agli standard NBA ma compensa questa mancanza con un grande atletismo, ottime capacità nel ballhandling e un intelligenza cestistica rara, tutte doti molto apprezzate dal nuovo head coach di Sacramento, Mike Malone.
Alla presentazione era presente anche il neo proprietario dei Kings, Vivek Ranadive, che si è detto entusiasta per queste due prese all’ultimo draft e fiducioso che possano essere due pedine importanti da cui ripartire per una nuova era della franchigia biancoviola, soprattutto nel caso in cui il restricted free agent Tyreke Evans non rifirmasse con Sacramento.
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