Categorie: News NBA

Spurs, cosa c’è dietro gli accordi con Splitter e Ginobili

Come sempre lontani dai riflettori, gli Spurs si muovono con perizia per allestire un roster competitivo sul piano della qualità ma allo stesso tempo flessibile dal punto di vista salariale. Dietro tutte le mosse in casa San Antonio c’è sempre il general manager R.C. Buford, un vero maestro quando si tratta di fare affari che abbinino qualità e bassi costi.

Non sono passati in osservato gli ultimi movimenti avvenuti a Spursello ai tanti addetti ai lavori per quanto riguarda il mercato dei free agent. E’ notizia degli ultimi giorni che i vicecampioni NBA hanno rifirmato due pedine importanti della squadra che nell’ultima stagione ha sfiorato il quinto titolo della franchigia, ovvero Tiago Splitter e Manu Ginobili.

Il brasiliano era restricted free agent ed ha sottoscritto un contratto da 36 milioni di dollari complessivi per i prossimi quattro anni. L’argentino invece ha firmato il nuovo accordo che lo lega agli Spurs per altre due stagioni per un totale di 14 milioni di dollari ed ha reso ufficiale il proprio rinnovo con San Antonio, con cui ha vinto tre titoli tra il 2003 e il 2007, sul suo profilo Twitter in esclusiva per i suoi calorosi follower.

Agli occhi dei più attenti, non sarà di certo sfuggita una mossa di così tale astuzia da parte di Buford, che non a caso è ritenuto da parecchio tempo uno dei migliori dirigenti della Lega in quanto a scelte di management sportivo e di progettazione a livello gestionale. Con questi due contratti di Splitter e Ginobili, gli Spurs arrivano appena a sfiorare il tetto degli stipendi prefissato.  A questo punto il prossimo passo sarà il rinnovo del contratto a Gary Neal, anch’egli come Splitter reso restricted free agent appena prima della scadenza del 30 giugno scorso, e così verrà sforato il tetto salariale di quel tanto che basta per usufruire della mid-level exception. Come stabilito con l’entrata in vigore del nuovo contratto collettivo nel 2011, questa clausola permette alle franchigie che si mantengono al di sotto della soglia della luxury tax di offrire un contratto di quattro anni a 5 milioni a stagione, con un aumento annuo previsto del 3%. Al contrario le squadre costrette a pagare la luxury tax non potranno mettere sul piatto non più di un accordo triennale da tre milioni a stagione.

Questa manovra manageriale consente agli Spurs di muoversi con parecchia più libertà sul mercato dei free agent rispetto a molte squadre che invece non potranno proporre un contratto migliore ad un giocatore libero perchè gravate delle tasse di lusso. San Antonio può così lanciarsi alla ricerca di un elemento da aggiungere al roster di coach Popovich, elemento che abbini qualità tecniche di alto livello ma che abbia allo stesso tempo un salario non da All Star, in modo da non minare l’equilibrio finanziario della società. Ora non ci resta che aspettare quali altre magie il mago dei GM Buford sarà in grado di estrarre dal suo cilindro.

 

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Pubblicato da
Simone Domenichetti

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