La parabola discendente dei Boston Celtics è iniziata forse dopo la sconfitta in quella maledetta gara 7 contro i Miami Heat del 9 giugno 2012. Lì, con le lacrime in panchina dei Big Three e di coach Doc Rivers, si era capito che l’epoca dei Ray Allen, Paul Pierce e Kevin Garnett era sostanzialmente finita. In poco più di un anno la squadra è stata stravolta e travolta da mosse di mercato: prima Ray Allen che si accasa a Miami (e vince un altro titolo NBA), poi per ultima arriva la trade, sciagurata per diversi tifosi dei Celtics, che ha portato Kevin Garnett e Paul Pierce a Brooklyn. L’ossatura della squadra campione NBA del 2008 è ormai scomparsa. Rimane ancora Rajon Rondo, solo sull’isola verde di Boston. Intanto Danny Ainge, GM dei Celtics, prova a giustificare così lo scambio con Brooklyn:
“Brooklyn ha mostrato molto interesse nel mettere assieme un dream team… Costi quel costi, pare. Vista la nostra situazione come squadra, abbiamo capito che sarebbe stato molto difficile tornare a vincere un titolo con Paul e KG. Ci si è presentata davanti questa opportunità proprio quando ne avevamo bisogno”.
Poi sulla squadra, pare debole, costruita per la prossima stagione Ainge prova a mettersi ai ripari da possibile accuse di “tanking” per avere un buona posizione al prossimo draft, piena di talenti secondo gli esperti: “Non giocheremo per perdere.”
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