L’NBA è la Lega professionistica di basket migliore del mondo. Sembra una banalità, anzi lo è, ma quando in estate iniziano i raduni delle rappresentative nazionali in vista dei vari impegni, (siano qualificazioni, Olimpiadi, Mondiali o, come quest’anno, Europei) a fare la differenza tra squadre competitive o meno attrezzate sono molto spesso proprio il numero di militanti nella Lega americana, perché se sono lì, anche a sventolare gli asciugamani, un paio di cose in genere le sanno fare. Non fa eccezione la nostra Italia, che ieri (24/07) è stata presentata e oggi inizierà il ritiro a Folgaria, dal quale usciranno i 12 che affronteranno l’Europeo 2013 in Slovenia. Le speranze sono buone, qualche pro NBA c’è, ma c’è anche tanto altro, in una delle versioni degli Azzurri più talentuose degli ultimi anni.
Talento ce n’è, ma c’è anche qualche assenza pesante, e pure qui, guarda caso, si va sui tesserati negli USA. Avete capito da soli a chi mi riferisco: se il crociato di Danilo Gallinari avesse retto quel movimento in entrata, ora avremmo la Nazionale col maggior tasso di NBA della storia. Nonostante l’entità del danno sia fortunatamente minore del previsto, il Gallo dovrà invece restare a guardare a settembre, e non è un problema da poco. Perdiamo forse il giocatore di maggior classe, ma soprattutto quello con le più spiccate doti di leader, in grado di caricarsi la squadra sulle spalle in caso di necessità e soprattutto di essere il principale punto di riferimento. Il fatto di essere in ottima compagnia in quanto a defezioni importanti (Pau Gasol, Ibaka, Noah, tanto per dire qualche nome altisonante) non ci consola affatto.
Meglio non pensarci, e pensare invece a chi è presente e su chi la squadra farà maggior leva. Ovviamente i suddetti “americani”, nel senso di appartenenti a squadre americane (in senso letterale avremmo solo il naturalizzato Diener), che saranno di nuovo 3, come nell’ultima disastrosa edizione del 2011, sperando che invece i risultati non siano gli stessi. Fuori Gallinari, dentro il neo-pro Luigi Datome, che ha coronato un’ultima stagione da MVP del campionato italiano con la firma con i Detroit Pistons. Ruolo molto simile al Gallo, doti carismatiche quantomeno paragonabili, probabilmente sarà la chiave del nostro Europeo, nel bene o nel male: se giocherà ai livelli dell’ultimo anno con Roma saranno guai seri per chiunque, ma se invece dovesse accusare la fatica di una stagione infinita e di un’estate movimentata dal mercato i guai probabilmente li passeremo noi azzurri.
Perché le altre due colonne portanti, per motivi diversi, presentano qualche incognita. Ad esempio, prevarranno la voglia di rivalsa e di dimostrare il proprio valore dopo le numerose critiche o le difficoltà di tornare in campo dopo mesi di inattività per Andrea Bargnani? Non un leader, mai stato, ma fondamentale soprattutto in fase offensiva. Se riuscirà a prendere ritmo, magari abbinando un minimo di durezza in difesa e sotto canestro, suoi ben noti talloni d’Achille, può rivelarsi un’arma tattica difficilmente contenibile. Se invece arriverà ancora in fase di rodaggio, magari timoroso di non avere ricadute in vista del suo approdo ai Knicks, si farà tutto molto più complicato per i nostri colori.
La nostra prima scelta assoluta dividerà le responsabilità principali con Marco Belinelli, che viene dalla miglior stagione in carriera in NBA, culminata da un secondo turno ai playoff e da un contratto con gli Spurs. L’ex Fortitudo però non ha mai nascosto che la sua priorità resti la propria carriera nella Lega, ha sciolto le riserve solo di recente e le sue uscite con la maglia azzurra non sono sempre state all’altezza delle sue capacità. Principale terminale offensivo del settore guardie, potrebbe rivelarsi molto utile anche in difesa, dove è migliorato molto con Thibodaeau, ma saranno le sue percentuali al tiro a fare tutta la differenza del mondo.
Loro, ovviamente, saranno le stelle, i giocatori di maggiore responsabilità, ma potremmo trovare buone notizie anche dagli altri. In primis dal cuore infinito di Daniel Hackett, che però potrebbe non farcela per un problema al tendine d’Achille. Se non dovesse recuperare in maniera soddisfacente la Nazionale perderebbe uno dei pochi in grado di cambiare ritmo e inerzia, di “aggredire” la partita col suo agonismo. Oltre all’ultimo MVP delle Finali italiane, il cruciale ruolo di regista, che tanti grattacapi ci ha dato negli ultimi anni, potrà contare su una faccia nuova e affidabilissima, quel Travis Diener da poco naturalizzato italiano e dunque arruolabile. Altro vincente naturale, come Hackett, ha il talento e la personalità per guidare questa squadra, nonostante sia al debutto assoluto; Pianigiani comunque punta molte fiches sul rendimento dell’ormai ex play della Dinamo, il cui contributo potrebbe rivelarsi addirittura più importante del previsto. Dovrebbe entrare nei 12 anche Giuseppe Poeta: ottimo nella cavalcata delle qualificazioni dello scorso anno, oggi dovrà giocarsi il posto di play con Diener, ma anche lui dà buone garanzie in cabina di regia. Quasi sicura anche la conferma di Pietro Aradori, altro giocatore dal talento e dall’agonismo non in discussione, che potrà essere molto utile portando punti dalla panchina. Tra le guardie figurano poi Andrea Cinciarini, Daniele Cavaliero e Luca Vitali: probabilmente solo uno di loro farà parte della spedizione, anche se tutto rimane legato alle condizioni di Hackett.
Guardia-ala anche uno dei talenti più cristallini e futuribili del gruppo, quell’Alessandro Gentile che coi suoi 20 anni è il più giovane dei 17, eppure dovrebbe far parte della squadra. Già noto agli scout NBA, avrà la possibilità di mettersi in mostra anche come comprimario, dividendo i minuti di cambio di Belinelli e Datome con Aradori. Il futuro è suo, per adesso sarebbe importante che portasse il suo contributo nei minuti che avrà dalla panchina. Fanno parte della linea verde anche le ali Achille Polonara e Nicolò Melli, talenti di sicuro avvenire ma difficilmente decisivi da subito. Potrebbero entrare nei 12 (in particolare Polonara) per fare comunque le prime esperienze in nazionale coi “grandi”, anche se l’impatto è tutto da verificare. Convocato anche il fedelissimo Stefano Mancinelli per il ruolo di ala, che dopo un inizio di carriera sfolgorante (anche in summer league d’oltreoceano) ha passato un anno piuttosto difficile, facendo fatica a trovare un contratto. Giocatore duttile e già esperto per questi livelli, vista l’ultima stagione è però difficile che Pianigiani lo porti via.
E arriviamo al settore storicamente più deficitario dai tempi di Dino Meneghin, quello dei lungagnoni sotto canestro. Praticamente certa la presenza di Marco Cusin, che può portare qualche punto dal post ma il cui compito sarà soprattutto far legna in difesa e a rimbalzo, insomma fare tutto quel “lavoro sporco” che Bargnani non fa. Discorso simile per Angelo Gigli, che ha caratteristiche offensive paragonabili al lungo scelto da Toronto (non certo la stessa classe, però) ma non disdegna le battaglie sotto canestro. Viste le avversarie del girone, probabile che dall’esito dei loro duelli sotto i tabelloni passeranno buona parte delle nostre fortune. Completa il reparto Guido Rosselli, che a 30 anni corona un’ottima stagione a Venezia con la convocazione in azzurro; rara combinazione di taglia fisica e ottima comprensione del gioco, è pero difficile che possa superare la selezione, anche se con la penuria di lunghi mai dire mai (nel 2011 tra i convocati c’era anche Andrea Renzi che militava in Legadue…).
A guidare questi ragazzi un allenatore di comprovate capacità come Simone Pianigiani, probabilmente il migliore sulla piazza per la nostra Nazionale. Anch’egli reduce da una stagione complicata per motivi personali, avrà il difficile compito di portare questa squadra all’obiettivo dichiarato: la qualificazione diretta ai prossimi Mondiali, ottenibile finendo tra le prime 6 d’Europa (anche 7 visto che la Spagna è già qualificata). Sembra poco, invece è tutt’altro che scontato, e la concorrenza è agguerritissima, a cominciare dal girone eliminatorio, che ci vedrà affrontare Svezia e Finlandia, ma soprattutto Turchia, Grecia e Russia, tre colossi del basket mondiale. Assolutamente da battere le prime due, bisognerà superare anche almeno una di queste 3 per passare il turno, tutte nazionali esperte, che possono contare su svariati giocatori di livello internazionale e non pochi rappresentanti NBA, anche di buona caratura. Soprattutto di taglia fisica importante: probabile quindi che vedremo poco Bargnani da centro tattico con quattro esterni, molto più auspicabili i due lunghi, col Mago affiancato da un “5” vero. Gli starter dovrebbero dunque essere Diener, Belinelli, Datome, Bargnani e Cusin: quintetto di tutto rispetto, certamente sulla carta ostico anche per corazzate come le tre citate, completato da una panchina piuttosto profonda (anche se non come quelle dei nostri avversari) e di buon livello. Difetto principale, l’età media degli interpreti: se da un lato ci sono buone prospettive future, dall’altro una squadra praticamente under 30 non ci permette al momento di avere una gran esperienza a livello internazionale, esperienza che invece abbonda nelle compagini avversarie. Ma l’Italia ha già dimostrato in passato di saper stupire partendo anche da situazioni d’inferiorità ben più marcata: si può dunque sperare in bene con una squadra del genere, anche per riscattare il deludentissimo Europeo precedente in Israele. A partire dal 7 agosto comincerà l’avvicinamento con un quadrangolare amichevole che potrà dare le prime indicazioni, in vista dell’esordio in Slovenia il 4 settembre con la temibile Russia.
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