Categorie: Denver Nuggets

Brian Shaw ha già le idee chiare per i suoi Nuggets

Dopo cinque anni e due titoli NBA come assistente allenatore, Brian Shaw ha avuto l’occasione di cambiare la propria routine e sedersi dalla parte del pino che conta. Come capo allenato dei Denver Nuggets, quest’estate, ha già preso parte al suo primo Draft, ha incontrato i free agents e si è occupato di guidare la squadra durante la Summer League dopo aver composto il suo gruppo di assistenti. Adesso però inizia per lui il lavoro più duro al comando di una squadra proveniente da una stagione da record, con 57 vittorie, ma in cerca di un’affermazione anche nei playoffs, da sempre bestia nera dei Nuggets.

Sarà una grande opportunità per me, è stata un’estate strana, ho fatto un sacco di cose nuove e non vedo l’ora di guidare la squadra in questa stagione.

Shaw ha poi parlato di come gestirà il rapporto con lo spogliatoio e con i 15 uomini in rosa.

La cosa più eccitante per me sarà iniziare a costruire tutto dall’inizio, creando quel rapporto di fiducia essenziale in un team. Ci sono allenatori che si sentono in un’altra dimensione e con i quali non puoi parlare, che infondono timore nei propri giocatori. Io non voglio essere così, voglio essere cordiale e disponibile. Voglio entrare in sintonia con i giocatori e stabilire un rapporto di fiducia.

Una linea di comunicazione aperta potrebbe risultare essenziale per una squadra giovane come Denver, che si appresta ad avere una dura lotta per i minuti in campo e  Shaw, su questo,  sembra avere le idee chiare.

Se il training camp partisse domani il quintetto di partenza sarebbe composto da Ty Lawson, Randy Foye, Wilson Chandler, Kenneth Faried e JaVale McGee; proprio quest’ultimo ha bisogno di fiducia, deve avere la possibilità di dimostrare che può essere un centro titolare.

Una dura sfida per Shaw sarà diventare il maestro per un team che si trova in una parabola di crescita ascendente, ma la sicurezza che mostra nelle proprie dichiarazioni è, ovviamente, quella di un cestista veterano nonostante la sua, relativamente, poca esperienza come allenatore.

Voglio semplicemente insegnare loro come giocare col cuore nella maniera giusta. Se si è precisi e coerenti viene tutto più facile. Quello che metti nel gioco è quello che poi raccogli. Dovremo dare il massimo apporto al gioco e gli errori dovranno essere commessi mentre si cerca di fare la cosa giusta, ma se non si lavorerà in questo modo e si continueranno a fare gli stessi sbagli di continuo allora avremo dei problemi.

Shaw si definisce calmo di natura ma non garantisce di mantenere questo comportamento anche sulla panchina, dove le pressioni e la carica agonistica possono trasformare qualsiasi persona. Quello che conta per Denver sarà provare a fare il meglio possibile senza concentrarsi troppo a ripetere o migliorare il record dell’anno passato, mantenendo la fiducia nei propri mezzi sapendo di avere del talento che non può essere sprecato in una lotta così competitiva come quella della western conference.

 

 

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