Categorie: Denver Nuggets

JaVale McGee: “La gente pensa che sia stupido, ma in realtà sono molto intelligente”

Se non conoscete il significato della parola “Blooper” non state a prendere un dizionario. Andate su YouTube e digitate “JaVale McGee”. Vi appariranno una serie di video in cui l’attuale lungo dei Denver Nuggets commette degli errori più o meno esilaranti. McGee, però, è un atleta dotato di una fisicità straordinaria, veloce, agile e, ovviamente, alto. In mezzo al campo corre in modo invidiabile per alcune guardie NBA che, magari, di bloopers non ne regalano mai. I discorsi su di lui ruotano molto spesso intorno a mere considerazioni riguardanti il suo Q.I e, se molti lo considerano troppo stupido per poter smettere di collezionare clamorosi errori sul parquet, lui, e non solo, la pensa diversamente.

La gente attorno alla NBA pensa davvero che sia stupido, ma quelli che mi conoscono sanno che sono molto intelligente. Tuttavia questo non mi turba affatto.

McGee, però, ha dei grandi piani per il futuro. Con un nuovo allenatore, che ha dichiarato pubblicamente di credere in lui, e un conseguente rinnovato piano di gioco, JaVale è deciso a diventare un giocatore da All-Star.

Mi sento senza dubbio estremamente atletico, veloce e agile per essere un uomo di 7 piedi (è alto 2,13m ndr) e ho soltanto il bisogno della gente giusta dietro di me per poter fare ciò che è necessario ed essere un centro dominante nella lega. Ci sono un sacco di cose che non avete ancora visto e sento che la prossima stagione riuscirò a dimostrarlo.

Di sicuro buona parte del lavoro spetta al nuovo coach Brian Shaw, che il 25 giugno ha sostituito George Karl. Quest’ultimo non ha mai digerito gli errori commessi da JaVale e ha preferito dare fiducia a giocatori meno discontinui piuttosto che puntare sulla crescita di un ragazzo potenzialmente devastante, concedendogli in media 18,1 minuti a partita. Le cose, però, sono cambiate, e McGee lo sa.

Sto famigliarizzando sempre più con il coach e sono deciso a prendermi più minuti in campo. Decidere quanto utilizzarmi spetta a lui, il mio dovere è lavorare duro su tutto, e lo sto facendo. Se arriverò in forma al training camp nessuno potrà fermarmi, se non il coach.

Pierre, come si è soprannominato sui social network, all’età di 25 anni e alla sua sesta stagione NBA è pronto per iniziare a fare sul serio. È tornato a Denver all’inizio del mese per iniziare a lavorare con Shaw e il suo staff.

Molti appassionati lo conoscono soltanto per i suoi bloopers, divenuti ormai virali fra i fan di tutto il mondo, ma, come da lui dichiarato, i suoi avversari non lo guardano sotto questo occhio.

Con i giocatori, la mia reputazione è diversa. Mi vedono come un avversario che nessuno vorrebbe attorno perché c’è un alta probabilità che ti schiacci in faccia e quando li marco sanno che è meglio che la passino in fretta se non vogliono essere stoppati.

McGee ha guidato la lega per stoppate effettuate nel 2010/2011 ed è sicuramente uno schiacciatore pericolosissimo, ma in altri punti deve migliorare. Per esempio è spesso goffo in post-basso e quando prende la palla non è mai troppo aggraziato, anche se di lunghi dai movimenti leggiadri, ora come ora, ce ne sono davvero pochi. Dovrà quindi lavorare su questi movimenti in post-basso se vorrà alzare la propria media di 8,7 punti per partita, ottenuta durante le cinque stagioni in NBA, anche se il basso minutaggio è dalla sua parte. Basketball-Reference.com ha proiettato le sue statistiche su una media di 36 minuti a partita e il risultato è stato di 16,8 punti, 10 rimbalzi e 3,4 stoppate, ma è chiaro che per raggiungere queste medie dovrà essere più costante durante il gioco e, ovviamente, riuscire a convincere coach Shaw a tenerlo in campo costantemente. Oltre ai movimenti da centro puro dice di avere a disposizione un’arma che non ha mai utilizzato fino ad ora.

Sto lavorando sui movimenti in post-basso, li ho e li sto migliorando. Ho un discreto tiro dalla media che non ho mai usato nella mia carriera in NBA, coach Karl non voleva che tirassi. Le difese mi lasceranno probabilmente più spazio dalla media rispetto al post-basso e quindi ne approfitterò per dimostrare che posso essere pericoloso anche da lì.

Ovviamente non solo i fan di Denver sperano di vedere dei miglioramenti di rendimento per un giocatore che ha le potenzialità per far divertire gli appassionati di basket non solo per i suoi errori ma anche nel modo migliore possibile per un cestista, sfruttando la sua innata spettacolarità e le rare doti fisiche per un giocatore della sua altezza.

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