Categorie: Film e Libri NBA

“Più di un gioco”, libro che ci guida alla scoperta di Phil Jackson!

Entrare nel mondo NBA e andarci così a fondo non è esperienza che noi comuni mortali possiamo spesso permetterci. Se poi a condurci per mano in questo viaggio è uno degli allenatori più vincenti della storia dello sport mondiale, allora l’onore e il piacere sono doppi. Quando Phil Jackson e Charley Rosen (affermato giornalista americano, per anni “compagno di giochi” e collega del coach) hanno deciso, ormai più di 10 anni fa, di scrivere a quattro mani “Più di un gioco” non credo avessero bene in mente l’enormità del regalo che stavano per fare a noi amanti/appassionati/fanatici NBA.

E’ una biografia che racconta in parallelo le vite dei due protagonisti, che ci fa conoscere a fondo il Jackson ragazzo del Montana, quello giocatore hippie dei Knicks e soprattutto quello allenatore vincente dei Bulls prima e dei Lakers poi (non me ne voglia il vecchio Charley se nella mia breve recensione mi soffermerò a raccontare in particolare gli aspetti riguardanti Coach Zen).

Il libro si apre con una prefazione scritta poco dopo l’inizio della stagione 2001/2002, che celebra quelli che lo stesso Jackson definisce come una “delle squadre più dominanti di sempre nei playoff”, i Lakers semi imbattuti (causa Iverson) di quella post season, e termina con un lungo racconto della stagione precedente, quel 1999/2000 coinciso con la prima esperienza e la prima cavalcata trionfale alla guida dei gialloviola da parte del figlio di Charles e Elizabeth Jackson.

La bellezza dello scritto però a mio avviso sta nella quantità di cose che si “scoprono” e si imparano (questo non lo virgoletto perché è proprio così) leggendolo. Dal retroscena della discussione nello spogliatoio tra Kobe e Shaq (c’era da aspettarselo) alla dettagliata descrizione delle opzioni offensive scelte in determinate partite (con tanto di mini playbook in Appendice, in cui vengono illustrati alcuni aspetti del “mitico” Triangolo e non solo). Ma ciò che più di tutto colpisce è l’amore, la passione e la dedizione con i quali i due descrivono ogni aspetto del basket, ogni particolare, ogni partita degna di nota.

Se la pallacanestro è vista come una vera e propria esperienza mistica e metafora di vita, il Triangolo (schema offensivo utilizzato da Jackson che lo ha guidato alla conquista di ben 11 titoli NBA) è la rappresentazione plastica della perfezione. E’ un’idea verso la quale tendere, prima ancora di essere un insieme di schemi scarabocchiati su un foglio o su una lavagna. Condivisione, disponibilità e fiducia del compagno sono solo alcuni degli aspetti che lo caratterizzano (pensate che faticaccia instillare questi concetti nella mente di MJ prima e di Kobe poi).

Merito di questo va dato in particolar modo a Tex Winter, entrato prepotentemente nella vita di Jackson dopo l’approdo a Chicago da assistente allenatore e sostanzialmente mai più uscitone. Mentore e primo suggeritore, l’allenatore ormai 80enne è uno dei cardini attorno al quale si snoda buona parte del libro (“Triangolazione” e “T per due (Tex e il Triangolo)” sono soltanto due dei titoli di alcuni capitoli).

Eppure, nonostante ci fosse più di un motivo, non è un libro che scade nell’autocelebrazione. Il raggiungimento di traguardi clamorosi nella storia dello sport americano (e non solo) non diventano motivo di vanto da parte di Jackson. I trionfi e l’immenso numero di vittorie non scalfiscono la modestia e il senso critico del protagonista. Ci si sofferma tanto sulle sconfitte (poche), su cosa non ha funzionato in quel caso, sul “ho sbagliato io perchè..”. Questo è un altro tratto distintivo di PJ, il non sentirsi mai immune da critiche, il mettersi sempre in discussione.

Per gli appassionati e i tifosi è quindi un piacevole modo di conoscere l’uomo che hanno così tanto amato, rivivendo i fasti di un passato neanche troppo lontano. Per i patiti di tattica è uno scritto pieno zeppo di particolari, di annotazioni e di commenti di cui fare tesoro. Per gli amanti del basket è semplicemente un libro di cui non si può fare a meno.

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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