Categorie: Editoriali NBA

Come un’ala grande con tiro da fuori permette di aprire il campo! Ce lo spiega Patrick Patterson!

Era da tempo che volevo approfondire uno degli argomenti base del basket NBA, uno dei cardini su cui si fondano le analisi delle franchigie avversarie da parte dei coach d’oltreoceano. Il concetto di “aprire il campo” (in inglese si dice “spread”, parola a noi nota per tutt’altre ragioni) è una di quelle “ovvietà cestistiche” sulle quali però, a mio avviso, vale la pena soffermarsi. L’occasione è ghiotta in quanto sono riuscito a reperire su internet materiale foto e video riguardante Patrick Patterson, power forward dei Kings, caso emblematico di numero 4 con buone doti di tiro dalla media e dalla lunga distanza. Ma andiamo con ordine.

Secondo quanto riportato da NBA.com, i Sacramento Kings della scorsa stagione nelle 28 partite disputate dopo la pausa dell’All Star Game si sono posizionati al settimo posto in quanto a “Offensive Rating” (più banalmente la media dei punti segnati), nonostante il record di vittorie non sia migliorato. Merito anche dell’ingresso in maniera continuativa in quintetto di Patrick Patterson, acquisito sul finire di febbraio dagli Houston Rockets in una trade che ha visto coinvolti tra gli altri Francisco Garcia (protagonista nella serie di Playoff contro i Thunder), Thomas Robinson ed altri.

Ala grande di 206 centimetri, alla quarta stagione NBA, Patterson ha permesso con le sue doti di tiratore alla squadra californiana di aprire l’area alle penetrazioni e allo stesso tempo di “lasciare spazio” a Cousins sotto le plance. La shot chart dell’ultima Regular Season mostra l’ampiezza del suo raggio di tiro (praticamente un giocatore in grado di realizzare da ogni tipo di distanza, come testimoniano le percentuali riportate nella tabella di sotto), con particolare costanza nella realizzazione nei pressi del ferro (ovvio per un “quasi” 7 piedi) e dagli angoli (questa un po’ meno). Le possibilità di gioco offensivo che questo tipo di caratteristiche consentono sono tantissime, fondamentali ancora di più nel contesto NBA in cui la regola dei 3 secondi difensivi di fatto premia chi riesce a svuotare l’area. Analizziamone qualcuna.

La prima è legata alla possibilità di sfruttare l’ala grande come tiratore sugli scarichi. Nel caso riportato, Travis Outlaw in punta utilizza il blocco di Cousins, mentre Patterson inizia a prendere distanza da Blake Griffin, andandosi a posizionare in angolo.

In realtà il movimento del centro dei Kings è il più classico dei pick&roll, sul quale la pessima difesa di De Andre Jordan costringe il sopracitato Griffin a ruotare per aiutare su di lui.

A questo punto ci sono ben 4 uomini dei Clippers a riempire l’area, mentre Patterson totalmente dimenticato reclama palla in angolo.

Passaggio con i giri giusti. Ricezione e tiro in un movimento solo. Swisshhh (clicca qui per il video dell’azione).

Seconda situazione, il cosiddetto pick&pop. Il bloccante al posto di “rollare” verso il canestro “poppa” (si apre) verso l’esterno, creando separazione tra sé e il difensore.

Nell’immagine sopra riportata è proprio Patterson a portare il blocco in punta a Douglas.

Chris Paul decide di passare “sotto” al blocco, ovvero di aggirare l’avversario, costringendo Griffin a scalare (almeno momentaneamente) sul portatore di palla. Non è un cambio difensivo, è un aiuto in attesa che Paul recuperi sul suo uomo.

Il problema è che nel frattempo Patterson si è messo fronte a canestro, pronto per aprire il fuoco. Perfetto il “pocket pass” di Douglas, solo rete per il numero 9 dei Kings (clicca qui per il video dell’azione). Questa è una delle scelte che più di frequente è stata fatta lo scorso anno da Sacramento, come testimonia il video di seguito linkato contenente un ampio campionario di realizzazioni del genere (clicca qui per il video).

Tutto questo fa sì che la difesa su un giocatore di questo tipo cerchi di adeguarsi alle sue capacità, pressandolo più da vicino e cercando di evitare di far scalare il giocatore coinvolto nella sua marcatura. Difatti tra i giocatori che hanno calcato il parquet per più di 20 minuti di media la scorsa Regular Season, Patterson è penultimo in quanto a numero di tiri tentati (soltanto 7 a partita), in quanto la sua più grossa utilità è relativa alle possibilità che il suo gioco genera per i compagni. Vediamo un esempio.

In questo caso Thomas sfrutta il blocco del suo compagno il quale, come in precedenza, si apre dietro la linea dei 3 punti pronto a ricevere uno scarico.

Il playmaker però decide di penetrare, sfruttando sia il vantaggio che si è creato dopo il blocco e sia l’indecisione di Derrick Williams che, restando incollato al suo uomo, lascia spazio alla penetrazione dell’avversario.

A questo punto scatta la rotazione difensiva, Pekovic è costretto a ruotare, lasciando Cousins solo sotto canestro.

Il finale è abbastanza scontato. Schiacciatona da parte del giocatore più rappresentativo della squadra californiana (clicca qui per il video dell’azione). In sostanza, la difesa è costretta a non poter aiutare su un eventuale contenimento difensivo andato male ed è costretta ad inseguire con le rotazioni difensive, ritrovandosi alle volte, come in questo caso, a concedere un tiro ad ancor più alta percentuale.

Ultima situazione interessante è quella della transizione, in cui si riesce a portare lontano dal ferro lo stoppatore della squadra avversaria.

Nell’immagine Tyreke Evans in palleggio attacca in transizione già dalla rimessa dal fondo (quante volte abbiamo visto pessimi rientri difensivi da parte dei gialloviola la scorsa stagione..). Patterson, più avanti al suo compagno con la sfera, taglia verso l’angolo.

Evans entra quindi nell’area avversaria sfruttando la corsa di Howard, il quale è concentrato nel seguire il numero 9 dei Kings e non si preoccupa del portatore di palla.

Quando Evans parte con il terzo tempo non c’è più possibilità di intervenire per il centro dei Lakers che cerca invano di interferire con la conclusione (clicca qui per il video dell’azione). La paura di accoppiarsi in transizione con un tiratore da tre ha fatto sì che Howard non si sia preoccupato di andare a proteggere il ferro (regola basilare quando si subisce un contropiede).

Queste sono solo alcune delle decine di opzioni offensive che giocatori come Kevin Love o Channing Frye (giusto per citarne altri due) possono generare, risultando essere una delle situazioni più sfruttate sui parquet NBA.

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Pubblicato da
Stefano Salerno

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