Ad una prima occhiata, Randy Foye non sembrerebbe avere nulla di strano o particolare da suscitare pensieri o commenti. La guardia appena approdata ai Denver Nuggets, dopo una stagione da 10 punti a partita in maglia Jazz, ha però dichiarato al Denver Post che qualcosa in lui non è poi così normale.
Foye è affetto da una condizione congenita definita Situs Inversus, secondo la quale gli organi interni sono invertiti in modo speculare rispetto alla loro posizione ordinaria. Ciò comporta destrocardia, fegato a sinistra e milza a destra, ed è presente in meno di 1 caso su 10.000 abitanti. Solitamente priva di pericoli, se non quello di essere più suscettibili ad infezioni respiratorie, che comunque non hanno mai intaccato le performance della guardia dal New Jersey.
È leggermente diverso, vero?
Scherza Foye, dicendosi contento di non essere l’unico su questo pianeta. E pur avendo questa scusa servita su un piatto ad ogni suo canestro sbagliato, non ne ha mai usufruito, perché la vita per Randy è stata dura più di quella sua inversione interna, tanto da rendergli questo suo stato praticamente superfluo. Ad un’intervista rilasciata durante il periodo a Salt Lake City, disse di aver perso suo padre all’età di due anni per un incidente, travolto da una macchina in folle corsa mentre usciva con la moto dalla rampa di casa. All’età di cinque anni perse anche la madre, assassinata per un circolo di droga e qualche verdone perso di troppo.
La ricordo sorridente durante la cerimonia dell’ultimo giorno di Asilo, nel suo vestito a fiori. Finita la festa però non l’ho più vista. Sono stato ad aspettarla, finché non è arrivata mia nonna a prendermi. È lei che anni più tardi mi ha spiegato ciò che realmente era accaduto a mia madre.
Senza genitori, solo il basket ha tenuto alla larga Foye dalle cattive compagnie dei sobborghi del New Jersey.
Quel canestro messo a tre e zero cinque da terra e ad un’infinità dal cielo ne ha salvata di gente…