La NBA è una lega innovativa e rivoluzionaria, la storia parla per lei. C’è ancora un tabù da sfatare: la possibilità di vedere un coach di nazionalità straniera alla guida di una delle 30 squadre NBA. Ettore Messina ci è andato vicinissimo, dapprima nel coaching staff dei Lakers con Mike Brown capo-allenatore, successivamente è stato protagonista di voci sempre più insistenti che lo davano come uno dei più seri candidati alla panchina degli Atlanta (poi sfumata). L’italiano ha dichiarato che “non dipende da te , ma dal management della franchigia, devono potersi fidare di te, devono credere in te”. Uno dei coach più vincenti e preparati della storia , Gregg Popovich, ha voluto spendere altre parole ai microfoni dei giornalisti di San Antonio:
“Ci sono un sacco di allenatori che potrebbero lavorare nella nostra lega. La pallacanestro è diventato uno sport internazionale, gli allenatori sono migliorati ovunque, così come sono migliorati i giocatori stessi che ora militano nella NBA. Ci sono grandi giocatori e grandi allenatori in giro per il mondo, ovunque. Bisogna solo che uno dei nostri team abbia il coraggio di procedere in questa direzione.”
Nella partita di preseason disputatasi pochi giorni fa proprio a San Antonio, Ginobili ha potuto incontrare Ettore Messina, attuale coach del CSKA Mosca, impegnato proprio contro gli Spurs durante il tour americano in preparazione alla stagione europea. Le parole dell’ex Virtussino nei confronti dell’italiano sono state condite da ricordi emozionanti:
“Ho un rispetto tremendo per lui. Ha davvero lasciato un segno indelebile nella mia carriera da professionista. Ho imparato come giocare in una grande squadra, prima di allora ero solo un giocatore talentuoso che faceva ottime partite in squadre di livello non alto, senza grandi aspirazioni. Alla Virtus Bologna noi avevamo solo un obiettivo che era quello di vincere, mi ha trasformato in un giocatore che giocasse per la squadra, che si preoccupasse dei propri compagni, che facesse migliorare chi avevo intorno. Tutto questo lo devo a lui. E’ un allenatore davvero esigente…Popovich dopo gli allenamenti cambia personalità, diventa un altro ragazzo, più simpatico e sorridente. Mentre Ettore era molto serio sia dentro il campo, che fuori dal campo, manteneva sempre le distanze.”