Se per caso i tifosi dei Detroit Pistons si stessero domandando perché non stiano ancora sentendo alcun rumor sull’estensione contrattuale del loro big man, Greg Monroe, chiamato da Detroit con la settima scelta assoluta al draft del 2010, li attende una notizia poco confortante: non c’è effettivamente nulla da riportare, perchè la situazione è in stallo totale.
È altamente probabile infatti che il centro, al 4º anno nella NBA, non riceverà alcuna proposta di estensione contrattuale entro la deadline di fine ottobre, il che lo renderebbe un restricted free agent in vista della prossima offseason. Ma, perchè sia chiaro i Pistons non si sarebbero già decisi a rinunciare a Monroe; al contrario, considerano il centro da Georgetown una parte importante del proprio processo di ricostruzione. Purtroppo però le circostanze inducono Detroit a lasciar trascorrere la stagione alle porte per delle necessarie valutazioni, la più importante delle quali è relativa al contratto da offrirgli. Un contratto da 5 anni al massimo salariale possibile non verrebbe certamente rifiutato dal centro no.10, che anzi nelle settimane passate aveva lanciato ai Pistons una sorta di aut-aut, chiedendo, sotto “minaccia” di andarsene, il massimo salariale al termine del contratto che attualmente lo lega a Detroit. Il guaio è che il nuovo CBA (l’accordo collettivo) vincola le franchigie ad offrire un contratto quinquennale ad un solo giocatore a roster e, dalle parti di Motown, si vorrebbe che quel giocatore fosse Andre Drummond, in occasione della free agency del 2015.
Ovviamente lo status di restricted free agent del loro centro potrebbe comunque avvantaggiare i Pistons, i quali, dato che il massimo che altre franchigie potrebbero offrirgli è un quadriennale, potrebbero benissimo pareggiare l’offerta e quindi trattenere Monroe in Michigan e, così facendo, manterrebbero la possibilità di offrire il contratto da 5 anni a Drummond.
La situazione potrebbe cambiare se Monroe avesse quest’anno un exploit tale da attirare su di sé i riflettori allontanandoli da Drummond; oppure al peggio, potrebbe essere coinvolto in qualche trade se l’intesa con Drummond o Josh Smith non funzionasse.
Quel che è certo comunque è che questa situazione di grande incertezza e di potenziale “gelosia” tra due dei migliori giocatori della squadra, con grande probabilità non gioverà ai Pistons, già alle prese con un avviato (e a tratti discutibile) processo di ricostruzione che, se non dovesse essere frenato da problemi interni (dei quali a Detroit hanno grande esperienza), potrebbe dare i primi suoi frutti già quest’anno.