Tempi duri per i Brooklyn Nets. La squadra, costruita per contendere la corona della Eastern Conference ai Miami Heat, attualmente è relegata ai bassifondi della classifica dell’Est con un record di appena 3 vittorie e 7 sconfitte; come se non bastasse anche gli infortuni ostacolano il cammino delle retine, che hanno giocato l’ultimo match casalingo contro Portland, privi di tre pezzi importanti come Andrej Kirilenko, Deron Williams e Brook Lopez. Ma indipendentemente dai guai fisici di tre pedine importanti come quelle sopracitate, è il deludente inizio che desta le maggiori perplessità e il fatto che questa squadra non abbia ancora una vera e propria identità: le maggiori responsabilità di questa situazione non possono che andare al neo-coach della franchigia di New York, Jason Kidd, che ha già cominciato a ricevere le prime critiche.
Dopo la partita di lunedì sera contro i Blazers, Kidd ha additato sé stesso come principale responsabile della sconfitta contro gli avversari, principalmente per “avere allenato male”.
Tuttavia uno scout NBA, rimasto anonimo, ha definito “terribile” il comportamento di Kidd in panchina; sarebbero infatti i due assistenti, Lawrence Frank e John Welch a chiamare i giochi della squadra e a gestire i timeout.
“Non fa nulla” – ha dichiarato lo scout, che ha osservato i Nets parecchie volte questa stagione – “Non chiama alcun gioco. Welch chiama gli schemi offensivi, e Frank quelli difensivi … Non so davvero cosa faccia Kidd. Non credo che al momento si possa esprimere un giudizio e dire che è un cattivo allenatore. Al massimo si può dire che è incompleto”.
Nonostante le critiche piovute su Kidd, il GM dei Nets, Billy King, colui che gli ha dato le redini della squadra, continua a sostenere il suo head coach:
“Sapevo che ci sarebbe voluto tempo quando l’ho assunto” – ha dichiarato King – “Ma alla fine le sue capacità verranno fuori.”