Categorie: New York Knicks

Woodson sulla graticola ai Knicks; ipotesi Allan Houston per la panchina?

Considerando un inizio di stagione non certo compatibile con le proprie aspettative, non è un mistero che i New York Knicks stiano valutando delle possibili mosse per invertire la rotta di un’annata che fino ad ora li vede arrancare al penultimo posto della classifica della Eastern Conference dopo una serie di 9 sconfitte negative (non ancora interrotta nel momento in cui si scrive); in una conference con valori di forza certamente inferiori a quella dell’Ovest, i Knicks non dovrebbero fare fatica a riprendere la strada giusta per centrare almeno l’obiettivo playoff, ma di certo occorreranno alcuni (anche drastici) cambiamenti, primo tra tutti quello che potrebbe coinvolgere l’allenatore della franchigia newyorkese Mike Woodson, uno dei principali imputati per il disastroso inizio di stagione dei Knicks. Secondo Frank Isola del New York Daily News, se Woodson non dovesse riuscire a trascinare fuori da questo pericoloso pantano i Knicks (riprendendo le redini di una squadra con serie difficoltà in ambito leadership), è possibile che si prenda in considerazione l’ipotesi di promuovere al ruolo di head coach Allan Houston, al momento impegnato come executive nel front office diretto dal GM Steve Mills. La scelta di Houston, già giocatore dei Knicks, tra i più amati dalla tifoseria newyorkese quando era in attività, risponderebbe a una logica di svecchiamento e potrebbe in qualche modo considerarsi analoga a quella che i Brooklyn Nets hanno fatto scegliendo Jason Kidd come nuovo head coach (esperimento che, per inciso, finora non sta pagando granché): mettere in panchina un uomo con grande capacità di leadership che riesca a trascinare i giocatori con il suo carisma e a farsi ascoltare dallo spogliatoio. Per ora questa è solo un ipotesi, ma è certo che l’eccentrico proprietario dei Knicks, James Dolan, non disdegnerà soluzioni alternative, di certo economicamente più dispendiose (in perfetta coerenza con le scelte che lo hanno caratterizzato sin qui), pur di arrivare a quel “maledetto” titolo che New York insegue ormai da 40 anni.

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