Reduci da 6 KO nelle ultime 7 gare, i Chicago Bulls, orfani della loro stella Derrick Rose per tutto il resto della stagione, sono tornati alla vittoria ieri sera contro i Miami Heat, squadra con cui i tori hanno intrapreso già da qualche anno una delle più aspre rivalità della NBA; e nelle dichiarazioni post-partita il centro francese dei Bulls, Joakim Noah, non ha mancato di evidenziare ancora una volta proprio quest’aspetto per fare capire il particolare stato d’animo che accompagna i Bulls e addirittura tutta la città di Chicago quando allo United Center giungono LeBron James e compagni:
“Se ha un significato particolare battere i Miami Heat? Assolutamente. Non c’è neanche da chiederlo. Penso che a Chicago si senta un clima particolare quando Miami viene a giocare. Puoi già sentirlo la mattina quando ti svegli. Il fatto è che alla gente di questa città non piacciono i Miami Heat. A noi non piacciono i Miami Heat. È sempre fantastico batterli.”
E quando gli si chiede il perché di questo “odio” sportivo, Noah spiega:
“Tante battaglie e tante cicatrici. Abbiamo subito troppe brutte sconfitte da parte loro e molte delle nostre stagioni sono terminate per colpa loro.”
Dopo la preoccupazione e la delusione legate al secondo infortunio “invalidante” di Rose, e un rendimento abbastanza scarso nelle prime settimane di stagione (dovuto anche a una condizione fisica non impeccabile dato che il francese ha saltato il training camp), Noah sembra avere recuperato tutta la sua grinta ed è pronto ancora una volta a diventare cuore e anima dei Bulls per trascinarli lungo un’altra difficile stagione:
“Penso che abbiamo le capacità per andare avanti. Credo solo che dobbiamo tirarci su psicologicamente. Ne abbiamo passate tante insieme ai ragazzi di questo gruppo. Abbiamo affrontato e superato molti ostacoli e molte sfide, e sappiamo di essere perfettamente in grado di farlo ancora.”
Un’altra lunga stagione di “passione” attende, dunque, i Bulls e la città di Chicago che, non c’è dubbio, faranno affidamento sul proprio big man per portare avanti un’annata ancora una volta nata sotto pessimi auspici, forse solo l’ennesima preparatoria alla consacrazione di una squadra che non è ancora riuscita a raccogliere i frutti del buon lavoro seminato fin qui.