Categorie: Non Solo Nba

NCAA Religion : Ohio State Buckeyes

Italians do it better. Questo, almeno, è quello che sperano i sostenitori di Ohio State University ( OSU ), visto che nel roster di Coach Thad Matta è presente l’unico cestista italiano del panorama NCAA: Amedeo Della Valle. Nato ad Alba, provincia di Cuneo, l’11 aprile 1993 e cresciuto cestisticamente nella Junior Casale Monferrato, con la quale ha esordito in Legadue all’età di 16 anni, il nostro Amedeo ( @Ame_DV_33 ), vincitore dell’ultimo europeo U-20 con la nazionale italiana ed MVP della manifestazione, è chiamato a dar man forte, nel suo anno da sophomore, ad un gruppo che in questo primo scorcio di stagione si è messo in luce come una delle compagini più solide dell’intera Division I, attirando le attenzioni della stampa specializzata, che, al momento, quota i Buckeyes al #3 del ranking. Sbarcato negli USA nel 2011, dopo un anno alla Findlay Prep High School, Della Valle è entrato nel programma maschile di basket di Ohio State, uno degli atenei statunitensi che gode di maggiore fama a livello sportivo; OSU è una delle 4 università ad aver vinto il titolo nazionale nel basket, nel football e nel baseball, oltre che in moltissime altre discipline, tra le quali l’atletica, dove, su tutti, spicca quel Jesse ” The Buckeye Bullet “ Owens, vincitore poi di 4 ori olimpici a Berlino nel ’36.

Durante i primi anni dalla sua formazione, il programma di basket di OSU, non fu mai particolarmente brillante, fin quando, nel 1923, arrivò Coach Olsen che portò i Buckeyes in finale nel primo torneo NCAA, datato 1939, finale poi persa 33-46 contro Oregon; dopo diverse stagioni davvero mediocri i Buckeyes tornarono a vedere la luce del Sole nel 1958, quando, a sedersi sulla panchina, arrivò Coach Fred Taylor che, nella sua seconda annata, alla guida di un team leggendario, trascinò OSU al suo primo e tutt’ora unico titolo ( 1960 ). I Buckeyes dei primi anni ’60 rimarranno per sempre nella storia del gioco, oltre che per il titolo e le due successive finali perse ( entrambe contro Cincinnati ), per aver visto giocare nelle proprie fila personaggi del calibro di Jerry Lucas, John “Hondo” Havlicek, Mel Nowell e Bob Knight: i primi due, dopo OSU, diverranno leggende NBA, facendo incetta di record e titoli, l’ultimo, Knight, entrerà nel firmamento NCAA come il secondo allenatore con più partite vinte ( dopo Coach K ), riuscendo a trionfare 3 volte con gli Indiana Hoosiers. Trascorsi nuovamente molti anni nel semi-oblio, OSU, conobbe un nuovo importante periodo sotto la guida di Coach Jim O’Brien che s’interruppe nel 2003, quando lo stesso O’Brien venne licenziato a causa della violazione di alcune normaive NCAA: due anni d’investigazioni portarono a galla il caso Boban Savovic, il quale ricevette dei compensi durante il suo periodo ad Ohio State; successivamente a questo, nel marzo 2006, la NCAA sanzionò OSU con la restituzione dei soldi entrati dalle partecipazioni al torneo durante gli anni in cui Savovic era nel roster e cancellò dal palmarès dei Buckeyes la partecipazione alle Final Four del 1999. Nel luglio 2004 ha preso il timone di OSU l’attuale Coach Thad Matta che è riuscito, negli anni, a restituire l’allure che meritano i Buckeyes: protagonisti della  finale persa 84-75 contro i Florida Gators nel 2007 ( Greg Oden e Mike Conley nel roster, poi rispettivamente scelti con la chiamata #1 e #4 al Draft ), alle Sweet-16 nel 2010, quando il Buckeye Evan Turner venne nominato National Player of the Year ( scelta #2 al successivo Draft ) ed infine nuovamente alle Final Four nel 2012, anno in cui fu Kansas a far tramontare i sogni di gloria di un gruppo giovane che vedeva in Aaron Craft e Jared Sullinger, poi draftato con la #21, i propri riferimenti.

Fortuna di Coach Matta, Aaron Craft è ancora nel roster, e nel suo anno da Senior riuscirà sicuramente a contribuire con l’esperienza alla stagione dei Buckeyes e, sperando nella vena prolifica di un altro Senior come Lanzelle Smith, oltre che nel talento del Junior LaQuinton Ross ( unico del roster in orbita Draft 2014 ), durante le prossime March Madness, magari, sarà possibile per tutti gli NCAA-addicted italiani sostenere l’unico prodotto del nostro paese, augurando a Della Valle di poter dare, quando sarà chiamato dalla panchina, il miglior contributo possibile.

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Pubblicato da
Stefano Romani

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