Nelle ultime ore Mike Brown, attuale capo allenatore dei Cleveland Cavaliers, ha avuto modo di parlare di LeBron James con il Miami Herald. Il punto focale della discussione è stato riguardo ai margini di miglioramento previsti per un giocatore che, a 29 anni e all’undicesima stagione da professionista, non smette di sorprendere, stagione dopo stagione, presentandosi a novembre di ogni anno con qualcosa di nuovo e notevoli miglioramenti.
È un incredibile lavoratore. Quando un ragazzo ha quella voglia di migliorare è destinato a farlo. La cosa pazzesca è che tempo fa non avrei mai pensato potesse arrivare a migliorare in questo modo alla soglia dei trent’anni, invece più invecchia e più diventa forte.
Nel 2009, il suo venticinquesimo compleanno fu di ispirazione al Wall Street Journal per redigere un’analisi dei giocatori che, a quell’età, avevano già raggiunto il massimo del loro potenziale. Quattro anni più tardi, la stella dei Miami Heat continua a migliorare e, come denotato da Mike Brown, ad adattare il proprio gioco in base alle proprie abilità.
Ad essere onesti, probabilmente James era un atleta migliore a 25 anni, ma continua a fare cose che la maggior parte dei giocatori NBA può solo sognare. Oggi il suo gioco è basato più su potenza e precisione che sull’atleticismo.
Considerando le ultime stagioni disputate da LeBron James e immaginando che le previsioni di un allenatore che lo conosce così bene possano risultare profetiche, allora l’apporto che questo giocatore riuscirà a dare a questo gioco rischia di diventare se non storico almeno spaventoso. Non resta che aspettare con pazienza il passare degli anni e vedere se il tempo darà ragione a Mike Brown.